AVEVAMO RAGIONE RIGUARDO ALL’IDROSSICLOROCHINA

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I più attenti lettori ricorderanno di certo che per due volte, sia l’anno precedente che l’attuale, ho pubblicato il mio protocollo terapeutico riguardo alla terapia domiciliare dell’infezione Sars-Cov19.

ossiclorochna
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Delle linee guida che si ribellavano alle direttive dell’Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) e ribadite dell’ISS (Istituto superiore di sanità) che si basavano solo sulla “tachipirina e vigile attesa”. Non mi vanto certamente di essere stato il solo in Italia (uno dei primi si) perché molti altri colleghi, basti pensare al Comitato cura domiciliare Covid-19, hanno fatto altrettanto. Già da alcuni giorni il Tar del Lazio ci ha dato ragione ritenendo che i medici territoriali “possono prescrivere farmaci che ritengono più opportuni”.
Anche la Regione Piemonte ha deciso di fare da sola stilando un protocollo delle cure a domicilio del tutto simile al mio. La polmonite interstiziale provocata dal coronavirus attuale è da considerarsi una malattia autoimmune che coinvolge alveoli e capillari polmonari.

 

Seguendo anche i lavori del prof. Rault (Direttore di malattie infettive e tropicali dell’Università di Marsiglia) ma basandosi sulla mia esperienza clinico- pratica sul territorio ho sempre sostenuto l’impiego precoce, sin dai primi sintomi, dall’idrossiclorochina associata all’antibiotico macrolide (azitromicina), ai Fans (oppure ai corticosteroidi se la febbre persisteva), all’eparina sottocute (specie se il malato era allettato), alla vitamina C e D, ai fermenti lattici ed oligoelementi.
Ho curato 40 pazienti positivi al test molecolare Cov-19 guarendoli ed evitando il loro ricovero ospedaliero.Tante, troppe polemiche sull’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico che costa 6 euro.Mi domando ancora il perchè dal momento che si utilizza nelle malattie autoimmuni (per es. il Lupus eritematoso sistemico) per la sua proprietà non solo antinfiammatoria ma di contrastare efficacemente la reazione autoimmunitaria.Sono felice che sia i giudici amministrati del Lazio e la sanità del Piemonte abbiano ora riconosciuto la necessità di un protocollo specifico, riguardo alla pandemia virale, nella terapia domiciliare.