IL CUORE DI NERONE A ROMA

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sampietrino

Numerose leggende sul sampietrino a forma di cuore.

In quanti, dopo aver visitato la meravigliosa Città Eterna, rapiti dalle bellezze e dai segreti che custodisce in ogni suo angolo, hanno esclamato “Ho lasciato il mio cuore a Roma”? È proprio quello che ha fatto l’ultimo Imperatore romano della Gens Iulia (37 – 68 d.C.): a Roma, precisamente a San Pietro, migliaia di turisti e romani calpestano i caratteristici sanpietrini, spesso non sapendo di passare proprio sopra al cuore di Nerone.

sampietrinoNella parte sud-ovest della Rosa dei Venti, quella che indica il Libeccio, una lastra rotonda di marmo posizionata sulla Piazza, si trova un sanpietrino, sul lato sinistro guardando la Basilica, ai piedi dell’obelisco, che si distingue per la sua insolita forma a cuore, spiccando fra tutti gli altri blocchetti di pietra che lastricano molte strade e piazze romane e che prendono il nome dall’apostolo Pietro e dalla Basilica e Piazza di San Pietro a Roma.

Ancora oggi non si riesce a trovare un’unica versione riguardo la storia legata alla leggenda del particolare bassorilievo: alcuni tramandano che fu Michelangelo o il Bernini (già autore del maestoso colonnato) o, forse, una donna a scolpire il sanpietrino per indicare il passaggio nella loro vita di amori sfortunati, perduti o mai trovati. Altri attribuiscono questa piccola scultura a un soldato garibaldino, dopo il famoso discorso di Giuseppe Garibaldi ai legionari, il giorno prima di abbandonare Roma, tenutosi in quella stessa piazza, la mattina del 2 luglio 1849: “Io esco da Roma. Chi vuol continuare la guerra contro lo straniero, venga con me […]”, determinando solennemente la fine della Repubblica Romana.

Una versione invece meno articolata e più popolare rimanda a un gruppo di bambini del Rione Borgo, che, giocando sulla piazza, scorsero questo sanpietrino con una forma che subito catturò la loro attenzione, appunto “er core de Nerone”, sfogando su di questo i loro giochi, le giovani avventure e vivaci emozioni.

L’area occupata oggi dalla Basilica di San Pietro era, nei tempi antichi, lo stesso luogo su cui sorgeva l’anfiteatro di Nerone, luogo in cui persero terribilmente la vita molti martiri, e nonostante il romantico nome attribuito al sanpietrino, si pensa che il cuore inciso sia in memoria di tutti coloro che subirono le penose circostanze che li condussero alla morte.

[…] Corevamo da tutte le parti e se fermavamo solo quando c’era un corteo de sore che allora quarcuno de li amichi mia diceva d’annà a prende’ a carci er core de Nerone” (anziano del quartiere, ricorda i giorni della sua gioventù)

Flavia De Michetti