DARIO ROSSI, UN VERO POETA A CUI CERVETERI DEVE MOLTO

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Dario Rossi

Dario Rossi è il “poeta di Cerveteri”, terra ricca di antichi tesori nascosti, sovente depredati, svenduti. Ho letto questo suo ultimo libro di poesie, l’ottavo: “Il Gelo all’ultimo rovo”.
E’ un ritratto perfetto della sua città (un tempo borgo, poi paese … molto prima ancora … metropoli etrusca) dipinto senza sfarzo, con i toni sommessi, quasi sussurrati, che gli sono consueti. Un inverno crepuscolare dall’elegante rima baciata densa di ricordi di quello che fu, di un‘umanità lontana immersa nello splendido scenario cerite.
<<La nelle valli, dove il Manganello scorre furtivo insieme con la Mola, la ginestra campeggia il suo mantello, l’upupa irata silenziosa vola ..>> (Canto IV) Cerveteri è la sua terra, il suo paese e lo canta in poesia come Angelo Alfani lo fa in prosa. E prima ancora come non ricordare quello straordinario archeologo autodidatta di Pasquale Cotzia? Terra generosa di talenti quella cerite. Il collega e attore Marco Valeri, Rita Papi, Ercole Zapicchi… Mi scuso con tanti altri che non ho conosciuto ne citato. E torno a Dario Rossi. E’ un ottimo poeta, limpido nella sua semplicità, senza “colpi d’ala” ne tantomeno “voli pindarici”, tranne “le giravolte strane d’una farfalla” (splendida immagine). Con simpatia e franchezza, per rimanere nella nostra Etruria, Cardarelli è inarrivabile, è di un altro pianeta. Anche salendo a Firenze, in Toscana, Palazzeschi è di un altro livello. Mi perdonerai Dario di questo mio giudizio? Fallo per la poesia che per me è la più bella: Si, Madre. Ricordi ti diceva <<Contempla le cose celesti>> E tu di rimando: <<Si, madre, sollevo le snelle pupille all’arco del cielo, ti vedo, confusa tra stelle, più bianche che fiore di melo>>.

Aldo Ercoli