Il fenomeno giovanile dei cantanti mascherati

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Sanremo
Sul palco stasera Junior Cally

Dalla Carlucci a Sanremo, i travestimenti sono il trend del momento.

di Pamela Stracci

É appena terminato pochi giorni fa il programma televisivo, proposto dalla RAI nel format italiano, “Il cantante mascherato” condotto da Milly Carlucci: personaggi famosi si sono sfidati, a suon di canzoni, con in volto delle variopinte maschere carnevalesche, in una sorta di impersonificazione dell’artista stesso, limitato nella espressività e gestualità dagli ingombranti travestimenti.

É stato uno spettacolo di  successo e un’ indubbia novità ma anche la conseguenza di un fenomeno, molto più esteso, soprattutto tra i ragazzi, che merita attenzione. La domanda è scontata: cosa hanno voluto trasmettere gli autori del programma utilizzando le maschere per le esibizioni? Probabilmente solo instillare curiosità tra i telespettatori ma, perchè nò, si potrebbe ipotizzare anche, che abbiano voluto stravolgere i canoni artistici. Le doti canore dei cantanti sul palco sono passate in secondo piano rispetto alla scenografia della maschere, un aspetto rilevante per i giurati  nella scelta del voto. Come nel caso dell’intrigante coniglio Teo Mammucari che ha stravinto su cantanti come Al Bano e Fausto Leali, ritenuti “mostri sacri” della musica italiana. 

I critici più costruttivi, invece, potrebbero vedere questa novità come un invito a guardare al di là del personaggio famoso per scoprirne i risvolti più profondi ed essenziali. Di fatto quella del cantante mascherato è una moda che ultimamente spopola  tra i giovani anche grazie ai social che sono una vetrina incredibile e alla portata di chiunque. Incuriosisce comunque come, mentre da un lato si cerca la celebrità in modo quasi compulsivo, tra selfie, animazioni e filmati, dall’altro, sulla via della fama, i ragazzi preferiscono nascondere la propria identità. E così tra i giovani hanno successo, solo per citarne alcuni, personaggi come Myss Keta, una provocante rapper italiana dal volto coperto da occhiali e mascherina, Mezzosangue , cantante che si esprime sotto un passamontagna, Tha Supreme , il rapper italiano, record di acolti, che si presenta con il suo alter ego, un cartone animato che lo rappresenta come un ragazzo, felpa viola e giacchetto, metà angelo e metà demone. Una lista di cantanti mascherati che prosegue all’estero: il duo francese Daft Punk, gli svedesi Ghost B.C. sono solo altri esempi.

Cosa spinge questi giovani a raccontarsi dietro una maschera? Forse la possibilità, come dice Myss Keta, di “dare voce a dei pensieri che appartengono a tante persone”, oppure poter dire cose che a volto scoperto non si avrebbe il coraggio. Oscar Wilde diceva: “Datemi una maschera e vi dirò la verità”.

Potrebbe essere solo una trovata pubblicitaria, fare ‘gossip’ per attrarre attenzione su  un personaggio. Per i più maligni la maschera cela un difetto fisico o un malessere interiore, forte timidezza e imbarazzo ad esporsi in pubblico. I ragazzi cercano di emergere senza essere giudicati  per le loro problematiche, in una società che li vuole perfetti?  Più banalmente si può pensare che, fuori dai riflettori, desiderano semplicemente una vita normale o forse sentirsi un po’ come un super eroe. Un’esigenza in completa antitesi con quelli che sono i canoni del “personaggio pubblico”.

Junior Cally. Il rapper romano canta con il volto coperto da un passamontagna tempestato di brillanti o con una maschera antigas. Fortemente voluto dal direttore artistico, Amadeus, a Sanremo, la sua partecipazione ha scatenato molte polemiche e diventato un caso nazionale. ” Uno che inneggia al femminicidio e allo stupro non può andare a Sanremo, equivale a sdoganarlo.” il commento di Red Ronnie. Il conduttore televisivo, autore e storico esperto di musica, ha fortemente condannato la scelta di Amadeus.

Alla vigilia del Festival di Sanremo una riflessione su questo fenomeno globale era quindi d’obbligo: vedremo cosa succederà!