SPIAGGE STRACOLME DI RIFIUTI: IL COMUNE CHIEDE AIUTO ALLA REGIONE

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I BALNEARI DICHIARANO DI NON ESSERE IN GRADO DI RIMUOVERE TRONCHI E RAMI. A CHI SPETTA ORA RIPULIRE LA SABBIA NERA?

Un tappeto di rifiuti ha ormai coperto gli arenili di Ladispoli. Un problema che si ripete ciclicamente ma che mai come quest’anno preoccupa Palazzo Falcone e di conseguenza i cittadini perché le spese di questa pulizia maxi rischiano seriamente di essere accollate alla collettività. E di questi tempi di fondi gli Enti locali ne hanno sempre meno. Ecco perché il Comune ha già bussato alla Regione per ottenere un sostanzioso finanziamento per coprire in gran parte il conto da pagare.

spiaggeSoldi a parte, la sabbia nera non si vede più da tempo. Da nord a sud è ricoperta da canne, tronchi, alberi grandi, plastica, bottiglie di vetro e sporcizia di ogni genere. Le mareggiate dell’ultimo periodo hanno aggravato la situazione, anche se molti detriti secondo le accuse della classe politica e dei balneari deriverebbero dalla vegetazione tritata sulle sponde dei fossi dal Consorzio di Bonifica nei mesi passati. Un problema che conoscono bene ad esempio i pescatori professionisti del piccolo approdo di via Marco Polo a destra della foce Sanguinara alle prese con il marciume. Poi ci sono i rifiuti scaricati da incivili che sguazzano in questo contesto portando i loro sacchetti dell’immondizia o materiale che solitamente dovrebbe essere smaltito in apposite isole ecologiche.
Chiamata in causa, la Giunta comunale affida al suo vicesindaco una risposta. «Il Comune di Ladispoli e i suoi cittadini – sostiene Pierpaolo Perretta – non possono farsi carico di questa spesa. Si tratta di somme non di poco conto che andrebbero a ricadere sulla collettività e non sono previste nemmeno nel contratto di Igiene urbana che è stato sottoscritto in precedenza. Pretendiamo delle risposte concrete per un problema che non può gravare solo sulla città». Perretta ha chiesto un incontro urgente alla Pisana, ottenuto tramite il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera.
Il Comune comunque starebbe programmando degli interventi tampone nelle aree più colpite dal degrado. Solo che per liberare completamente gli arenili potrebbero servire centinaia di migliaia di euro.
L’ingrossamento dei torrenti non facilita le operazioni di pulizia. Le spiagge sono diventate discariche a cielo aperto in ogni tratto del lungomare centrale di via Regina Elena, domenica preso d’assalto, già prima del rientro in zona gialla, da tantissime persone tra residenti e vacanzieri romani.

spiaggeSos anche in via Marina di Palo, a sud e nel litorale nord tra Torre Flavia e Campo di Mare, frazione cerveterana. In passato spesso furono i balneari ad occuparsi delle spiagge libere a fianco ai rispettivi stabilimenti. La categoria però stavolta potrebbe opporsi. «Le mareggiate sono state molto frequenti ultimamente – spiega Ugo Boratto, presidente di Assobalneari Ladispoli-Marina San Nicola – ci troviamo in grossa difficoltà dovuta alle molteplici canne trascinate dai fiumi naturali soprattutto. Seguendo la concessione demaniale dovremmo noi raccogliere le canne ed inserirle nelle buste ma non ritengo ciò sia possibile visto che sono depositati sulla battigia tronchi e alberi lunghi parecchi metri. Sicuramente si dovrà trovare un sistema più efficace».
La primavera non è poi così lontana. E per evitare di lunghe passeggiate sulla sabbia effettuando uno slalom tra le schifezze si spera che il tema possa essere inserito nelle priorità della classe politica assieme ad un altro nodo ancora irrisolto: quello dell’erosione. Altra piaga del litorale che continua la sua forza distruttiva. A nord sta sparendo la spiaggia di fronte alla Palude di Torre Flavia. Al centro i gestori degli stabilimenti hanno posizionato delle tavole di legno per difendersi dalle mareggiate.