Roma: il Lago di Piazza Navona

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lago di Piazza Navona

Sfoggio di creatività e originalità

Tutti li sabbiti e le domeniche d’agosto, s’atturava la chiavica de la funtana de mezzo de piazza Navona, e la piazza ch’era fatta a scesa, s’allagava tutta. Che bber divertimento!Giggi Zanazzaro, studioso delle tradizioni del popolo romano e poeta in romanesco.

Nel passato, in uno dei luoghi più belli e visitati di Roma, qualcuno ha avuto un’idea particolare: creare un lago artificiale proprio nel centro di Piazza Navona.

Il 23 giugno del 1652, Papa Innocenzo X, un uomo scostante e determinato ad accrescere la fama della propria famiglia (i Pamphili) la quale ambiva ad avere una reggia e Piazza Navona la corte di accesso di quest’ultima, ha dato origine a una tradizione, che aveva come scopo quello di rinfrescare durante la stagione più calda e far divertire i romani appartenenti a qualunque ceto sociale.

A partire da quel giorno, ogni sabato e domenica di agosto venivano chiuse tutti i tombini e le condutture fognarie in modo tale che, nell’arco di un paio d’ore, l’acqua straripasse dalle vasche e la piazza si trasformasse in un vero e proprio laghetto profondo circa 50 cm.

Questo, con qualche piccolo accorgimento, era possibile sfruttando la forma concava che la piazza possedeva a quei tempi. Durante questi fine settimana di divertimento sono stati tramandati molti racconti particolari dalla memoria popolare, inventando anche leggende e tuffi prodigiosi.

Famiglie nobili che trasformavano le proprie carrozze in gondole o piccole navi, fatte di carta pesta o legno, a volte con tanto di vele e uomini che remavano; dominati dall’entusiasmo, alcune persone si spogliavano completamene nudi per fare il bagno (in seguito è stato emanato un editto che proibiva tali pratiche); nonostante la scarsa profondità qualcuno ha perfino rischiato di affogare. Altri, invece passavano sul lago solo per pulire le ruote del proprio calesse. Un cronista ha perfino riportato un episodio avvenuto nel 1730, quando il figlio del Re di Inghilterra si divertiva a lanciare delle monete nell’acqua e a guardare i ragazzi riprenderle affannosamente (un preludio di ciò che sarebbe accaduto in seguito alla Fontana di Trevi).

Dopo solo qualche anno, nel 1676, viene presa la decisione di sospendere questa usanza, principalmente per motivi igienici e per timore di epidemie. Si riteneva, infatti, che l’acqua stagnante non sarebbe stata salutare per i cittadini, come dichiara il medico del Pontefice Giovanni Maria Lancisi. Tuttavia, nel 1701, viene ripresa questa amata tradizione, per celebrare della visita ufficiale della Regina di Polonia a Roma. In questa occasione la Sovrana ha potuto anche assistere ai piccoli spettacoli musicali sullo sfondo di magici scenari, che spesso venivano organizzati durante gli allagamenti. Un vero e proprio spettacolo e divertimento, al quale nessuno mancava. Tutti i fine settimana, le persone, fuori dai loro balconi, ammiravano questo fantastico sfoggio di creatività e originalità.

Il lago di Piazza Navona sopravvive per un lungo periodo di tempo, così come il poeta e studioso di tradizioni romane, Giggi Zanazzo (1860-1911), racconta nei suoi scritti. “La mmatina ce s’annava in carozza, o in carettella. Io m’aricordo d’essece ito co’ mmì’ padre a sguazzà’ in de ll’acqua, pe’ ffa’ sciacquà’ le róte infangate de la carozza, quanno aritornamio da le grotte de Testaccio”.

Flavia De Michetti