Gli StraFatti di Toni Moretti

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Politica

Alle undici di domenica mattina, erano ancora tutti sotto la palma di piazza Aldo Moro, che fu sede istituzionale dei contorcimenti interni della sinistra cerveterana ma che, per questa tornata, se ne appropriata la destra, che della sinistra sembra abbia imparato l’arte del contorcersi fino a raggiungere limiti dal sapore psichiatrico che si avvicinano alla autocastrazione.  

Certamente il tutto è dovuto al fatto che quanto è accaduto non è stato il frutto di confronti anche sofferti delle varie componenti locali, ma al contrario, lo svolgimento di un “compitino” dettato dai presunti “guru” della politica, che insistono ad avere parte in causa forti di un presunto potere che gli deriva da intrecci famigliari mescolati ad interessi economici derivanti da terreni da valorizzare ceduti ai noti palazzinari e basato su clientele che arrivano a toccare ogni membro delle famiglie interessate che probabilmente, da cinquanta anni e più subiscono veti, ricorsi, cause, sentenze e quant’altro, ottenute dal Principe per antonomasia, ultranovantenne ma ancora lucido nel suo essere. 

Negli ultimi cinquanta anni si è alternata una classe politica di faccendieri ed incompetenti capaci soltanto di mantenere l’equilibrio tra i veti incrociati dei contendenti, mungendo e abbeverandosi per la loro squallida sopravvivenza, ora l’una ed ora l’altra mammella della stessa mucca che ha permesso che non si potesse arrivare a nessuna forma di sviluppo, rendendo Cerveteri e le sue frazioni, una città dormitorio ai margini dell’area metropolitana.

E ancora loro, vecchi democristiani riciclatisi nel tempo in Forza Italia prima ed in Fratelli d’Italia ultimamene, gestiscono a loro modo quegli intrecci perversi familiari e di clientele. Pascucci? Pascucci lo ha fatto in maniera nuova, da grande affabulatore quale egli è, è riuscita perfino a salvare dal fallimento l’Ostilia con una perimetrazione che prevede la costruzione di nuovi appartamenti a Campo di Mare e chiedendo un finanziamento, che ha ottenuto, ma non un contributo, un finanziamento che i cittadini restituiranno per fare un lungomare, che senza entrare nel merito della fattura, sarebbe stato onere della società suddetta, e quindi ha regalato, alla società Ostilia e lo ha spacciato come miracolo.

Moscherini, capace di navigare con ogni tipo di mare, sarebbe stato il continuatore più adatto e per questo è stato imposto dai “romani”. Spaccano una destra con qualche problema, arriva al ballottaggio ma ecco che il titolare della lista a lui collegata, “Legalità e trasparenza”, per risentimenti personali nei confronti di Salvatore Orsomando, presumibilmente oggetto, stando alle indiscrezioni che circolano, di presunte “venalità”, dichiara di non condividere più il percorso di Moscherini e non firma nessun apparentamento con velate diffide a chi volesse far apparire il contrario.

A Roma, da questa storia, viene esautorato Augello e delegato a trattarla Lollobrigida, ma non c’è stato nessun rientro da parte di Aldo De Angelis, nonostante pesanti nell’offerta di incarichi e di ruoli. E la Belardinelli? Ha seguito ciò che desideravano le sue liste. Si è apparentata per non togliere una opportunità di cambiamento alla città.. Sarà vero? Mah… 

Toni Moretti