CINGHIALE UCCISO A TORRE FLAVIA: SPUNTA LA PISTA DEI BRACCONIERI

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IN ALLARME LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

Un cinghiale scuoiato a Torre Flavia? Sì, segno che qualcuno ha avuto un incontro ravvicinato con un esemplare entrando in un’area protetta. Nemmeno Corrado Battisti, gestore della palude, non lo esclude la pista dei bracconieri. Un fatto mai registrato prima in questa zona del litorale che comunque nel corso degli ultimi mesi si è popolato di una trentina di esemplari che stazionano ormai nei sentieri della riserva verde. Uno o più cacciatori potrebbero essersi aggirati quindi nella notte nell’area preziosa che attraversa i comuni di Ladispoli e Cerveteri. «Sono state trovate tracce di sangue nei pressi di via Fontana Morella – ragiona il gestore Corrado Battisti – e quindi non possiamo escludere nemmeno l’incidente e che poi qualcuno abbia lasciato solo la pelle. I cinghiali ormai sono fissi da tempo nella parte verso Cerveteri nei sentieri degli Olmi.

Cercheremo di capirne di più». I mammiferi continuano a rappresentare un pericolo di notte per i cittadini che in auto e in moto si spostano proprio su via Fontana Morella che per altro è piena di buche. Attraversano la carreggiata anche con i loro cuccioli al seguito. «Quest’area – interviene Rita Paone, referente di Mare Vivo Lazio – dovrà essere attenzionata da parte delle forze dell’ordine e dal personale di Città Metropolitana: sono molti gli animali che popolano le dune, come le volpi ad esempio, ma soprattutto sono tantissimi i cittadini e turisti che frequentano la spiaggia. Un episodio come questo rappresenta un vero pericolo, specialmente se fosse confermata la presenza di cacciatori». Nel mese di agosto gli “ospiti” si erano avvicinati minacciosamente al centro abitato nei pressi di via Torre Perla e via del Porto, nel quartiere Caere Vetus, percorrendo le sponde del fosso Vaccina e raggiungendo alcuni alberi dopo uno slalom tra le auto in sosta. In precedenza erano comparsi sul lungomare di Marina di Cerveteri, nei pressi della stazione di Cerenova e anche a Furbara a ridosso degli scavi archeologici attirati dalle tante discariche su strade e marciapiedi. Una delle soluzioni al vaglio degli esperti era quella dell’inserimento di gabbie nel perimetro e nei sentieri del monumento naturale ladispolano così da catturarli per poi trasferirli in un’azienda faunistico venatoria.

Una strategia mai attuata nonostante le polemiche della popolazione locale preoccupata dall’invasione di cinghiali. Però il fatto che ci possano essere dei bracconieri in un’area super tutelata allarma non poco le associazioni che si battono da sempre per questo habitat naturale.