TAMPONE, NON È OBBLIGATORIO MA SE NON LO FAI, SEI ESCLUSO

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IL RICATTO: O TI INFILI UN TAMPONE NEL NASO OGNI SETTIMANA,OPPURE NON ENTRI A SCUOLA

di Barbara Pignataro

La vera pandemia è lo screening sanitario obbligatorio. Un protocollo che subordina il rientro in classe e conseguentemente il rientro alla vita dell’intera famiglia, ad un test non affidabile in virtù del quale si condannano al confinamento migliaia di soggetti sani. Non solo, siamo di fronte ad una vera discriminazione che impedisce l’accesso alla scuola agli studenti che non accettano di sottoporsi a uno screening sanitario con cadenza settimanale. Discriminazione ritenuta da molti giuristi illegittima ma che di fatto avverrà impunemente.

Un trattamento sanitario che non esclude neanche rischi per la salute degli studenti: la ricerca del virus tramite tampone è invasiva e introduce nel corpo ossido di etilene, che come riportato sulla confezione, è presente nelle provette dei tamponi sterili. È ritenuta una delle sostanze più cancerogene presenti sul pianeta. Il tampone non è obbligatorio ma se non ti tamponi non pratichi lo sport. Pensiamo ai professionisti fermi ai box da un anno che finalmente ripartono, con lo stesso protocollo delle scuole.
Calcio: distanziamento fisico e sociale, protezione delle vie aeree e un tampone a settimana pre-partita e per potersi allenare. Le società sportive pur di ripartire accettano il protocollo Fifa e gli atleti sono liberi di sottostare alle regole oppure di “appendere gli scarpini al chiodo”. Non è obbligatorio è solo un ricatto che vale per tutti gli sport.

Oggi, sotto la pressione del virus, l’unico modo per le nostre società di salvarsi passa per la desocializzazione. E anche per il sacrificio di alcune libertà personali. Ma fino a quando ciò è possibile senza smarrire il significato più intenso della nostra esistenza, che è la vita di relazione? La stessa immunità che serve a salvare la vita potrebbe svuotarla di senso, sacrificando alla sopravvivenza ogni forma di vita”. (Roberto Esposito, Repubblica.it, 23 maggio 2020).

Un futuro orribile. Uno scenario possibile se lo stato di distanziamento fisico ed emotivo verso il prossimo diviene un automatismo. Smart working, Dad, teatro, sesso ed emozioni online. Nessun abbraccio in campo tra compagni di squadra o cori d’incoraggiamento dagli spalti. Esperienza sociale zero soprattutto per chi non intende sottomettersi a protocolli molto discutibili che sembrano essere formulati più come uno strumento di oppressione che come misura di contenimento del contagio. Funzionali a mantenere in vita l’emergenza infinita. Obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, per 2,3 milioni di scolari delle elementari e medie se non addirittura per tutti gli studenti? L’ipotesi è al vaglio del governo ma sembra essere un’impresa titanica anche se si scegliesse il meno invasivo test salivare. Dunque, l’intento c’è, ma non sembra di veloce attuazione, almeno non per il 7 aprile. Data fissata per la riapertura delle scuole.

E se la macchina organizzativa non riuscisse a partire sembrerebbe pronto il piano B: effettuarli solo nelle regioni in fascia rossa o a campione. Rimane infine lo spiraglio depuratori e impianti di ventilazione meccanica, se dei 300 milioni di euro previsti dal Dl Sostegno per la scuola, una parte venisse destinata alla salubrità dell’aria all’interno degli istituti