PETS & COVID 19

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CONVIVERE CON GLI ANIMALI RAFFORZA IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO. GLI AMICI PELOSI NON SONO CONTAGIOSI, SEMMAI POSSONO ESSERE VITTIME E NON AGENTI DI INFEZIONE.

Dr.ssa Roberta Raffelli

Nel mare di informazioni vere, verosimili e false che caratterizzano la comunicazione della nostra epoca è difficile anche per gli addetti ai lavori districarsi correttamente; figuriamoci in epoca COVID 19, ora che tutti sono diventati di colpo esperti virologi.
Una notizia però mi sembra particolarmente pericolosa e fuorviante e per questo credo sia importante fare chiarezza: che interazione c’è fra il virus e i nostri animali da compagnia?

Dopo il riscontro di alcuni animali contagiati, inclusa una tigre dello zoo di New York, si sta infatti spargendo il panico a proposito della convivenza con i pet. E poiché, come diceva Einstein,“solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”, il vero rischio è che gli abbandoni, già una piaga delle nostre estati, si moltiplichino in modo esponenziale.
Vediamo allora di ragionarci un po’ sopra, ricordando per inciso che l’articolo 727 del codice penale punisce l’abbandono con pene pecuniarie e l’arresto fino a un anno.

L’iniziale trasmissione del SARS-CoV2 all’uomo è avvenuta tramite uno spillover, ossia un salto di specie, a partire da un pipistrello e con un amplificatore rappresentato da un animale selvatico ancora non identificato con certezza. Per chi avesse dei dubbi su questa modalità, consiglio l’illuminante lettura del saggio del giornalista David Quammen, del 2012, nel quale egli predice le caratteristiche dell’attuale pandemia non grazie a poteri paranormali ma sulla base di quanto appreso dagli esperti in materia e dallo studio della letteratura scientifica.

PETS: VITTIME MA NON AGENTI DI INFEZIONE

Dall’uomo il virus ha fatto un ulteriore salto verso alcuni animali, evenienza comunque eccezionale, visto che i contagi segnalati, a differenza di quelli interumani, sono pochissimi,. Quindi i nostri pets potrebbero essere vittime ma non agenti di infezione verso di noi, e per questo, a scopo precauzionale nei loro confronti, chi è positivo o ha sintomi sospetti dovrebbe evitare contatti molto stretti e non farli dormire nella stessa stanza fino a completa guarigione. Esistono diversi coronavirus che colpiscono gli animali con vari livelli di gravità, da zero fino alla temibile peritonite infettiva felina, ma non sono trasmissibili all’uomo.

ACQUA E SAPONE PER PULIRE LE ZAMPE

Si è detto anche che sul pelo e sulle zampe può essere presente il virus. Questo è possibile, come è possibile che ci sia- anche con più facilità- sul cellulare e su altri oggetti di largo utilizzo. Ricordiamoci che noi viviamo immersi in un’atmosfera intrisa di virus, batteri, funghi e ogni altro genere di microrganismi, ma ci ammaliamo solo se la loro carica è molto alta o se abbiamo un sistema immunitario particolarmente deficitario. È probabile che il virus sia presente sull’asfalto, ma a meno che non lecchiamo la suola delle scarpe non è da lì che contraiamo l’infezione, e la stessa cosa vale per i piedi dei cani. Per favore, non disinfettate le loro delicate estremità con la candeggina, come qualche idiota ha detto in televisione, ma se proprio siete preoccupati lavatele con un po’ di acqua e sapone dopo la passeggiata.

ANIMALI: UNA FONTE DI BENESSERE E SALUTE
Quello che ci insegna la PNEI (psico-neuro- endocrino-immunologia) è che il nostro organismo è un network strettamente interconnesso e che il buon funzionamento del sistema immunitario dipende dalle nostre emozioni e dai nostri ormoni, oltre che dall’integrità del microbiota intestinale. Ed ecco un elenco (non esaustivo) delle ragioni per le quali i nostri animali ci aiutano in questo senso:

– Vari studi hanno dimostrato che quando il nostro animale ci guarda negli occhi produciamo ossitocina, l’ormone dell’amore e del legame madre-figlio, che riduce lo stress, aumenta la soglia del dolore e induce uno stato di profondo benessere

– La convivenza con animali arricchisce la biodiversità del nostro microbiota, abbassa il rischio di allergie e migliora la resistenza alle infezioni

– La pettherapy accelera le guarigioni, normalizza la pressione e la frequenza cardiaca, rallenta la progressione delle malattie neurodegenerative, aiuta la socializzazione e l’apprendimento dei bambini autistici, tratta la depressione

– Chi possiede un cane ha un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, è in media più magro e ha parametri ematici migliori

Aggiungo a questo che in epoca di lockdown il cane ci offre la preziosa opportunità di prendere una boccata d’aria e fare una passeggiata all’aperto e che condividere la solitudine con un essere che ci ama in modo incondizionato la rende più leggera e sopportabile.

Considerando che l’isolamento sociale con molta probabilità ci sarà inflitto ancora a lungo, mi sembra che sia molto più intelligente adottare piuttosto che abbandonare.