RSA e dintorni: usi e costumi italiani

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«Il 70% delle RSA vietano le visite ai parenti, nonostante tampone e green pass».

“Come è potuto avvenire che un intero Paese sia senza accorgersene crollato di fronte ad una malattia?” domanda Agamben agli italiani nel pezzo firmato congiuntamente con Cacciari. Quando senti il lamento di una persona ricoverata che insieme alla difficoltà fisica si trova ad affrontare l’isolamento. Privata brutalmente degli affetti “per proteggerla”  senza contraddittorio, la domanda del filosofo,come un tarlo, si affaccia alla mente.

Il 70% delle RSA vietano le visite ai parenti, nonostante tampone e green pass. Fanno sapere i ricoverati. Eppure l’8 maggio scorso, con un’ordinanza il ministro Speranza concede, dopo oltre 1 anno, la possibilità di fare visita ai parenti, ospiti di RSA regolandone le modalità. La programmazione delle visite, si legge nell’allegato all’Oridinanza, deve considerare le condizioni dell’ospite (età, fragilità, stato immunitario) e del visitatore, nonché le caratteristiche logistiche della struttura stessa e le mutabili condizioni epidemiologiche (proprie della struttura e del suo territorio di ubicazione e del territorio di provenienza del visitatore o del territorio di destinazione dell’ospite in uscita). Con tante variabili ma si riparte.

Non sembra essere così. Molte strutture in Italia non hanno aperto le porte alle famiglie degli ospiti. È quanto emerge dalla ricerca e dall’esposto che Orsan (acronimo di Open Rsa Now), associazione che raccoglie i familiari di persone ricoverate nelle strutture per anziani, ha consegnato al Ministero segnalando tutte le inadeguatezze registrate. Datato 19 luglio 2021, l’articolo-denuncia su il Giorno di Bergamo.

“Gli accessi restano difficili in 204 Rsa italiane, – si legge – e di queste quasi la metà sta in Lombardia. L’esposto dell’associazione non fa fatica a definire “vessazioni, diritti negati e libertà compromesse” la situazione che gli anziani ospiti e i parenti tuttora sono costretti a vivere. Dalla ricerca emergono infatti in tutta la drammaticità le difficoltà di accesso alle Residenze sanitarie assistenziali a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.
Visite brevissime per durata (tra i 15 e i 25 minuti) e frequenza (una volta alla settimana, non nei weekend); appuntamenti da prendere anche 15 giorni prima; divieto di uscite esterne e scomparsa dei servizi di animazione per le persone ricoverate; assistite; quarantene obbligatorie dopo le uscite per esami medici e visite; divieto assoluto d’ingresso ai familiari per assistere gli ospiti che possono anche avere disabilità gravissime.

25 luglio 2021 “Chi ha il Green pass potrà far visita ai parenti ricoverati in ospedale ed alle persone anziane che vivono in Rsa. A precisarlo sono fonti del Ministero della Salute: «All’articolo 4, lettera b del decreto appena varato dal governo con cui si norma l’uso del Green pass, è previsto per i parenti dei pazienti l’accesso alle sale d’attesa del pronto soccorso e ai reparti ospedalieri». Dall’8 maggio al 6 agosto: ordinanze, decreti e privazioni.
Tornano in mente Agamben e Cacciari…