12 SETTEMBRE 2020 TUTTI IN PIAZZA CONTRO IL 5G

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colpo di stato

Per contrastare il c.d. Decreto Legge Semplificazioni, scongiurando la conversione in legge di un vero e proprio colpo di Stato elettromagnetico, Alleanza Italiana Stop 5G promuove a Roma una manifestazione nazionale unitaria Stop5G dal titolo: “PER LA MORATORIA, LA COSTITUZIONE, LE LIBERTA’ E L’AUTODETERMINAZIONE DIGITALE”.

Si terrà sabato 12 Settembre 2020, insieme a comitati civici, medici, scienziati, giuristi, politici e personaggi dello spettacolo, invitati anche i Sindaci per la precauzione.

E che il Governo sia consapevole degli incombenti gravi rischi tanto da spingersi nell’ipotizzare persino i danni causati a terzi, lo si capisce dall’art. 36, dove al punto 7 del c.d. Decreto Semplificazioni, nelle Misure per l’Innovazione derivabili dai processi di trasformazione e innovazione digitale si afferma: “L’impresa richiedente è in via esclusiva responsabile dei danni cagionati a terzi in dipendenza dallo svolgimento della sperimentazione”.

12 settembre 2020 a Roma tutti in piazza

Lo stesso articolo, poi, chiarisce che non dovrebbero esserci deroghe in materia di salute pubblica, senza però indicare limiti ambientali della sperimentazione. Svilite quindi le richieste di tutela espresse da milioni di cittadini ma recepite da 583 Comuni d’Italia che a vario titolo hanno adottato legittimi provvedimenti amministrativi in difesa della salute pubblica, richiamata spesso negli atti approvati la particolare condizione di quanto soffrono dei campo elettromagnetici nella preoccupante crescita del numero di malati della sindrome immuno-neuro-tossica dell’eletto-iper-sensibilità – riconosciuta tra le malattie rare dalla Regione Basilicata – che col 5G non troverebbero scampo dall’irradiazione ubiquitaria, denunciando la deriva incostituzionale del c.d. Decreto Legge Semplificazioni si ricorda come già nel 2003 la Corte Costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale per eccesso di delega dell’intero Decreto Legislativo 198/2002, noto anche come “Decreto Salva Antenne Gasparri”, caduto anche perché prevedeva l’inopponibilità degli enti comunali all’installazione di infrastruttura tecnologica identificate come opere di prima urbanizzazione in deroga a qualsiasi strumento urbanistico.