Il giornalista, sfera pubblica e privata

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Chi siete in rete?

Vi siete mai domandati chi siete in rete? Cioè che tipo di descrizione e immagine date di voi stessi? É il caso di chiedervelo, soprattutto se di professione siete giornalisti. Questo perché ciò che avviene sui social network è un atto pubblico di comunicazione potenzialmente visibile a più di 2 miliardi di persone nel mondo!

Perciò la narrazione di se stessi è un atto da valutare che richiede la stessa cura dedicata alla professione e non soltanto quando si tratta di descrivere se stessi, dove anche le immagini hanno la loro rilevanza, ma anche mentre si parla del mondo. É bene ricordare che nel digitale si costruiscono relazioni.

Può essere utile al fine di non perdere credibilità porsi alcune domande, come:

  • che tipo di descrizione e immagine sto dando?
  • sono disposto ad interagire e comunicare?
  • Sono in grado di farmi carico del dissenso?
  • Ad investire energie e risorse nella gestione di quanto comunicato?

Un consiglio del social media manager è quello di aprirsi un blog dove chi vuole può farsi un’idea di noi; curare le proprie pagine personali, aggiornandole spesso nei contenuti; porre attenzione alle fonti. C’è una responsabilità di comunicazione anche nel privato. Porre la massima attenzione anche ai post che sembrano superficiali ma dalle conseguenze devastanti.

Ogni atto seppur nel profilo personale è un atto pubblico e come giornalisti dunque è necessario, quando interveniamo, ricordare l’effetto pubblico. Inoltre le percezioni degli altri sono reali quanto i fatti, è fondamentale ricordare l’esistenza di sensibilità diverse, come quando si scrive per lavoro. Per concludere il giornalista social deve porre attenzione anche ai messaggi privati, ricordando che il privato su una piattaforma digitale è facilmente riproducibile. Non è come una parola detta a voce, diventa un contenuto che potrebbe essere trasportato in altro contesto e riprodotto all’infinito nel digitale.
Questo significa, non averne paura ma averne grande consapevolezza e saper gestire le conversazioni.