ECOMAFIA: UNA CARTINA DI TORNASOLE

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Presentato il Rapporto Legambiente sulle Ecomafia: la pandemia non ha fermato il malaffare, con una media di 4 reati l’ora, mente quelli contro gli animali arrivano a 8.193, poco meno di 1 ogni ora.

Il lockdown non ha fermato il malaffare consumato contro l’ambiente e gli animali che lo abitano. Il Rapporto Ecomafia, presentato in questi giorni, infatti, si è dimostrato una vera e propria cartina di tornasole. Nell’anno horribilis della pandemia la criminalità non si è fatta trovare impreparata. In sostanza il contagio non ha fermato gli ecocriminali.

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I numeri dell’ecocriminalità – Fonte: Legambiente

Nel 2020, nonostante la flessione dei controlli effettuati (-17%) i reati ambientali toccano quota 34.867 (+0,6% rispetto al 2019), con una media di 4 ogni ora. Cresce l’impatto nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (46,6% del totale) e aumentano sia le persone denunciate (+12%) che gli arresti (+14,2%). Il Lazio con 3.082 reati, registra un incremento del 14,5% sul 2019, e guadagna il quarto posto, superando così la Calabria. Si tratta di un quadro sicuramente preoccupante se si considera che gran parte degli illeciti analizzati dal Rapporto ha a che fare con la violazione di normative connesse alle attività d’impresa, che pure ha dovuto subire, in diversi settori, la sospensione della produzione, causata, appunto, dalla pandemia. Insomma, l’ambiente è in codice rosso con 4.233  reati relativi agli incendi boschivi (+8,1%) e 8.193 contro gli animali, poco meno di uno ogni ora.

 Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingenti risorse pubbliche previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Va scongiurato in ogni modo il rischio d’infiltrazioni ecomafiose nei cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e portuali, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, solo per fare qualche esempio delle opere che servono alla transizione ecologica del paese”, ha detto. “Va aggiornato il Codice penale inserendo tra i delitti anche le agromafie, il traffico di opere d’arte e di reperti archeologici e il racket degli animali”, ha aggiunto.

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Copertina del Rapporto “Ecomafia 2021” – Fonte: Legambiente

Il quadro disegnato dal Rapporto lancia un segnale preciso. Conferma cioè – come spiega il responsabile dell’Osservatorio ambientale dell’associazione, Enrico Fontana l’urgenza di completare il quadro normativo a tutela dello straordinario patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese, della salute dei cittadini e della buona economia.

Come primo provvedimento utile Legambiente chiede d’inserire fra i delitti ambientali previsti dal titolo VI bis del Codice, Penale per cui non scatta l’improcedibilità, anche l’incendio boschivo, di approvare rapidamente la legge sulle Agromafie e di migliorare la tutela dei diritti animali garantita dal Codice penale. Dall’Europa è già arrivata la prima tranche di 25 miliardi di euro – sul totale di 191,5 – del programma Next Generation EU riservati all’Italia fino al 2026, a cui si aggiungeranno gli oltre 30 miliardi di euro del Fondo complementare alimentato da risorse nazionali, afferma Legambiente. Dunque è tempo di fare presto e bene perché il PNRR deve permettere una ripresa e una ripartenza green del Paese.

Il Video: https://youtu.be/7FObvyIKt6k

Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com