IL CUORE DELLE DONNE

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A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Le malattie cardiovascolari colpiscono più gli uomini o le donne? 

Per quanto concerne la Cardiopatia Ischemica (angina pectoris) questa patologia è stata considerata prevalentemente maschile. Ciò perché nelle donne, fino alla menopausa, si presenta con una frequenza ridotta rispetto all’uomo.

Con l’avanzare dell’età femminile la Cardiopatia Ischemica compare con la stessa frequenza dell’uomo, se non addirittura con valori maggiori rispetto all’altro sesso.

Il cuore delle donne è più piccolo, è meno controllato dal sistema nervoso autonomo, ha una frequenza cardiaca maggiore e si contrae meglio. Questi fattori determinano non poche differenze per quel che riguarda il funzionamento, il controllo e le malattie del sistema cardiovascolare. Come detto la donna ha in età fertile, un rischio cardiovascolare minore (patologie congenite escluse) a quello dell’uomo.

Tuttavia, lo ripeto e sottolineo, con l’avanzare dell’età si assiste ad un’inversione di tendenza tanto che in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano una delle primissime cause di morte nelle donne. Questo rischio purtroppo non è stato ancora ben percepito.

Ciò poiché “dal punto di vista delle sperimentazioni per i nuovi farmaci o dispositivi medici pertinenti le malattie cardiovascolari, la quota delle donne arruolate negli studi è nettamente inferiore a quella degli uomini”. (Medicina Integrata-Giugno 2017). Focalizziamoci sull’infarto del miocardio.

Le caratteristiche negli uomini e nelle donne sono diverse. Nell’uomo è più facile generalmente da scoprire, grazie alla comparsa di sintomi chiari quali il dolore al torace a livello retrosternale di tipo oppressivo e costrittivo, che può irradiarsi al braccio sinistro o alla mandibola. Nella donna si assiste più spesso ad un dolore atipico, talora irradiato alle spalle e al dorso, al collo.

Vi è poi una certa dispnea (mancanza di fiato), stato di nausea persistente, sudorazione fredda (frequente però anche nell’uomo), vomito, marcata astenia con associato stato ansioso.

L’aterosclerosi ha anche essa un decorso differente tra uomo e donna.
Nel sesso maschile le prime manifestazioni cliniche possono comparire precocemente, intorno ai 40 anni, mentre per le donne l’inizio della patologia avviene più tardi, all’incirca dieci anni dopo la menopausa.

Il diabete colpisce con una lieve differenza le donne con complicanze vascolari più gravi ed un “rischio di morte cardiovascolare più che doppio rispetto agli uomini”. (Malattie cardiovascolari.

Medicina Integrata. Giugno 2017). Per quanto concerne il colesterolo, oltre ai fattori di rischio conosciuti (età, sesso maschile, fumo, pressione arteriosa sistolica alta, e colesterolemia familiare), gli ultimi studi hanno rivalutato l’importanza del colesterolo “buono” (HDL) che non è di importanza minore rispetto a quello “cattivo” (LDL).

“Si raccomanda di inserire nel calcolo del rischio anche il fattore HDL (Isabella Urbana. Opera citata). Negli USA il controllo del colesterolo avviene già all’età di 18 anni di vita. Secondo la Società Italiana per lo studio dell’aterosclerosi è necessario eseguire controlli già prima dei 18 anni e ripeterli ogni 5 anni quando un soggetto ha genitori affetti da ipercolesterolemia. Occorre valutare caso per caso.

La medicina è un’arte non un “gioco meccanico”. Nelle donne in menopausa con familiarità cardiovascolare i controlli medici devono essere eseguiti più frequentemente. Secondo le nuove raccomandazioni tutti gli uomini che hanno superato i 40 anni e le donne i 50 anni dovrebbero effettuare esami clinici completi (colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi).