Leonardo non nacque a Vinci e sua madre forse era una schiava mediorientale

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Leonardo non nacque a Vinci, anche se non lontano da questo paese, ma bensì ad Anchiano una località collinare posta a 3,5 chilometri da Vinci (come a dire ad es. Leonardo  da Cerveteri ma nato al Sasso) in uno splendido luogo, costellato di vigneti e di piante di ulivo, sulle propaggini del Montalbano (Monte Albano), posto fra i torrenti Vincio e Quercetelle, ubicazione dalla quale si domina, a 180 gradi d’orizzonte,una bellissima ampia vallata, ancora oggi molto poco urbanizzata, con uno spazio aereo sorvolato stabilmente da varie coppie di grandi falchi i quali hanno eletto tale territorio a loro zona stabile di caccia in un continuo  splendido volteggiare librandosi, quasi senza mai battere le ali o stando fermi nel cielo “ a spirito santo”, sopra le loro prede prima delle loro velocissime picchiate repentine ma ragionatissime (sui 200 o più chilometri orari) per ghermirle all’improvviso ( e chi scrive, stando spesso, da vari anni, da queste parti ha assistito più volte a queste formidabili “discese”, riconoscendo ormai i vari falchi ( una decina quelli stanziali) ai quali ha dato, ormai, vari nomi d’epoca rinascimentale al maschile ed al femminile. Un andirivieni di questi splendidi rapaci, sicuramente più numerosi all’epoca del giovane Leonardo essendovi ai suoi tempi oltretutto una maggiore disponibilità predativa (anche se ancora oggi i luoghi, grazie alla loro realtà quasi incontaminata, presentano per i rapaci sempre ottimi “approvvigionamenti alimentari” nella brutale logica del “mors tua vita mea” che in natura, purtroppo, non guarda in faccia nessuno). Non è da escludere (anzi è quasi certo) che, cinquecento anni fa, durante l’infanzia del Genio nel cielo volteggiassero anche delle aquile o ivi stanzianti oppure, visto che il Monte Albano è una “costola” dell’Appennino dal quale si “stacca” al passo di Serravalle Pistoiese che è solo ad una ventina di chilometri da Anchiano, da esso provenienti.

La casa dove nacque Leonardo

Sta di fatto che nell’uno (i falchi) o nell’altro caso (le aquile), il  volo maestoso di tali grandi uccelli  non sfuggì affatto all’attentissimo Leonardo già eccezionalmente votato e dotato, di per se fin da bambino, alla massima attenzione andando a memorizzare magistralmente tutto ciò che vedeva in natura sia in ambito terrestre che aereo. Ed ora iniziamo il nostro “viaggio” insieme partendo, come ovvio, dalla sua nascita: Leonardo nacque il 15 aprile 1452  “alla terza ora della notte” (morì invece il 2 Maggio 1519 nel maniero – datogli in usufrutto dal re di Francia Francesco I° che nutriva nei confronti di Leonardo un’ammirazione sconfinata – di Clos – Lucé, posto vicino ad Amboise, all’età di 67 anni). È noto che Leonardo fu il frutto di una relazione illegittima del padre, il benestante notaio fiorentino Ser Piero, con una sua “presunta” domestica di nome Caterina; presunta perché secondo Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Leonardo da Vinci, il ventiquattrenne notaro Piero da Vinci era il proprietario di una schiava dal Medio Oriente appunto la succitata Caterina ( in originale forse Chataria italianizzata in Caterina e fatta convertire al cattolicesimo)  la quale dette alla luce un bimbo che fu chiamato Lionardo. E da ciò è scaturita la tesi secondo cui nelle vene di Leonardo scorreva anche sangue arabo; infatti uno studio dattiloscopico effettuato nel 2006, nota che la suddetta Caterina potrebbe essere stata una schiava venuta dal Medio Oriente; cosa questa sostenuta pure dalla ricostruzione di una impronta del Genio, ripresa da uno dei suoi disegni.

