Omotransfobia: in attesa di una legge

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sindrome alienazione parentale

Questa settimana la Commissione Giustizia della Camera dei deputati potrebbe approvare il testo base della legge contro l’omotransfobia. A luglio il progetto arriverà in Aula alla Camera.

La proposta di legge Zan-Scalfarotto sull’omotransfobia intende estendere i reati d’odio  – istigazione a delinquere e o atti di violenza già puniti dal codice penale con gli articoli 604-bis e 604-ter – anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere.

«Intende punire chi non rispetti l'”identità di genere”: questo significa che chiunque “sente di essere una donna”, anche se è chiaramente di sesso maschile, andrebbe trattato come una donna, altrimenti potresti essere punito per istigazione alla discriminazione fondata sull’identità di genere (cioè transfobica)» dichiara l’associazione Pro Vita e Famiglia, che lancia una petizione per chiedere al presidente del consiglio e ai ministri di non approvare una legge considerata “bavaglio”. Sono convinti che la libertà, sopratutto delle donne, sia in pericolo.

Contrario anche il CEI, per il quale si tratta di una legge che non serve e pericolosa perché rischia di introdurre un «reato di opinione». Oscurantismo dei vescovi o limitazione per le donne? Gli italiani e la politica divisi sul tema, anche da molto, infatti, sono due anni che se ne parla, il disegno di legge è stato presentato nel luglio del 2018 dal deputato Pd, Alessandro Zan, ed è approdato il 4 giugno scorso in commissione Giustizia.

Secondo il deputato, si tratta di una legge necessaria in quanto ad oggi, qualunque forma di discriminazione viene definita “libero pensiero” proprio in virtù della mancanza di un ordinamento specifico, episodi di omofobia sono all’ordine del giorno. Violenza e discriminazione che solo una legge può limitare.