CASO VANNINI, VIOLA GIORGINI RIENTRA NEL PROCESSO

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viola giorgini

LA FIDANZATA DI FEDERICO CIONTOLI SI DOVRÀ PRESENTARE DI NUOVO DAVANTI AI GIUDICI IL PROSSIMO 9 SETTEMBRE. CIONTOLI FIGLIO INTANTO CRITICATO PER LA LETTERA IN AULA. “LE SUE PAROLE VERGOGNOSE: SONO UN’OFFESA A MARCO”, COMMENTA MARINA CONTE, LA MADRE DI MARCO VANNINI.

Subito due colpi di scena nel processo-bis di Marco Vannini ripreso mercoledì 8 luglio. Il primo è senza dubbio legato alla ricomparsa nel processo di Viola Giorgini, la fidanzata di Federico Ciontoli, che il prossimo 9 settembre si dovrà ripresentare dai giudici per testimoniare come persona informata sui fatti, e non quindi come indagata o imputata. Questa richiesta è arrivata direttamente dalla difesa, rappresentate dai legali Andrea Miroli e Pietro Messina e accordata senza impedimenti quindi dagli avvocati dei Vannini, Franco Coppi e Celestino Gnazi.

La lettera. La seconda sorpresa è che in aula, la scorsa settimana, non si è presentato Antonio Ciontoli, l’autore materiale del delitto del giovane cerveterano, ma il figlio, Federico che ha anche parlando esponendosi pubblicamente con una lettera. Parole molto criticate per altro che hanno fatto infuriare ancora di più i genitori di Marco e tutte le persone presenti fuori dal tribunale. “Mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo, che si trattava di un colpo d’aria, e io gli credetti perché non c’era nessuna ragione per non farlo. Vista l’indecisione di papà presi il telefono, uscii dalla stanza e chiamai il 118”, è solo un passaggio in cui tenta di giustificarsi Federico Ciontoli. Poi chiamato in causa per una intercettazione ambientale nella caserma dei carabinieri (seduto sulla poltrona parlava con la sorella Martina del proiettile sul corpo di Marco), si difende: “Izzo, il maresciallo, mi ha fornito quella ricostruzione”. Poi la frase scioccante: “Per 3 interminabili anni sono uscito ogni giorno da casa per andare a lavorare e ho camminato perseguitato dall’immagine di qualcuno che potesse venire e spararmi alla testa spinto da quello che si diceva su di me in tv”, si espone il figlio di Antonio Ciontoli. La reazione. La madre di Marco non crede ad un sola parola. “E’ un copia incolla di quanto già detto – sbotta Marina Conte –Federico Ciontoli è un ragazzo furbo, lo definivano il genio di casa ma continua a mancare di rispetto a noi e soprattutto a Marco che non c’è più. Le sue sono frasi vergognose”.

Tornando a Viola Giorgini, era stata prima indagata per omissione di soccorso, e il pm titolare delle indagini, Alessandra D’Amore, aveva chiesto per lei una condanna ma i giudici di primo grado invece l’avevano prosciolta da ogni accusa, nonostante fosse presente insieme ai Ciontoli nella villa di via De Gasperi, a Ladispoli, la sera in cui Marco Vannini venne ferito mortalmente dal colpo di pistola, di cui si è preso sempre la responsabilità Antonio Ciontoli. Ora tornerà a dare la sua versione dei fatti ma dovrà chiarire probabilmente una intercettazione ambientale diventata ormai celebre. Con “Ti ho parato il culo…”, rivolgendosi al fidanzato Federico, cosa voleva intendere Viola Giorgini mentre entrambi si trovavano nella caserma dei carabinieri di Civitavecchia?

Perizie respinte. Negate le richieste della parte civile. Non verrà ascoltata la vicina di casa dei Ciontoli, Maria Cristina Imperato, la donna che non venne mai sentita dai carabinieri di Ladispoli e Civitavecchia, neanche nell’immediatezza dei fatti. La Corte d’assise d’appello, con il presidente Giancarlo Garofalo, ha deciso di non avvalersi della consulenza della Emme Team. La società, in uno studio, aveva asserito la presenza di due “voci maschili” inedite durante la prima chiamata al 118 effettuata da casa Ciontoli alle 23.41, oltre a trascrivere in un documento che Marco, agonizzante, chiedeva che qualcuno “gli portasse il telefonino”.

viola giorginiParola agli avvocati. Risponde il legale dei Vannini. “I giudici – sostiene Gnazi – ritengono che negli atti ci siano già le prove e quindi non c’è bisogno di ulteriori dati probatori. Siamo fiduciosi. La Cassazione ha inchiodato gli imputati alle loro responsabilità”. Ottimisti gli avvocati dei Ciontoli. “Contenti sia stata ammessa in aula Giorgini – conclude Miroli – per poter fornire tutti i chiarimenti necessari”. Prossime tappe processuali (a porte aperte): il 9 settembre prossimo verrà sentita Viola Giorgini, il 16 successivo discussioni e requisitoria del procuratore generale mentre il 23 dello stesso mese non è escluso si arrivi a sentenza. I Ciontoli, presenti in casa la sera del 17 maggio 2015, rischiano una condanna di 14 anni per omicidio volontario. A prendersi la responsabilità dello sparo è stato sempre Antonio Ciontoli, capofamiglia e sottoufficiale della Marina oltre che dei servizi segreti.

Presa diretta. Niente giornalisti nell’aula della Corte d’assise d’appello. I cronisti della carta stampata, inviati della tv e cameraman con le attrezzature al seguito son rimasti fuori dal cancello del tribunale di piazzale Clodio. Il processo si è celebrato a porte chiuse. Ingresso consentito solo agli avvocati, agli imputati e ai genitori di Marco Vannini. Decisione motivata dal rispetto delle norme anti-Covid 19 anche se la vicenda si tinge di giallo perché prima della comunicazione definitiva delle ultime ore, era stato concesso l’accredito per alcuni programmi della Rai, tra cui “La vita indiretta” e “Chi l’ha visto”. Per poi arrivare al dietrofront: “Non entrerà nessuno”. Stavolta a settembre il processo riprenderà ma questa volta a porte aperte. Contrariamente a quanto preteso da Domenico Ciruzzi, legale di Federico Ciontoli, cronisti della carta stampata e inviati delle televisioni potranno tornare a seguire il caso dentro l’aula di tribunale per raccontare il processo in presa diretta.