Regionali: Bianchi, Rocca e D’Amato a confronto

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Lazio

Regione Lazio, tra rifiuti e liste d’attesa

Donatella Bianchi – M5s

Manca meno di un mese alle elezioni regionali nel Lazio. Si voterà nei giorni 12 e 13 febbraio 2023 il successore di Nicola Zingaretti. I candidati alla carica di. governatore della Regione Lazio sono Donatella Bianchi (m5s e Coordinamento 2050 ), Francesco Rocca (Fdl, Lega e FI) e Alessio d’Amato per il centrosinistra.

 

 

alessio d'amato
D’Amato – centrosinistra

Tanti i temi su cui potersi confrontare, a partire da quello dei rifiuti in una regione che vive l’incubo inceneritore in ogni località intorno alla Capitale, zone a rischio inquinamento (anche aree protette) dove cittadini e sindaci insieme, lottano per non essere i prescelti. Civitavecchia è un esempio ). Il termovalorizzatore prima poi dovrà trovare casa e la spinosa questione non è più rinviabile dato che un ritorno alla differenziata non è contemplato.

 

Rocca. Fdl/FI

Da un primo confronto pubblico, organizzato dall’agenzia di stampa AdnKronos,  emerge la contrarietà al termovalorizzatore voluto da Gualtieri entro il 2027 della candidata Bianchi, in quanto “costringerebbe Roma a bruciare i suoi rifiuti per almeno trenta anni, e il Lazio sarà la pattumiera d’Europa”; più cauto il candidato Rocca per il quale da valutare bene, semmai, è la località dove far sorgere l’impianto. Per D’Amato non ci sono dubbi, il termovalorizzatore va fatto, “aiuterò Gualtieri a chiudere il ciclo dei rifiuti”.

Sul fronte sanità si è parlato delle liste d’attesa, come sappiamo il Lazio detiene il primato: tempi lunghissimi per prenotare esami diagnostici, anche urgenti. Per non parlare dell’attesa nei pronto soccorso dove Rocca evidenzia “dalle 40 alle 46 ore sulle barelle”prima di trovare un posto letto, attacco dunque alla gestione precedente con la proposta di intensificare l’assistenza domiciliare. D’Amato più che difendere il suo operato, ricorda l’ulteriore taglio alla sanità da parte del governo Meloni. Una regione, il Lazio, orientata sempre di più verso un regime privato. Sul tema Bianchi ribadisce la necessità di investire sui  presidi territoriali, per evitare che i cittadini si riversino negli ospedali romani, come accade oggi ai cittadini di Ladispoli e Cerveteri che non hanno (e non avranno) un pronto soccorso, tantomeno un ospedale nonostante insieme siano oltre 80mila persone.