Racconti d’artista, Caravaggio: “A bottega da Peterzano”

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Caravaggio

IL PRIMO DIPINTO DI GUIDO VENANZONI SULLA VITA DI CARAVAGGIO.

La breve e straordinaria vita di Michelangelo Merisi ha inizio a Milano nel 1571 il 29 settembre, festa di san Michele Arcangelo.

Figlio primogenito nato dalle seconde nozze di Fermo Merisi con Lucia Aratori, Michelangelo trascorre la sua adolescenza, insieme ai fratelli Giovan Battista e Caterina, tra Milano e il piccolo borgo nel bergamasco da cui provengono entrambi i genitori e dove la famiglia si trasferisce nel 1577 per sfuggire alla terribile pestilenza che devastava Milano. Il padre Fermo, definito nei documenti “magister”, qualifica che al tempo designava tanto gli artigiani quanto gli architetti o i pittori, era maestro di casa dei signori di Caravaggio. A conferma dei rapporti di stima e protezione che legavano la famiglia Merisi agli Sforza, i documenti attestano che il marchese Francesco I – marito di Costanza Colonna, figlia del celebre Marcantonio eroe della battaglia di Lepanto – partecipa alle nozze di Fermo e Lucia in qualità di testimone. Questi legami avranno grande importanza in seguito, quando a Roma Caravaggio potrà contare in più occasioni sull’aiuto e l’appoggio della potente famiglia Colonna. Nel 1578 Fermo muore, forse di peste, e qualche anno dopo il tredicenne Michelangelo viene mandato a studiar pittura a Milano nella bottega di Simone Peterzano, il quale, nel contratto datato 6 aprile 1584, si impegna a tenere per quattro anni presso di sé il giovane. Questa è l’unica notizia certa riguardo la formazione di Caravaggio.

“Ho cercato di documentarmi il più possibile per eseguire questo dipinto storico e di immaginarmi gli eventi verificatosi in quel tempo: la mamma Lucia con i figli da mantenere e da far studiare e con sicuramente una non agiatezza economica. Mi è piaciuto pensare ad una bella collaborazione tra il maestro e l’allievo pensandoli esattamente come li ho realizzati, Il giovane allievo assetato di tecnica pittorica sognava di diventare come il suo maestro, inoltre penso che vivendo per quattro lunghi anni insieme, forse Peterzano per il ragazzo sia stato oltre che il maestro anche un padre.

Per impersonare Caravaggio ha posato gentilmente un ragazzo venuto da Roma del quale purtroppo non ricordo il nome, per Simone da Peterzano l’amico Francesco Prato di Ladispoli. Ho cercato di ricostruire l’ambiente di una bottega del tempo. Le vesti sono state studiate e realizzate artigianalmente sia per la forma che per la fattura”.

Questo dipinto fa parte di una serie di sette tele di grandi dimensioni che illustrano momenti salienti della VITA DI CARAVAGGIO esposte sotto invito del prof. Vittorio Sgarbi al museo di Doebbing a Sutri.
Guido Venanzoni
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