Europee 2024, Alternativa Popolare ha presentato la sua candidatura

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Il partito guidato da Stefano Bandecchi, Sindaco di Terni, è al suo primo test elettorale nazionale. Tra nomi di punta della lista quello dell’ex magistrato Luca Palamara.

di Andrea Macciò 

Lo scorso 20 marzo è stata presentata a Roma, presso l’Auditorium Capranichetta di Piazza Montecitorio, la candidatura di Alternativa Popolare alle elezioni europee di giugno 2024.

Il partito guidato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, che ha dimostrato finora di avere un forte radicamento soprattutto in Umbria, dove esprime propri candidati alla regione con il vicesindaco di Terni Riccardo Corridore e in tutti o quasi i comuni chiamati alle urne, è al suo primo test elettorale nazionale.

Se in Umbria Alternativa Popolare si è presentata come un partito di forte rottura con i sistemi di potere locali costruiti dalle coalizioni di centrosinistra e centrodestra, in Europa la lista guidata dal fondatore di Unicusano è parte dello stesso Partito Popolare Europeo che esprime l’attuale Commissario e dal quale è impossibile prescindere per governare l’Unione Europea.

La conferenza stampa è stata introdotta del Presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli, ex Forza Italia e Pdl, tra i fondatori del partito di Angelino Alfano nel 2017 e unico dirigente attuale ancora legato a quella stagione, prima della “rivoluzione” portata dalla segreteria di Stefano Bandecchi. Tra gli aspetti sottolineati da Alli, la grande attenzione di AP al radicamento territoriale e alla riconnessione della politica con le realtà locali.

Tra i nomi di punta della lista per le europee quello dell’ex magistrato Luca Palamara, al centro di alcune inchieste giudiziarie per il suo presunto ruolo di “mediatore” tra le correnti della magistratura. Nei due libri-intervista scritti con Alessandro Sallusti “Il sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana” e “Lobby e logge. Le cupole occulte che controllano il sistema e divorano l’Italia” Palamara mette sotto accusa il sistema-giustizia italiano e si propone di impegnarsi per cambiarlo attraverso la candidatura con AP, dopo il tentativo solitario alle suppletive di Roma nel 2021.

La scelta di Ap, secondo l’ex magistrato, è motivata dalla volontà di “rompere gli schemi del perbenismo e dell’ipocrisia” attraverso un movimento politico che ritiene sia oggi l’unico a ricercare un rapporto diretto con i cittadini.

Sulla giustizia Palamara si è espresso a favore dei referendum del 2022: una posizione che su questi temi accomuna Ap alle storiche posizioni di Forza Italia e del Partito Radicale.

Nel suo discorso, il segretario Bandecchi ha cercato di mantenere un profilo più istituzionale rispetto alle vivaci “discussioni” del consiglio comunale di Terni, alle quali la stampa nazionale ha dato molto rilievo, definite dallo stesso “la scena finale di ogni cosa”.

Per le elezioni europee, la linea di Alternativa Popolare è quella dell’europeismo critico.

Sotto accusa l’atteggiamento dei 76 parlamentari europei italiani, accusati da Bandecchi di non fare per nulla gli interessi del paese nel quale sono stati eletti.

Nelle intenzioni del segretario di Ap, chi andrà a Bruxelles dovrà essere il “motivatore” anche dei parlamentari eletti in altre liste, per portare avanti gli interessi nazionali.

Molto critica la posizione sulle cosiddette “case green” un provvedimento che il sindaco di Terni considera inutile anche dal punto di vista ecologico perché i materiali necessari alla “transizione ecologica” come i pannelli solari o le pale eoliche verranno prodotti in Cina, Stati Uniti o Russia (paesi dai quali proviene il 93% dell’inquinamento) e non in Europa.

Tra i punti essenziali del programma quello dell’autonomia energetica europea, da realizzarsi secondo un mix di energie rinnovabili e di rilancio dell’energia nucleare, per liberare l’Italia e l’Europa dalla dipendenza da Russia e Stati Uniti.

Tra le proposte innovative sollevate da Bandecchi in altre occasioni, quella del ripristino delle centrali idroelettriche, una “fonte rinnovabile” che l’Italia utilizzava massicciamente sino ad alcuni decenni fa.

Dal punto di vista “ideologico” Bandecchi sostiene di ispirarsi al “capitalismo sociale” di Adriano Olivetti, l’imprenditore torinese che non solo fu un grande innovatore in campo industriale, ma che costruì anche una forma di “welfare aziendale” per i suoi dipendenti e che nel 1958 fu protagonista dell’utopia politica del movimento “Comunità” che riuscì a eleggere un parlamentare.

