“Investigarte”: un gioco per avvicinare i ragazzi alle opere d’arte del passato

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Come fare in modo che una pinacoteca di dipinti cinquecenteschi e barocchi possa lasciare un segno in ragazzini di terza media.

Come è tradizione da lungo tempo del nostro Istituto, anche quest’anno è stata fissata una visita a palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, che da anni, insieme a quella alla Camera dei Deputati, al Palazzo del Quirinale, alla Tenuta presidenziale di Castelporziano e in altri luoghi istituzionali, è meta di visita per i nostri studenti nell’ottica di educazione civica attiva. In queste occasioni, ma anche in altre uscite, avendo a disposizione l’intera giornata, in quanto il tempo prolungato termina alle 16:00, approfittiamo per aggiungere alla visita programmata, la conoscenza di altri luoghi della nostra Capitale.

In questo modo, alla visita del Quirinale, associammo l’ingresso alle Terme di Diocleziano; quando andammo ai Musei Capitolini, i ragazzi stessi fecero da guida ai monumenti dei Fori imperiali; in seguito all’uscita al ghetto e al Museo della Shoah, abbiamo ammirato i resti antichi del Foro Boario e la chiesa altomedievale di San Giorgio in Velabro. Per la visita al Palazzo Madama, la scelta è ricaduta, obbligatoriamente, sulla Galleria Spada, unico tra i rari musei aperti di lunedì a Roma. Il problema era però: “come fare in modo che una pinacoteca di dipinti cinquecenteschi e barocchi possa lasciare un segno in ragazzini di terza media”.

L’idea che ha permesso di rendere vivace e costruttiva la visita alla Galleria Spada è stata di programmare una attività suddivisa in tre momenti:

La presentazione in classe introduttiva ai capolavori presenti nel museo; la gara all’interno della galleria e la premiazione delle squadre vincenti.

La presentazione in classe

Non avendo a disposizione una guida, occorreva preparare i ragazzi a quello che avrebbero visto. Ho dunque strutturato una presentazione a scuola in PowerPoint con lo scopo, però, di rendere quanto più accattivante possibile l’argomento. Cosa non semplicissima a causa della distanza fra gli interessi moderni e lo stile barocco. Grazie al sito ufficiale della Galleria (https://galleriaspada.cultura.gov.it/), a quello di Gebart, società che si occupa di gestione e servizi nell’ambito dei Beni Culturali (https://www.gebart.it), al Catalogo online dei Beni Culturali (https://catalogo.beniculturali.it) e a Wikipedia (https://it.wikipedia.org/), ho realizzato una prima presentazione con testi sintetici e immagini.

Oltre a un riferimento alla facciata manieristica e alla famosissima finta prospettiva del Borromini, ho individuato una selezione di opere, corrispondenti a quelle che lo stesso sito della Galleria Spada evidenzia, fornendone degli approfondimenti con appositi link. La semplificazione del messaggio non sarebbe però bastata a catturare l’attenzione auspicata, per cui ho continuato a lavorare unendo, alla semplificazione, l’animazione innescando curiosità su dettagli, scene, personaggi delle opere con delle domande cui i ragazzi potevano rispondere liberamente, secondo le loro conoscenze, le loro intuizioni e la loro fantasia. Le loro risposte sono state poi messe a confronto con la risposta corretta che confermava, definiva meglio o smentiva quanto era stato ipotizzato approfondendo con considerazioni sulle corrette osservazioni o sugli errori commessi.

Un ulteriore elemento è stato l’uso del fumetto. Laddove il soggetto dell’opera lo consentiva, ho fatto interloquire i personaggi con la modalità grafico-espressiva della nuvoletta: quella del dialogo e quella del pensiero. In questo modo la vicenda storica o leggendaria (es. l’incontro di Marco Antonio e Cleopatra) o il mito (es. Apollo e Dafne), erano raccontati tramite lo scambio di battute o i pensieri dei personaggi. In altri casi, l’autore stesso (es. Tiziano, Bernini … attraverso loro ritratti o autoritratti), i ritratti (card. Bernardino Spada, il botanico) o le sculture (filosofo greco, allegoria del sonno), si rivolgevano direttamente agli studenti, presentandosi. La partecipazione degli alunni è stata un successo. Ulteriore conferma dell’efficacia del lavoro, mi è stata data al momento della visita, quando diversi ragazzi ricordavano quegli episodi raccontati dai dipinti che erano stati resi in forma di fumetto. In generale, molti alunni collegavano il ricordo delle opere che avevo mostrato in classe, ai dipinti visti ora dal vero.