L’atto di nascita di Leonardo

Entrando nel dettaglio della ricerca del 2006, va detto che fu l’antropologo Luigi Capasso il quale affermò di aver ricostruito le impronte digitali dell’indice sinistro di Leonardo, sulla base di fotografie delle sue impronte su vari documenti passati sicuramente tra le sue mani. Capasso è giunto così alla conclusione che le caratteristiche distintive dell’impronta digitale suggerirebbe la possibilità che la madre di Leonardo, Caterina, fosse di origine mediorientale. Ma c’è dell’altro perché già in precedenza nel 2002 il direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci lo studioso prof.  Alessandro Vezzosi, aveva ipotizzato che la donna avesse potuto esser stata portata da Costantinopoli in Toscana come schiava turco-ottomana (cento anni prima l’Europa aveva perso addirittura un terzo della sua popolazione – si parla dai 30 ai 50 milioni di morti – a causa della cosiddetta Peste Nera e l’Italia non aveva, purtroppo, fatto certo eccezione con in particolare Firenze e dintorni in primis – ndr). Cosa che il Vezzosi nel 2006  ha ribadito affermando che la sua ricerca coincideva perfettamente con quella di Capasso, ma ha anche avvertito che la sua teoria non può esser stabilita con certezza in quanto non sono state trovate ancora le prove dell’atto di vendita della suddetta Caterina a Ser Piero in qualità di schiava ( non facile considerando quanto sopra – ndr). Forse è il caso di dire, a questo punto per correttezza d’informazione, da quale super studioso di Leonardo è giunta tale affermazione: Alessandro Vezzosi è un noto critico d’arte italiano, studioso di Leonardo, artista, esperto di studi interdisciplinari e museologia creativa, è anche autore di centinaia di mostre, pubblicazioni e conferenze, in Italia e all’estero su Leonardo da Vinci e il Rinascimento, arte contemporanea e design, fondatore e direttore a Vinci del Museo Ideale di Leonardo da Vincifra l’altro Professore onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e Ispettore onorario del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Primo borsista dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies dell’Università di California a Los Angeles. Ha curato la prima mostra di arte contemporanea in riferimento a Leonardo nel 1968. Esperto di museologia creativa, ha dato vita nel 1972 all’“Archivio Leonardismi” e a “Strumenti – memoria del territorio”; nel 2000 all’“Archivio delle impronte digitali di Leonardo” e al “Museo Ideale del Rinascimento”; recentemente alla “Libera Achademia Leonardi Vinci”. Critico d’arte dal 1976, si è occupato di “giardini delle meraviglie”, arte contemporanea, design … Leonardista dal 1979, ha curato nel 1989 il primo cd-rom “Leonardo. La pittura digitale”, nel 1994 la prima edizione multimediale del Codice Hammer-Leicester. Innumerevoli le mostre: fra le più recenti a Tokyo nel 2005, “Leonardo da Vinci. Il Codice Leicester”, con l’originale del manoscritto in collezione Bill Gates e con le interpretazioni del Museo Ideale di Vinci; nel 2006 ad Atene (“Leonardo Da Vinci. I segreti della creazione nell’arte e nella scienza. Dal Museo Ideale di Vinci al Megaron Mousikis di Atene”), e a Montecatini Terme (“Leonardo da Vinci. Mito e verità: riscoperte, attualità e nodi della conoscenza”). Ha tenuto conferenze dagli Stati Uniti al Giappone. Suoi libri e cataloghi sono stati pubblicati da editori di 19 Paesi in 18 lingue. Fra i suoi libri in francese: Léonard de Vinci. Art et Science de l’Universe, Gallimard, Paris, 1996 (da cui è stato realizzato l’omonimo film, per ARTE, in collaborazione con il Museo del Louvre, con la regia di Jean-Claude Lubtchansky); Léonard et l’Europe, 2001. Da luglio del 2007 è curatore scientifico della  “Libera Achademia Leonardi Vinci” presso il Museo del Bigallo di Firenze. C’è poi un’altra (affatto trascurabile) cosa, guarda caso Leonardo scriveva da destra verso sinistra e l’arabo è una lingua semantica che si legge e si scrive da destra verso sinistra perché, secondo la religione musulmana, ogni azione deve iniziare con la destra, che rappresenta il bene ed il giusto, mentre la sinistra rappresenta il male. La notizia della nascita del primo nipote fu annotata dal nonno Antonio (morto a 95 anni) padre di Piero e anche lui notaio, su un antico libro notarile trecentesco, usato come  memoria dei ricordi di famiglia ove sta scritto: “Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte (secondo il calendario gregoriano, il 23 aprile alle ore 21.40). Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Tonino, Pier di Malvolto, Nanni di Venzo, Arigo di Giovanni Tedesco, monna Lisa di Domenico di Brettone, monna Antonia di Giuliano, monna Niccolosa del Barna, monna Maria, figlia di Nanni di Venzo, monna Pippa di Previcone”. Manco a dirlo la madre non viene proprio citata ed anzi ci si sbrigò nei mesi successivi a trovargli un marito (forse corse pure un incentivo economico) che l’accettasse anche se già “compromessa” e la persona fu trovata in un tale Piero del Vacca detto l’Achattabriga che probabilmente faceva pure il soldato mercenario, come era certo facesse il di lui fratello Andrea. Va detto che il padre di Leonardo Ser Piero in quel periodo, nel quale nacque colui il quale diverrà il Genio dei Geni in assoluto, era già sposato con Albiera di Giovanni Amadori, dalla quale però non avrà figli. A conferma di quanto sopra molto interessante è anche quanto  si legge nella dichiarazione per il catasto di Vinci dell’anno 1457, redatta sempre dal nonno Antonio, ove si riporta che il detto Antonio aveva 85 anni e abitava nel popolo di Santa Croce (a Firenze – ndr), marito di Lucia, di anni 64, e aveva per figli Francesco e Piero, d’anni 30, sposato ad Albiera, ventunenne, e con loro convivente era “Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legittimo nato di lui e della Chaterina che al presente è donna d’Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci, d’anni 5”.Il padre di Leonardo si risposò tre volte per cui il Genio arrivò ad avere ben dodici fra fratellastri e sorellastre che, soprattutto nella fase ereditale, gli dettero, ed ebbero fra di loro, più di qualche problema. Questo primo articolo ne precede altri che parleranno di un Leonardo poco noto con notizie in proposito raccolte da chi scrive da molti decenni con una certosina e riflessiva cogitazione storica; per cui partendo da quanto sopra si passerà, attraverso il logico escurso temporale, a narrare molte cose riguardanti la vita di Leonardo. Fatti ed episodi, alcuni veramente molto particolari e fuori del comune, come non poteva essere altrimenti andando a parlare di cose riguardanti un Uomo eccezionale, il quale magari in determinate situazioni  ben lontane da quelle narrateci dai nostri, sicuramente utili in tutti i sensi, testi scolastici, visto che sempre assolutamente fuori dal comune era e si comportava, da  straordinario rivoluzionario innovatore assoluto quale fu, anche in campi nei quali, se uno seguisse pedissequamente quanto in genere viene detto e scritto su di Lui, mai si penserebbe che si fosse applicato,più volte, in cose che fece o sperimentò magari divertendosi come in un hobby ma che invece, incredibilmente, ci ritroviamo ai nostri giorni nella vita quotidiana. Non voglio svelare nulla ma penso e spero che nessuno si annoierà perché narrerò, scrivendo del più grande Genio che l’Umanità abbia finora mai avuto di …. e di …. etc. etc. Insomma cari amici lettori avete capito di cosa si parlerà prossimamente che comunque è appartenuto sempre, in toto, al geniale Leonardo. Un Leonardo “parallelo” forse meno noto al grande pubblico, ma non per questo meno affascinante, rimanendo costantemente nell’ambito del suo essere il più geniale di tutti.

                                                                                                     Arnaldo Gioacchini