TEATRI DI PIETRA: PROGRAMMA SPETTACOLI

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A Teatri di Pietra due classici senza tempo: “Grandi processi dell’antichità” e “Il Minotauro”

Un successo dopo l’altro, Teatri di Pietra si avvia alla terza settimana di programmazione tra spettacoli, danza e musica.

Una rassegna prestigiosa, tra le più autorevoli a livello nazionale, che registra un numero sempre crescente di visitatori, attirati del prestigioso cartellone e dalla straordinaria cornice dell’anfiteatro romano di Sutri.

Giovedì 27 e venerdì 28 luglio in programma due grandi classici: il primo “Grandi processi dell’antichità” tratto da Cicerone.

La compagnia Torino Spettacoli porta in scena, nell’adattamento a cura di Gian Mesturino e Elia Tedesco, ” 50 anni dedicati a mettere in scena “lo spettacolo della giustizia” ovvero le orazioni giudiziarie del più geniale avvocato di tutti i tempi, Cicerone.

I fatti raccontati in questi processi sono antichissimi ma lo spirito in essi contenuto e le parole con le quali sono comunicati toccano direttamente la sensibilità contemporanea. La struttura drammaturgica curata da Elia Tedesco offre una carrellata e fa rivivere i passaggi più appassionanti degli adattamenti firmati dal maestro: Processo a un seduttore (Pro Caelio), Processo per corruzione (In Verrem), Il coraggio fa 90! (Pro Milone) e Processo a un cittadino (Pro Archia Poeta).

Venerdì 28 luglio  invece è la volta de “Il Minotauro” di Teatro Boni produzioni, per la regia di Sandro Nardi.

In scena il fascino del mito che ha sempre incuriosito grandi e piccoli.

Storie spesso surreali, ironiche e a volte truci. Il mito è un composto di tanti ingredienti che incuriosisce, affascina e diverte. Il mito è dunque un modo fantasioso adottato dagli “Antichi” per provare a spiegare la realtà ed il comportamento degli uomini attraverso delle metafore.

Ne “Il Minotauro” si racconta un viaggio tra verità e fantasia attraverso la storia di un essere irrazionale, di chi ha seguito il proprio istinto a discapito della ragione, e proprio per questo “Dante” lo colloca a guardia del girone dei violenti. Che questa sia la natura del “Minotauro” è cosa ovvia, dal momento che si tratta di una creatura col corpo d’uomo e la testa d’animale. Una storia senza raziocinio impedisce all’essere di comprendere a fondo quanto lo circonda, ma l’istinto gli suggerisce la sua natura di creatura assolutamente unica nel suo genere. Ecco che egli si trasforma in una vittima, isolato poiché diverso, prigioniero del labirinto….Il labirinto non è altro che il groviglio di contraddizioni che vivono dentro di noi, alimentano la nostra vita, la rendono felice e infelice, danno a ciascuno di noi un destino che non sta scritto da nessuna parte ma che si forma attimo per attimo, emergendo dal contrasto interiore e dal come, giorno per giorno, si risolve misurandosi con se stesso e con quello degli altri.”