Alcuni cibi possono interagire con i farmaci se presi nello stesso momento. Un esempio classico è quello delle tetracicline (Ambramicina, Minocin, Bassado etc…) che non vengono assorbite se assunte contemporaneamente con latte e derivati.
Pochi credo che siano poi a conoscenza che il succo di pompelmo, se assunto sia occasionalmente o meglio ancora per lunghi periodi, aumenta l’assorbimento intestinale (potenziamento di azione) dei farmaci antipertensivi-antianginosi quali i calcio antagonisti (amlodipina, Nifedicor gtt, Dilzene). Questo argomento va sotto il nome di interazioni farmacologiche. Vorrei limitarlo all’utilizzo dei fitoterapici. L’ananas è un frutto che può interferire con gli ace-inibitori (gli antipertensivi più utilizzati attualmente). Le bevande nervine (caffè, thé, guaranà, matè, cola) possono interferire con la teofillina (Aminomal, Ansimar utilizzati nell’asma).
L’utilizzo dei diuretici (assunti giornalmente in tante associazioni oppure da soli nell’ipertensione arteriosa) con i cortisonici, la radice di liquirizia, la corteccia della Cascara (stipsi) portano tutti ad una carenza di potassio (ipopotassiemia) con possibili danni aritmici cardiaci. Tutti coloro che prendono anticoagulanti (Sintrom, Coumadin) per problemi cardio-circolatori non solo devono evitare le “verdure a foglia larga” ma anche la comunissima cipolla. Molte volte l’I.N.R. (TAP), che deve essere in questi pazienti compreso tra 2-4, (anzi meglio se tra 2-3) non si riesce a stabilizzare proprio per l’assunzione sia del thé verde che di questo comune alimento.
Attualmente, rispetto al passato, le indicazioni cardiologiche della digitale si sono ristrette (controllo della fibrillazione atriale nello scompenso cardiaco per esempio). Sia il comune e utile biancospino che la crusca (ma anche l’orzo e l’avena) interagiscono con la digitale, con possibile riduzione del suo assorbimento.
Sapete poi che il finocchio può dare interazione con gli anticoncezionali orali?
Lo stesso si può dire per lo zenzero (nausea, vomito) che interagisce anche con l’acido acetil-salicilico (aspirina). Oltre al cranberry molto utilizzato come buon fitoterapico nelle cistiti recidivanti non febbrili è l’Uva ursina (Arctostaphylos uva ursi). I preparati con le foglie di questo fitoterapico agiscono bene se l’urina è alcalina (vegetali, latte) mentre sono completamente inefficaci se si assumono sostanze che acidificano l’urina (vino, carne, agrumi etc).
Tutte le mucillagini (semi di lino, la comune malva etc) possono influenzare negativamente l’assorbimento di alcuni farmaci. Un altro rimedio naturale contro la stipsi quale la Senna (ma ciò vale anche per altri lassativi antrochinonici) aumenta la possibilità di danno renale (nefropatie) se assunta assieme ai comunissimi antidolorifici – antinfiammatori quali i FANS. Tutti sono a conoscenza che l’uso quotidiano e ripetuto di dosi di liquirizia aumenta i valori di pressione arteriosa grazie ad un meccanismo antialdosteronico.
Pensate se viene assunta assieme allo spironolattone (Aldactone, Luvion) o ai farmaci antipertensivi risparmiatori di potassio (es. Moduretic) che cosa può accadere. Certamente un iperpotassiemia (aumento del K nel sangue) con talora gravi conseguenze cardiache (aritmie anche fatali). Un farmaco molto utilizzato nell’ipertiroidismo, quale il Tapazole, viene potenziato da una “innocente” pianta, moderatamente antiansiolitica, quale la Melissa.
Un altro fitoterapico che può portare ad una perdita di potassio è la radice del Rabarbaro (Rheum palmatum) specie se assunta assieme a cortisonici, la radice di liquirizia e diuretici tiazidici. Concludo con l’Iperico una pianta utilizzata come buon antidepressivo naturale. Oltre a non esporsi al sole perché dà, specie nei soggetti dalla pelle chiara, fotosensibilizzazione, può anche dare interazione con i farmaci narcotici (potenziandoli), quelli ipotiroidei, gli antiasmatici e persino i decongestionanti nasali.