CAPOGIRI E VERTIGINI (PERIFERICHE E CENTRALI): ANAMNESI E SEMEIOTICA.
Che cosa vuol dire un paziente quando ci riferisce di avere “sensazioni di capogiro”?
Non è una diagnosi facile perché dobbiamo escludere sintomi non pertinenti (confusione mentale, acufeni, cefalea) e se il capogiro è legato alla deambulazione (neuropatie periferiche, alterazione della corteccia cerebrale, parkinsonismi, atassia dovuta a malattie cerebellari). In quest’ultimo caso, “capogiro da movimento” il paziente può accusare anche altri disturbi quali una sensazione di leggerezza del capo oppure un abbassamento della vista, disturbi sensitivi a carico delle mani e dei piccoli.
Con un’anamnesi accurata (ascoltazione ed interrogatorio medico) si può fare diagnosi di “capogiro da difetti sensitivi multipli”. Questa patologia compare nei soggetti anziani (oltre i 75-80 anni) che accusano capogiri solo quando camminano. In questo caso si può sospettare che ci troviamo di fronte ad uno “squilibrio benigno dell’anziano” . Ciò avviene per un sovraccarico su una struttura vestibolare (orecchio interno) invecchiata. Vi è una diminuzione del senso di posizione (dovuta a neuropatia o mielopatia) associata ad un calo visivo. Si comprende pertanto quanto sia importante l’indagine anamnestica.
Mi perdonerete se, riguardo al capogiro, vi parlo di soggetti anziani. Dopo aver curato ben quattro generazione vedo soprattutto questa fascia d’età, non certo neonati e bambini piccoli come alla fine degli anni 70. Ora, escludendo disturbi nel camminare ed altri sintomi non pertinenti, dobbiamo chiederci che cosa si intende comunemente per “capogiro”. O si tratta di una lipotimia (quella sensazione di mancamento che può precedere la sincope) oppure di vertigini (sensazione illusoria di un movimento del corpo oppure dell’ambiente circostante). La lipotimia è dovuta ad una riduzione del flusso sanguigno a livello cerebrale che non abbia però ancora raggiunto un livello tale da provocare una perdita di coscienza, ossia uno svenimento vero e proprio (sincope). La vertigine al contrario, solitamente è dovuta ad un disturbo del sistema vestibolare, ossia pertinente i tre canali semicircolari e della chiocciola (utricolo osseo dell’orecchio interno. Questa vertigine viene definita periferica.
La sindrome vertiginosa, può essere distinta in oggettiva o soggettiva. Nel primo caso il paziente ha la sensazione che sia l’ambiente a ruotare attorno a lui. Nel secondo il paziente ci riferisce che si sente instabile, si sente “sbandare”. Sia le vertigini oggettive che soggettive si possono associare o meno dei disturbi vegetativi quali nausea, vomito, sudorazione fredda, diminuzione della pressione arteriosa, tachicardia, diarrea.
L’eziologia della sindrome vertiginosa? Orecchio interno, vie vestibolari periferiche (tronco dell’encefalo), vie vestibolari periferiche (nervo vestibolare),vie di connessione tra nuclei vestibolari ed il cervelletto (o dello stesso cervelletto). Ora per convenzione si distinguono vertigini centrali (dovute ad un danno del Sistema Nervoso Centrale) dalle vertigini periferiche (causate da una lesione del nervo vestibolare o dell’apparato vestibolare). Come differenziare su base anamnestica . semeiologica? Nelle forme periferiche (labirinto) il nistagmo (movimenti involontari oscillatori e talvolta rotatori del globo oculare) orizzontale, senza componente rotatoria non è comune mentre lo è nelle vertigini centrali (tronco cerebrale e cervelletto), inoltre è unidirezionale con la fase rapida che è invece bidirezionale o unidirezionale. Il nistagmo verticale o solo rotatorio è possibile nella forma centrale, mai presenti in quella periferica. La fissazione poi (guardare attentamente il dito dell’esaminatore che si avvicina lentamente agli occhi) inibisce sia il nistagmo che la vertigine nella forma periferica. Non lo è affatto in quella centrale. Non deve stupire poi che nelle lesioni periferiche labirintiche l’entità della vertigine è più intensa mentre in quella centrali è molto spesso lieve. La durata dei sintomi è ricorrente nelle vertigini periferiche mentre, al contrario, può essere cronica in quelle centrali. Gli acufeni, i ronzii auricolari? Spesso presenti nelle lesioni labirintiche (periferiche), di solito assenti in quelle centrali ove inoltre sono molto comuni alterazioni dei nervi cranici.