Il caso AstraZeneca

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AstraZeneca

Dopo i casi di trombosi segnalati e il ritiro precauzionale del vaccino AstraZeneca, molti cittadini hanno rinunciato al vaccino chiedendo di poterne scegliere un altro.

In un primo momento è stato destinato esclusivamente alla popolazione sotto i 55 anni. I primi a riceverlo sono stati il personale scolastico e le forze dell’ordine, che hanno avuto la possibilità di vaccinarsi con AstraZeneca in parallelo agli ottantenni, cui venivano destinati gli altri vaccini, a causa della minore efficacia dimostrata in sperimentazione nella popolazione anziana. La cosa ha creato non poca diffidenza nei confronti del vaccino, considerato quasi di serie B. Poco dopo la prima ondata di vaccinazione, alcuni casi di morti improvvise per trombosi sono state messe in relazione con questo vaccino che viene in un primo momento sospeso in via precauzionale e poi viene autorizzato di nuovo, ma “preferibilmente” per gli over 60. L’Ema, si espresse sulla questione dichiarando che, sebbene sia possibile un legame tra alcuni casi di trombosi e la vaccinazione, i benefici garantiti dal vaccino superano gli ipotetici rischi.

Il rischio non è uguale per tutti, è doppio per i giovani e dimezzato per gli anziani – ad oggi 1 caso ogni 100mila vaccinati – tuttavia seppur considerato basso, l’Ema segnala i sintomi da tenere d’occhio: respiro affannoso, dolore al petto, gonfiore alla gamba, mal di pancia persistente, sintomi neurologici, inclusi mal di testa grave e persistente o visione offuscata. Infine piccoli lividi sulla pelle al di fuori della sede dell’iniezione. In tutti questi casi è opportuno rivolgersi al medico.
Tratto da Insalute “Testimoni della campagna vaccinale” di Simona Ovadia.
www.altroconsumo.it

Ultima ora – L’orientamento del Cts su AstraZeneca: seconda dose con Pfizer per gli under 60.
Ministero della salute