“DATI EUROSTAT, I PAESI PIÙ VACCINATI HANNO PIU MORTI IN ECCESSO”

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I VACCINI MRNA SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO DELLA COMMISSIONE MEDICO SCIENTIFICA INDIPENDENTE ((CMSI)

di Miriam Alborghetti

No, non era la peste del secolo, è il titolo di un articolo che abbiamo pubblicato ad ottobre 2022 su questo settimanale, con il quale abbiamo voluto informarvi su uno studio di capitale importanza prodotto dal team del più grande epidemiologo al mondo, Jhon Ioannidis, che dimostra come la letalità reale (IFR) del covid in era pre-vaccinale fosse inferiore a quella di una ordinaria influenza per la popolazione compresa tra 0 e 70 anni, ossia per il 94% degli umani.

Lo studio però non ha avuto risonanza mediatica. Silenzio quasi tombale sui media mainstream. Forse i “professionisti dell’informazione responsabile” stavano aspettando che lo studio ancora pre-print fosse sottoposto a revisione paritaria, prima di lanciare la “bomba”? Manco per sogno. Infatti, nonostante il paper di Ioannidis ad inizio gennaio sia stato revisionato e pubblicato, permane il sostanziale oscuramento di una notizia che a rigor di logica dovrebbe invadere i media con la stessa potenza di fuoco con cui è stato diffuso il terrore pandemico.
Detto in sintesi, nella pubblicazione revisionata [1], si conferma che letalità (IFR)
del covid “in epoca PRE-VACCINALE” era tutt’altro che allarmante. Le probabilità di morire
di covid stratificate per età: 0 -19 = 1 su 1milione (0, 0003%); 20 – 29 = 2 su 100mila
(0,002%); 30 -39 = 1 su 10mila (0, 01%); 40-49 = 3 su10 mila (0, 03%) 50 -59 = 1 su mille (0,1%); 60 -69 = 5 su mille (0,5%). 0 -59 = 3 su 10mila (0,03%); 0 -69 = 9 su 10 mila (0,09%). Il 4 ottobre del 2020 migliaia di scienziati e medici di tutto il mondo sottoscrissero un documento, la Great Barrington Declaration, in cui, evidenziando la non pericolosità del patogeno per la maggioranza della popolazione, si invitavano i governi a mettere in atto una “protezione mirata” per le sole fasce a rischio, fragili e anziani. Furono
dileggiati e silenziati.

Occorreva mantenere la linea del terrore per giustificare l’immissione in commercio di un vaccino dagli effetti ignoti senza intralciare il più grande business della storia della farmaceutica? Fatto è che oggi paghiamo sulla nostra pelle, scelte sciagurate. La Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi), composta dal Prof. Marco Cosentino, Dott. Alberto Donzelli, Prof. Vanni Frajese, Dott. sa Patrizia Gentilini Prof. Eduardo Missoni, Dott. Sandro Sanvenero, Dott. Eugenio Serravalle, ha messo in evidenza una serie di gravi criticità delle politiche vaccinali. La prima: i dati ISS mostrano nei vaccinati con vaccini a mRna tassi di diagnosi di covid 19 maggiori rispetto ai non vaccinati al punto che “i bambini di 5-11 anni si infettano il 45% in più; con booster i giovani-adulti 12-39 anni il 44% in più, gli adulti 40-59 anni il 67% più dei non vaccinati. Anche gli anziani fino ai 79 anni si infettano di più [..] Solo nella fascia d’età di 80 e più anni i dati ISS mostrano nei vaccinati con booster meno infezioni dei non vaccinati [..] il tempo trascorso dall’ultima dose di vaccini è la variabile fondamentale. Infatti la protezione vaccinale dall’infezione, buona all’inizio con le precedenti varianti, solo mediocre con Omicron, declina poi rapidamente, si azzera in pochi mesi, quindi si inverte, cioè i vaccinati diventano in media soggetti a infettarsi più dei vaccinati. I booster ripristinano in modo transitorio la protezione iniziale, ma anche dopo tali richiami si torna a perdere velocemente la protezione dall’infezione, con un percorso che sembra accelerato al
ripetersi dei successivi inoculi”[2].

La seconda: quanto alla protezione del vaccino dalla malattia severa, che la narrazione
ufficiale enfatizza, molte cose non vengono dette. Non viene detto per esempio che il
vantaggio nei confronti della malattia grave “si erode nel tempo (specie nei confronti di
Omicron) e che tale vantaggio si riferisce alla COVID-19, non riguarda tutte le malattie che
portano a ricoveri. Anzi, Peter Doshi basandosi sui trial randomizzati registrativi, che
rappresentano la fonte più valida per fare confronti tra vaccinati e non vaccinati, ha
dimostrato che l’eccesso di eventi avversi gravi di speciale interesse nei gruppi
vaccinati supera di oltre 2 volte (con il vaccino Moderna) e di oltre 4 volte (con Pfizer)
l’eccesso di ospedalizzazioni da COVID-19 che si è documentato nei gruppi di
controllo.

Un’ulteriore impressionante documentazione da famosi epidemiologi, medici di
sanità pubblica, ecc. deriva dalla valutazione dello sfavorevolissimo bilancio tra danni e
benefici della 3a dose per giovani adulti (Bardosh K, J Med Ethics/BMJ 2022).
Dunque le malattie gravi totali nette sono risultate maggiori nei vaccinati rispetto ai non
vaccinati nei trial randomizzati”. E ciò ha riguardato in tendenza anche i confronti tra decessi, fino a quando i produttori hanno reso disponibili al pubblico i dati relativi (nel trial su adulti di Pfizer: 21 morti nel gruppo vaccinato verso 17 morti nel gruppo di controllo, con riduzione di qualche morto per COVID-19 tra i vaccinati sovracompensata da morti in più per altre cause, soprattutto cardiovascolari). “[..] i dati inglesi (dell’Ufficio Nazionale per le statistiche UK) relativi al 2022, purtroppo pubblicati per stato vaccinale solo da gennaio a non oltre maggio, mostrano un’allarmante tendenza all’aumento della mortalità in tutte le fasce di età nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, con grandi differenze rispetto al 2021, quando la mortalità totale tra i vaccinati era nettamente inferiore rispetto a quella dei non vaccinati”. Dopo maggio 2022 il Regno Unito ha deciso di non differenziare i morti per stato vaccinale: meglio lasciare la polvere sotto il tappeto?

Ma non è finita: “le indagini epidemiologiche sui dati di Eurostat attuate da scienziati inglesi (https://www.hartgroup.org/country-comparison-of-deaths/) – conclude il CMSi – mostrano nel 2022 (da aprile ad agosto) tendenze sfavorevoli tra livelli di vaccinazione dei vari paesi e mortalità totale ”. In sostanza i paesi più vaccinati avrebbero più morti in eccesso. Come ha detto l’oncologa Patrizia Gentilini, abbiamo scherzato con il fuoco ed ora ci stiamo bruciando.

[1]https://pubmed.ncbi.nlm.nih. gov/?term=Ioannidis+JPA&cauthor_id=36341800
[2]https://cmsindipendente.it/sites/default/files/2023-01/
Comunicato%205%20CMSi%20%2811-1-23%29_0.pdf