Il lavoro è stato enorme, ma il piacere di scoprire anche io aneddoti sconosciuti, imparare cose nuove o godere delle bellezze della Galleria ha reso tutto piacevole e gradevole: mi sono divertito a conoscere cose nuove (non si finisce mai di scoprire ed imparare) esattamente come accaduto ai ragazzi.

All-focus

La gara all’interno della galleria

Prima dell’uscita didattica ho preventivamente organizzato delle squadre alle quali ho, ovviamente, attribuito il nome di celebri artisti (Artemisia Gentileschi, Borromini, Tiziano, Leonardo …), composte ciascuna da quattro studenti.

Giunti sul posto, ho consegnato ad ogni squadra una scheda con delle domande cui potevano risponde solo muovendosi nella Galleria alla scoperta delle opere e dei loro particolari. I componenti della squadra avevano il compito di collaborare per ricercare, all’interno o all’esterno delle composizioni pittoriche, quegli elementi o informazioni che venivano richiesti nelle schede aiutandosi con le indicazioni presenti nelle sale (a volte quasi invisibili) e chiedendo aiuto ai guardiani responsabili di sala.

Ma che tipo di domande sono state poste agli studenti? Quali erano i dati che andavano ricercati? A mo’ di esempio: gli oggetti collocati nelle mani di uno specifico personaggio, la tipologia di frutti, ortaggi o animali presenti, l’azione svolta da un dato personaggio (uomo o animale che fosse), il riconoscimento dell’elemento paesaggistico sullo sfondo, il gesto, l’azione o le caratteristiche di un ritratto, colori, materiali e tecniche, date e luoghi di realizzazione, autori, eccetera.

Ogni sala aveva il suo gruppo di quesiti, in modo da limitare gli spostamenti alla singola sala espositiva. Le squadre, ovviamente, per evitare un affollamento eccessivo all’interno di un solo ambiente. non hanno iniziato tutte nella stessa sala e, dopo innumerevoli raccomandazioni di attenersi ad un comportamento di compostezza e rispetto dei luoghi, i ragazzi hanno iniziato la gara aggirandosi liberamente tra le quattro sale del museo. Tendenzialmente, terminate le domande in una sala, passavano alla successiva. I ragazzi avevano massima libertà per individuare il dipinto di cui si chiedeva conto come scaricare il catalogo sul proprio cellulare, effettuare la ricerca su un elenco cartaceo a disposizione dei visitatori, cercare su internet ….

Posso affermare con una buona dose di soddisfazione che l’attività ha coinvolto molto positivamente i ragazzi i quali, nella stragrande maggioranza, si sono lanciati con impegno e divertimento nella ricerca dei dettagli all’interno delle opere d’arte, spinti, non neghiamolo, più dal puro gusto per il gioco che dallo spirito competitivo, anche se i premi sono consistiti in sacchetti di dolciumi agognati da tutti.

La premiazione

Ogni squadra aveva a disposizione 85 punti da totalizzare in un tempo fissato a 60 minuti. Per la premiazione ho predisposto una nuova presentazione in PowerPoint con la quale, con effetti sonori) e visivi (ad esempio l’inserimento di animated gif di opere d’arte famose dal sapore decisamente comico o di medaglie di bronzo, d’argento e d’oro in movimento), sono state proclamate le posizioni in classifica, dall’ultima alla prima, ciascuna premiata con dolci e leccornie donate dalla prof.ssa Rosella Prochilo. Rispettando gli “onori” dovuti ai primi tre classificati, attraverso una quantità superiore di leccornie da assegnare loro, la professoressa non ha però dimenticato i premi di consolazione. Insomma ogni alunna e ogni alunno ha ricevuto comunque il proprio premio per la partecipazione e nessuno è rimasto senza caramelle o cioccolatini. Neanche chi quel giorno non ha potuto partecipare all’uscita scolastica o, magari, nel gruppo ha fatto solo da rimorchio (accade, purtroppo, molto spesso anche fra gli adulti).

Chiudo questo breve resoconto, ringraziando le colleghe della terza e seconda H per la costante disponibilità, la collaborazione, l’entusiasmo, la passione, il senso di responsabilità e direi l’umanità che ogni giorno mettono e trasmettono nel proprio lavoro che sono per me fonte di stima, ispirazione e stimolo a fare di più e meglio sapendo di poter fare affidamento su un reciproco supporto in tutte le attività che ideiamo e poniamo in essere.

Prof. Antonello Nobile