Nella conferenza di Roma Bandecchi mette in rilievo soprattutto la sua qualità di imprenditore e mette al centro del programma la necessità di rilanciare la produttività e la creatività industriale e imprenditoriale italiana ed europea.

La proposta di Alternativa Popolare è quella di modificare la struttura della Ue attuale, costruendo un’Europa forte dal punto di vista militare che “abolisca la guerra” se non attaccata (come avviene già, in teoria, nella Costituzione Italiana) e che esporti i propri prodotti, anche e soprattutto artigianali e alimentari, nel resto del mondo. Quella di un’Unione Europea unita a livello militare era uno delle storiche proposte di Silvio Berlusconi.

“Per un’Europa più italiana” è lo slogan di Alternativa Popolare alle elezioni europee 2024. Ma è davvero possibile che l’Italia, paese fondatore della Ue, torni ad esercitare il peso politico che esercitava nell’unione con un numero inferiore di stati membri e con un’economia più solida?

È possibile cambiare la Ue “da dentro” e invertire la rotta anche rispetto alle attuali politiche del PPE, molto diviso al suo interno sia sui temi (come quello della “transizione ecologica) che sulle alleanze (chi guarda al Pse, chi alla destra e ai Conservatori Europei)?

Bandecchi si presenta come il rappresentante del “mondo dei fatti” evocando la sua attività imprenditoriale, mostrando in qualche modo di puntare all’eredità politica di Berlusconi: d’altra parte, Ap e Forza Italia sono le uniche due forze italiane del PPE.

Particolarmente interessante quando detto in alcune interviste a margine: Bandecchi ha attaccato frontalmente la politica migratoria del governo Meloni, definendola “ridicola, assurda e totalmente sbagliata” e affermando che i flussi migratori non possono in alcun modo essere fermati, ma se mai “utilizzati” al meglio dall’Italia. Un popolo in difficoltà “si alza e si crea un futuro” e pertanto secondo Bandecchi è necessaria una stretta cooperazione tra Europa e Africa.

lI segretario di Alternativa Popolare si è autodefinito un “rivoluzionario di centro” e ha ribadito che il suo non vuole essere solo il partito locale del centro geografico d’Italia, l’Umbria, ma che ambisce sul medio termine al governo nazionale. Capolista nella circoscrizione centro dovrebbe essere Palamara, altrove lo stesso Bandecchi, che però ha ribadito che sarà sindaco di Terni almeno fino al 2027.

Non sono mancate domande sulla quantità di donne in lista, al quale Bandecchi ha risposto affermando di essere contrario alle cosiddette “quote rosa” che dal suo punto di vista danneggerebbero le donne stesse, e che a Terni la prima donna presidente del consiglio comunale, Sara Francescangeli, è stata eletta proprio da Alternativa Popolare.

Le elezioni europee saranno un test importante per capire il destino di Alternativa Popolare.

A livello locale, il successo di Alternativa Popolare è stato determinato dal radicamento territoriale, dal ritorno al “partito tradizionale” e dall’abile sintesi di temi più cari al centrodestra, come la sicurezza urbana, e al centrosinistra, come i diritti civili e l’approccio ai temi ambientali.

Il proposito di “cambiare il sistema” da dentro e di riportare l’Italia a contare in Europa, attraverso i due temi forti dell’autonomia energetica e del rilancio economico e industriale del continente europeo per riportarlo a contare a livello internazionale, riusciranno a intercettare quell’elettorato astensionista che ormai sfiora strutturalmente il 50%, e che, se non crede più nei due “poli” di centrodestra e centrosinistra, non è stato convinto per nulla né dal cosiddetto “terzo polo” di Renzi e Calenda oggi evaporato, né dai partiti del cosiddetto “dissenso” nati dalla critica radicale alle restrizioni sanitarie del 2020-2022, all’europeismo e alla politica atlantista.

Una sfida interessante in un sistema sempre più chiuso, nel quale, come Bandecchi stesso ha affermato, la classe dirigente italiana attuale trae beneficio dall’astensionismo, riuscendo a governare comunque grazie alla sua quota di elettori fidelizzati.

Un emendamento di Fratelli d’Italia al cosiddetto “decreto elezioni” ha cambiato le regole, costringendo anche le liste autonomiste legate al gruppo European Free Alliance (in Italia Autonomie e Ambiente) a raccogliere le firme, atto dal quale erano esentate, e la Lega ne ha proposto uno, poi ritirato, per cancellare i ballottaggi nei comuni, modifica che avrebbe reso impossibile un risultato come quello di Terni.

A livello locale il radicalismo di centro, un mix tra una comunicazione “aggressiva” e un pragmatismo moderato nei contenuti, sembra aver funzionato. Le elezioni europee, primo test nazionale, sono quindi un momento fondamentale per capire le prospettive nazionali del soggetto politico guidato da Stefano Bandecchi.