VIA APPIA VERSO L’UNESCO

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Rome, Italy - 20 February 2021 - The archeological ruins in the Appian Way of Roma (in italian: "via Appia Antica"), the most important Roman road of the ancient empire, named "regina viarum". Here a view of monumental street.

LA VIA APPIA È L’OTTIMA CANDIDATURA ITALIANA ALL’ UNESCO PER IL 2024.

di Arnaldo Gioacchini*

Nello specifico si parla della Lista, assolutamente più importante ( ad es. esistono pure le Liste dei Patrimonio Immateriali e delle Memorie del Mondo – ndr) dell’UNESCO che è la World Heritage List che è quella nella quale l’Italia è prima al mondo con 59 Siti  seguita dalla Cina con 56, terza è la  Germania con 51 a cui seguono, a pari merito, Francia e Spagna entrambe con 49. Il primo Sito che ottenne il nostro Paese fu con i Petroglifi ( le incisioni rupestri – ndr) della Val Camonica che fu il 94° Sito di tutto il pianeta, correva l’anno 1979, nel 1980 chi scrive andò nel luogo suddetto ed identificò, ed il tutto fu confermato dalle successive indagini archeologiche, in un petroglifo, un guerriero etrusco che “incrociava” la spada con uno camuno.

Tanto per mettere un punto fermo ricordiamo che l’Italia aderì alla Convenzione dell’UNESCO (come è noto si tratta dell’ Agenzia ONU dedita totalmente alla Educazione, alla Scienza ed alla Cultura – ndr) il 23 giugno 1978 con il suddetto primo Sito riconosciuto nel 1979 durante la terza Sessione del Comitato dell’UNESCO (Comitato dell’UNESCO di cui, fra l’altro, l’Italia, a tutt’oggi, non fa neppure parte). I 59 Siti attribuiti al nostro Paese sono:  53  di tipo culturale e 6 di tipo naturale. Va detto anche che 7 di essi sono parte di Siti Transnazionali (condivisi con altre nazioni). l’Italia con i suoi 53 Siti Culturali è il Paese al mondo, in assoluto, con il maggior numero di Patrimoni UNESCO di tipo culturale. Detto dell’Italia e della sua assoluta primazia in materia, va ricordato come, attualmente, sono 1154 i Siti riconosciuti dall’UNESCO ed iscritti nella World Heritage List ed appartengono a 167 Paesi del mondo.

Andando alla Via Appia, candidata italiana (con le massime chances) per il 2024 a Sito UNESCO va subito detto che è una strada lunga 650 chilometri e va da Roma a Brindisi (l’antica Brundisium) ed era considerata dagli Antico Romani la Regina Viarum ( la Regina delle Strade) che consideravano il porto di Brindisi, la “porta” fondamentale per le rotte commerciali (e militari) verso la Grecia e l’Oriente. A proposito di rotte militari la sua historia  ha ben proseguito anche all’epoca delle Crociate se si considera che la Prima Crociata iniziò nel 1096 per terminare nel 1099 (siamo quindi nell’Alto Medioevo che è il periodo del Medioevo più lontano da noi – ndr). La via Appia è anche la via più antica del mondo (tanto per fare un esempio la Via Aurelia, che nel suo primissimo incipit andava solo da Roma fino a Cerveteri!, è “solo” del 261 a.C.) in considerazione di quando fu realizzata fra la fine del IV secolo a.C. ed  III sec. sempre avanti Cristo.

L’antica Via Appia è stata sempre universalmente considerata una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per la grandissima importanza economica, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana e non solo. Chiaramente avendo alle sue spalle più di 2.000 anni di storia ha vissuto, nei vari ambiti del suo tracciato originale, parecchie metamorfosi anche se poi, particolarmente nel suburbio della città di Roma, molti tratti sono ancora oggi ben  conservati e percorribili ed, ovviamente, meta ambita del turismo archeologico che si avvale anche dell’istituito Parco Archeologico ed in questo senso anche per facilitarne la percorrenza e la miglior fruizione possibile dei circa 16 chilometri ( di cui la maggior parte ancora in basoli antico romani con ben incisi i segni dei carri civili e militari che, nei secoli, l’hanno frequentata percorrendola in lungo ed in largo) i quali partono da Piazzale Numa Pompilio ( Porta Capena) a Roma e arrivano fino alla Località di Santa Maria delle Mole  in località Frattocchie nel comune di Marino.

Data la lunghezza del percorso si è provveduto a dividerla in tre grandi sezioni:
l
a prima che va da Porta Capena alla Tomba di Cecilia Metella (splendido mausoleo databile alla metà del I° secolo a.C. ed alto più di 50 metri), la seconda che va dalla splendida ed insuperabile Tomba di Cecilia Metella al Mausoleo di Casal Rotondo e la terza ed ultima parte che va dal Mausoleo di Casal Rotondo ed arriva alle Frattocchie.


Manco a dirlo sono più che i
nnumerevoli le testimonianze storico-archeologiche presenti lungo questa parte dell’ asse viario conosciuto dall’antichità come  quello della “Regina Viarum”, la Regina delle Strade così come veniva nomata l’Appia Antica. Nella circostanza è da registrare il pertinente dichiarato dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che ha detto : “Un’ottima notizia per la nostra Regione che sia l’Appia, la “Regina Viarum”, la candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2024. Un grande risultato del Ministero della Cultura e di un grande lavoro fra 4 Regioni, 13 città metropolitane e province, 73 Comuni, enti parco e università. Simbolo del genio ingegneristico romano, la Via Appia è un itinerario da valorizzare e da mettere al centro di un turismo lento che, certamente, la porterebbe ad essere uno dei più grandi cammini europei”. “L’ Appia – ha aggiunto Rocca – è stata per i romani il collegamento con la Grecia, con l’Oriente e quindi con storie, commerci e culture che hanno plasmato l’Occidente moderno. Nessuna strada come l’Appia è stata pensata e realizzata per educare alla Bellezza, un percorso rivolto agli occhi, alla mente, all’anima che dobbiamo sempre più valorizzare e proteggere”.

Una dichiarazione che ci sentiamo di condividere in quanto la candidatura italiana all’UNESCO della Via Appia è sicuramente una delle più azzeccate e valida in assoluto degli ultimi anni e chi scrive lo dice con 43 anni di esperienza e frequentazione dei Siti UNESCO di tutti i tipi e di tutto il mondo.

*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO