CRISI E NEGOZI A RISCHIO CHIUSURA

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LA CRISI È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI: IL CARO CARBURANTI, LE BOLLETTE ALLE STELLE, L’AUMENTO DELLE MATERIE PRIME E TANTO ALTRO STANNO METTENDO A DURA PROVA CONSUMATORI, NEGOZI E AZIENDE.

La risposta riflessa è un taglio delle spese che spesso si traduce in una riduzione della qualità e nell’acquisto su internet. I conti a fine mese devono quadrare, ma preferire il web al negozio sotto casa corrisponderebbe al fallimento di tante attività che stanno lottando per superare questo momento delicato.

La chiusura dei negozi cittadini comporterebbe la perdita di svariati posti di lavoro con conseguente effetto domino che non farebbe altro che peggiorare le cose a livello locale. Una città con le saracinesche chiuse sarebbe una città morta. Negozi, bar e ristoranti si trovano maggiormente a rischio nelle città, dove il prezzo degli affitti è in aumento. La richiesta di aiuto arriva al limite del tempo per una vera crisi del settore terziario, che sta già facendo i conti con i postumi della crisi della pandemia. Basti pensare che i costi dell’energia sui fatturati delle imprese del terziario sono aumentati in media del +121%. Ci sono settori dove l’aumento arriva quasi a toccare il +200%.

Le conseguenze sono chiare: il 15% rischia di chiudere, mentre il 10% delle imprese di sospendere momentaneamente le attività. Schiacciati dai rincari, negozi e aziende hanno lanciato l’allarme sulla possibilità concreta di dover diminuire i giorni o le ore di servizio per limitare le spese dell’energia. I segnali di crisi acuta sono ormai già ben visibili. Chi non diminuisce l’orario di lavoro, sceglie di chiudere momentaneamente o definitivamente, aumentando il rischio di stagnazione dell’economia, in particolare in vista dell’inverno e delle festività natalizie. Ne risentono in particolar modo il settore turistico e della ristorazione.
I settori più sono colpiti:

• al +181% nel dettaglio alimentare;
• al +161% per alberghi-ricettività;
• al +123% per la ristorazione;
• al +119% e +116% per i negozi non alimentari e i servizi.

Cosa aggiungere. Il consumatore deve fare i conti con la diminuzione del potere d’acquisto, ma la soluzione non è rivolgersi ad internet o abbassare la qualità. Evitiamo gli sprechi, facciamo acquisti indispensabili ed intelligenti, rivolgendoci, se possibile al nostro negozio locale di fiducia. Insieme supereremo anche questa.