“Chiedo aiuto al Capo dello Stato dopo che la mia vita è stata distrutta dal programma Le Iene di Mediaset”

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Immagine di Alessio Sundas

Dopo l’ennesima sentenza di proscioglimento dalle accuse di tentata estorsione e tentata truffa, il manager Alessio Sundas sollecita il diritto di replica, finora sempre negato dalla stampa e dalla televisione“Sono stato costretto a chiedere l’autorevole intervento del Presidente della Repubblica Italiana, del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Garante della Privacy e della Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere il legittimo diritto di replica ad una serie di accuse infamanti che mi hanno rovinato la vita e la carriera professionale”.
L’accorato appello è del manager ed agente pubblicitario, Alessio Sundas, da dieci anni vittima di una vera e propria persecuzione, nonostante numerose sentenze di tribunale lo abbiamo più volte scagionato ed assolto da ogni imputazione di truffa.
“Nel 2007 – prosegue il manager Sundas – hanno iniziato a perseguitarmi gli autori e presentatori del programma televisivo di Mediaset “Le Iene” che hanno mandato in onda puntate infangando il mio nome e la mia reputazione dichiarando il falso e definendomi truffatore. Successivamente hanno iniziato a perseguitarmi altre persone che, in collaborazione con il programma televisivo di Italia 1, hanno formato decine di gruppi denominati “fermiamo Alessio Sundas; Uccidiamo Alessio Sundas; Basta Alessio Sundas; Associazione fermiamo Alessio Sundas; Assistenza persone truffate da Alessio Sundas”. Nell’anno 2011, questi vari gruppi, erano formati da migliaia di utenti, lo scopo del gruppo era quello di invitare gli utenti a querelarmi per truffa al fine di far fallire la mia attività. Nel maggio 2011, “Le Iene” hanno mandato in onda una puntata con seguito di tre repliche, oltre continui post nei vari social, accusandomi di essere un truffatore sostenendo che il portale “umbrella girls” realizzato dalla stessa piattaforma di “Ebay “e “Amazon” era un sito contenente un contratto nullo ed invitavano gli utenti che avevano acquistato il servizio, a denunciarmi presso la polizia postale per non pagarmi. Dopo la messa in onda e la creazione di tutti questi gruppi sopra citati, dal 2007 ad oggi, mi sono arrivate minacce di morte a me ed alla mia famiglia, che ho provveduto a denunciare alle forze dell’ordine, ho ricevuto oltre 80 denunce dagli utenti iscritti al portale, e denunce senza motivo solo perché digitando il mio nome su Google, per via del programma “Le Iene”, vengo associato ad un truffatore. Mi hanno così, nel 2011 ridotto sul lastrico, senza lavoro e non sapendo come fare a portare a mangiare a casa. Non sapevo come fare a difendermi da tutte le accuse in quanto non rientravo nelle possibilità di richiedere un gratuito patrocinio. Così da solo, facendo lavori come cameriere, volantinaggio, ho passato sei anni d’inferno in decine di tribunali in giro per l’Italia e vedendo comparire le persone che mi avevano denunciato riferire davanti ai Giudici, che mi avevano denunciato solo perché il gruppo “fermiamo Alessio Sundas” tramite post e chat, invitavano loro a denunciarmi per non pagare la fattura e anche perché veniva confermato dal programma televisivo le Iene. Vorrei spiegare che l’oggetto della mia attività era quello di organizzare casting per programmi televisivi, video musicali e sfilate, un lavoro comunissimo fatto con diligenza, passione e serietà ma evidentemente per quelli della redazione di Mediaset e per i fondatori del gruppo, per me provavano odio e come da loro postato su facebook, volevano solo uccidermi.
Il primo filone d’inchiesta, iniziato nel 2011, sotto un’attenzione mediatica altissima, (tutta Mediaset ha con diverse repliche evidenziato il fatto, carta stampata quali Repubblica, il Tirreno, Corriere della Sera, quotidiani locali di Bolzano e altri) parlavano di me come uno dei peggiori criminali e quando si è definito presso il Tribunale di Pistoia nel giugno 2013 con un “Non luogo a procedere” ne hanno parlato solo due giornali on line su poche righe senza descrivere neanche i fatti.
Nel 2015, altra assoluzione con sentenza con formula piena, anche questo comunicato solo da due giornali on line locali, in quella occasione, ho chiesto al programma televisivo Le Iene il diritto di replica ma non mi è stato concesso, anzi mi ha scritto l’avvocato del programma televisivo, diffidandomi di chiederlo nuovamente e così impaurito, anzi terrorizzato da altre possibili ripercussione mediatiche ho rinunciato.
Nel 2016, l’ennesima assoluzione, questa volta sia dal Tribunale di Bolzano oltre che dal Tribunale di Pistoia e quello di Grosseto, anche relativo a queste assoluzioni, non hanno concesso il diritto di replica; fino ad arrivare alla sentenza della Corte di Appello di Bolzano di questi giorni che ha rigettato l‘appello.
Ho nuovamente chiesto ai giornali (sia telefonicamente che tramite e-mail) la replica ai vari articoli diffamatori nei miei confronti, ma ancora una volta mi è stata ingiustificatamente negata, addirittura, l’Ansa di Bolzano mi ha attaccato il telefono in faccia. Ad oggi, la mia vita è un inferno, ho incubi la notte per tutto quello che ho passato, devo camminare per strada con un passamontagna in testa ho paura uscire con le mie figlie perché la gente mi guarda in malo modo e indicandomi sussurrano che sono il truffatore che “Le iene” hanno fermato e i miei figli più grandi hanno persino paura ad utilizzare il cognome e stanno pensando di cambiarlo. Volevo precisare che ho denunciato per calunnia e diffamazione le varie persone coinvolte nella vicenda e i tre fondatori dei vari gruppi sono stati rinviati a giudizio nel procedimento a loro carico presso il Tribunale della Spezia dove sono in attesa di testimoniare la prossima udienza del 20 aprile. Tutti i procedimenti scaturiti da quella trasmissione si sono conclusi con la mia assoluzione, con sentenze pronunciate da diversi giudici in diverse città italiane dove erano state presentate le querele dopo il servizio andato in onda su Mediaset. La mia innocenza è sempre emersa con evidenza.
Chiedo, gentilmente, alle più alte cariche dello Stato italiano, che il programma televisivo di Mediaset “Le Iene” mandi in onda il mio diritto di replica per tutte le puntate con lo stesso tempo ed audience oltre i post e video pubblicati sulla pagina delle Iene e le testate giornalistiche”.