Cari, vecchi, “Old Times”

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di Giovanni Zucconi

Noi abbiamo assistito alla rappresentazione ieri”.

“Bene. Come l’avete trovata, interessante?”. “Guarda. Ti do un consiglio: state concentrati…”. Questo colloquio si è svolto, tra due coppie di amici, nel foyer del Teatro dei Conciatori dove, fino al 14 maggio, viene rappresentata l’opera teatrale “Old Times”, del premio Nobel Harold Pinter. Io il suggerimento l’ho seguito e, se avete deciso di andare a vedere questo splendida rappresentazione, vi consiglio di seguirlo anche voi. Questo perché “Old Times” va goduto in ogni sfumatura, e perché uno dei piaceri dello spettatore è quello di entrare nei meccanismi di questa opera dove nulla è scontato, e dove quello che si vede rappresentato dagli attori, spesso, è ben lontano dall’essere reale. In “Old Times” i protagonisti assoluti sono i ricordi, mentre i protagonisti in carne ed ossa, interpretati dai bravissimi Christine Reinhold, Lisa Vampa e Marco S. Bellocchio, sono solo un mezzo per raccontarli e materializzarli. I ricordi parlano e si manifestano tramite loro, ma nessuno può essere veramente sicuro che si tratti di memorie di fatti certi. Ad un certo punto Anna, il personaggio più intrigante tra i tre, ci ricorda che: “A volte ci si ricorda di cose anche se non sono mai accadute. Io ricordo cose che magari non sono mai accadute, ma proprio perché le ricordo diventano reali.”. La trama di questa opera teatrale è, come detto, essenziale. Una coppia sposata da 20 anni, Kate e Deeley, riceve la visita di una vecchia amica della moglie, Anna, una sera in Inghilterra, nella loro villa sul mare. Durante il corso della serata i tre si parlano e interagiscono, scambiandosi ricordi che, quando meno te lo aspetti, si intrecciano e si scoprono essere condivisi senza averne avuto coscienza. “Old Times”, “Vecchi ricordi”, è sicuramente una rappresentazione godibile, anche se un po’ impegnativa, che vi consiglio caldamente di andare a vedere.