ROMA: LA MALEDIZIONE DI PAPA MASTAI

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papa mastai

UNA CONDANNA CHE INCOMBE SUL PALAZZO DEL QUIRINALE

L’anatema di Papa Pio IX ancora oggi aleggia tra le stanze del Quirinale: una maledizione che nel corso del tempo ha reso aspri i rapporti tra i Presidenti della Repubblica, che si sono succeduti, e il Colle, sul quale ha sede il Palazzo omonimo.

Nato il 13 maggio 1792 a Senigallia, eletto Papa il 16 giugno 1846, muore all’inizio del febbraio del 1878 e viene sepolto a Roma, presso la Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Quella di Giovanni Maria Mastai-Ferretti è la figura di un Pontefice molto complessa, con una preparazione teologica molto approssimativa. Caratterizzato da un’indole contraddittoria: genuinamente religioso e devoto, aspetto maestoso e affascinante, uno spirito comunicativo e umoristico, amante della popolarità, tuttavia suscettibile e poco empatico, spesso era condizionato dall’ultima opinione che gli veniva proposta prima di prendere la decisione finale. Amante delle cose belle, appassionato di musica, mirabile violinista.

Nell’anno 1848 l’Europa è scossa dai moti rivoluzionari, in particolare Roma con le sue sommosse popolari. Nel momento in cui Carlo Alberto (1798-1849) dichiara guerra all’Austria, la Capitale è inondata da un travolgente entusiasmo.

Via i barbari!

Pio IX si trova di fronte a un tortuoso dilemma che scioglie facendo una dichiarazione, segnando un momento di svolta per il suo pontificato, che lo renderà un traditore agli occhi di tutti: essendo lui il rappresentante in terra di Dio in pace non poteva naturalmente prendere parte ad alcuna guerra contro nessuno, perché era suo dovere amare tutti i popoli in egual maniera. Per tutta risposta i rivoltosi circondano Mastai-Ferretti nel Palazzo del Quirinale e pretendono da lui una dichiarazione di guerra contro l’Austria. Esterrefatto dalla paura il pontefice decide di fuggire e, travestitosi da semplice prete, con l’aiuto dell’ambasciatore bavarese Karl von Spaur (1794-1854), trova rifugio a Gaeta per quasi un anno e mezzo.

Palazzo del Quirinale

Al momento della fuga dalla sua reggia Papa Mastai lancia una terribile maledizione su chiunque vi si fosse stabilito dopo la sua cacciata. La leggenda ci tramanda che l’ultimo Papa a soggiornare al Quirinale sia stato proprio Pio IX (1792-1878), ultimo sovrano dello Stato Pontificio, dal 1846 al 1870. Così nel corso del tempo i rapporti tra re, Presidenti della Repubblica con il Quirinale non sono mai stati molto sereni. Pur non essendo documentata e rimanendo quindi una leggenda, una base di verità sembra esserci: l’anatema infatti potrebbe collegarsi a una circolare diffusa dal Segretario dello Stato Vaticano, Monsignor Antonelli, dopo la nascita del Regno d’Italia e della conquista di Roma, che recita: <<Vittorio Emanuele ha commesso un attentato di fronte al quale era rifuggito lo stesso Mazzini allorquando nel 1848 proclamava la sua Repubblica>>.

Quando Roma è stata vittima di una terribile inondazione, il re si reca in visita alla popolazione e, in quell’occasione, una vagabonda gli predice che sarebbe morto al Quirinale e così accade. La maledizione ha colpito tutti i componenti della famiglia Savoia. Tra i Presidenti, Enrico De Nicola (1877-1959) se ne è tenuto sempre alla larga, preferendo vivere invece a Palazzo Giustiniani (soprannominato “il Piccolo Colle”) per tutta la durata del suo mandato; Luigi Einaudi (1874-1961). si è offerto di andare a lavorare tutte le mattine al Quirinale, ma a patto di poter tornare a casa sua a dormire, anche se per diversi motivi non gli è stato possibile tenere fede a questa decisione. Così molte altre peripezie colpiscono i loro successori; una crisi ancora oggi non risolta.

Un Papa dunque liberale, divenuto poi traditore, che termina il pontificato più lungo, ma anche più drammatico della storia ecclesiastica; vissuto nel passato, ancora oggi è un personaggio molto discusso.

Flavia De Michetti