Il 7 aprile potrebbe morire l’Avis di Cerveteri

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di Giovanni Zucconi

Segnatevi questa data: domenica 7 aprile 2019. Potrebbe essere l’ultimo giorno di attività per l’Avis di Cerveteri, che non è più in grado di sostenere le spese che mensilmente gravano sulla sua struttura. Il volontariato, a questi livelli, purtroppo, costa molto. E se questo dovesse accadere, sarebbe una vergogna per l’intera città. Oltre che verremo tutti privati di un fondamentale servizio di pubblica utilità. È inutile sottolineare che si tratta di triste epilogo di una bruttissima storia. Una storia dove forse nessuno ha veramente torto, ma nella quale sicuramente tutti potevano, e dovevano, fare di più e di meglio. Non voglio ripercorrere l’intera storia che ha portato a questa drammatica decisione. Non è necessario. Non voglio ricordare, a ognuno di noi, che cosa potevamo fare di più o di meglio. Ma voglio ricordare che una struttura unica nel suo genere nel Lazio, e forse in Italia, sta per chiudere perché una città di 40.000 abitanti non è in grado di trovare almeno 5 donatori di sangue a settimana. Una ventina al mese. Stiamo parlando dello 0,05% della popolazione. Una vera vergogna. Ad Allumiere, 4.000 abitanti, nell’ultima raccolta si sono presentati 30 donatori.

Così come voglio ricordare alla nostra Amministrazione, in primis al Sindaco Alessio Pascucci, che avrebbe dovuto fare di più per evitare che la situazione precipitasse. Perché in fondo 10-12 mila euro non sono così difficile da trovare in un Bilancio di una città grande come la nostra. Io ho sentito Pascucci non molto tempo fa su questo tema. E potrei anche essere d’accordo con parte delle sue posizioni e interpretazioni dell’intera vicenda. Ma diamine (uso questo termine per evitare la censura), per la posizione che ricopre non può permettere che vengano buttati via 35 anni di lavoro spesi al servizio della nostra comunità. Che vengano calpestati, nell’indifferenza di quasi tutti, gli sforzi di Luigi Mecucci (detto Giggetto, fondatore e Presidente dell’Avis di Cerveteri). Un uomo che ha dato moltissimo alla comunità di Cerveteri, ma dalla quale non ha ricevuto quasi nulla. Non possiamo scusarla Signor Sindaco.

Alla fine, anche se è vero che tutti hanno le loro brave giustificazioni per spiegare le loro posizioni da ignavi, nessuno potrà dire, passando davanti la porta chiusa del centro Avis, “…non è stata colpa mia”. Nessuno. Neanche le opposizioni che, nel loro pieno diritto, hanno trasformato un tema prettamente etico, in un momento di lotta politica. Certo è meglio di niente, ma forse si poteva fare qualcosa di più che presentare, in zona Cesarini, una mozione che nasceva già con lo stigma della bocciatura. Anche io che sono ignorante in materia avrei facilmente previsto che se chiedi di spostare diverse somme in Bilancio verso altri pur nobili capitoli, e quello dell’Avis era solo uno di questi, la probabilità di una bocciatura è alta. Come poi è stato. In questi casi, su temi di questo tipo, se si vuole veramente trovare una soluzione, si cerca l’accordo, magari nel silenzio mediatico delle segrete stanze, non lo scontro ad effetto. Tutti avranno una parte di colpa per quella serranda abbassata.

L’avrai, perdonami amico mio, anche tu Giggetto. Tu lo sai che se un giorno girerà una mozione per collocare una tua statua al centro di una piazza di Cerveteri, la prima firma sarà la mia. Ma ricorderai anche quanto ho cercato di contenere la tua passionale schiettezza, e la tua mancanza di diplomazia. Ti ricordi le volte che sono venuto nel centro Avis per pregarti di non andare più a testa bassa, senza misurare le parole, contro chiunque pensi che si stia comportando male. Anche contro quelli che ti avrebbero potuto aiutare a mantenere in vita la cosa che ami di più al mondo, dopo la tua famiglia: l’Avis di Cerveteri. Lo so che sei spinto da una convinzione antica, per la quale chi ha ragione può dire tutto, soprattutto se è la verità. Ma non c’è più quel mondo, ammesso che ci sia mai stato. Chi è Presidente di un’Associazione di volontariato non può permettersi di fare politica, o sembrare che lo faccia. Chiunque ci sia come Amministratore. Che sia amico o avversario. “Giovanni, io ti dico le cose come mi vengono. Ma vedi tu come è meglio scriverle. Io lo so come sono fatto”. Sei fatto benissimo. Sei tutto cuore, e pieno di bellissimi progetti per la nostra comunità. Ma vale il discorso fatto per le opposizioni. Se si vuole risolvere un problema, e non si ha la forza per imporsi, la via migliore è quella di cercare un accordo e un compromesso. Lo scontro non è quasi mai vincente.

Spero di essere abbastanza chiaro sulle attribuzioni delle responsabilità. Ma questo consideriamolo ormai dietro le spalle. Dobbiamo fare velocemente qualcosa per salvare l’Avis di Cerveteri dalla chiusura. E questo “qualcosa” dovrebbe essere ormai evidente a tutti. Ai nostri Amministratori, dai quali ci aspettiamo un gesto concreto e risolutivo. Così come dovrebbe essere chiaro a tutti noi cittadini cosa fare domenica prossima, 7 aprile. Andare in massa a donare il sangue. Solo così riusciremo a dare il segnale forte che Luigi Mecucci può e deve continuare a lottare. Solo così daremo un po’ di respiro economico all’Avis, in attesa di concreti atti amministrativi, per pagare affitti e stipendi. E se, per qualche motivo, non potete donare una sacca di sangue a chi ne ha bisogno, potete fare come al tempo delle Crociate. Chi non poteva parteciparvi direttamente, per un qualsiasi motivo, sborsava una certa somma di denaro per pagare qualcuno che combattesse al posto suo. Lo so che Luigi Mecucci, per orgoglio, non sarebbe d’accordo. Ma ve lo chiediamo noi de L’Ortica. Domenica 7, o anche prima, tanto lui sta sempre in ufficio, potete andare a donare una somma qualsiasi, anche piccola, che sarà destinata a pagare l’affitto e la gestione della struttura in attesa di tempi migliori. Almeno questo Cerveteri ha il dovere di farlo. Tra le altre cose le donazioni alle onlus sono anche detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Vi aspettiamo quindi numerosi. Trasformiamo un giorno potenzialmente triste in una grande giornata di solidarietà e di speranza. Facciamolo per l’Avis di Cerveteri. Ma soprattutto facciamolo per noi stessi.