NOEMI, QUANDO LA MUSICA UNISCE

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Amatissima dal pubblico, apprezzata dalla critica, dotata di una voce unica, intensa e graffiata, la cantautrice romana ci racconta il significato dell’evento musicale
di cui è stata madrina: PLAY!STORIE CHE CANTANO

di Paola Stefanucci

Talento straordinario e voce inconfondibile, Noemi mette d’accordo tutti: pubblico e critici. Chiunque voglia per curiosità consultare su Wikipedia la sua biografia a scorrerà altresì una interminabile lista di premi, riconoscimenti e candidature. Bastino per tutti cinque “Wind Music Awards”, un “Premio Lunezia” e un “Telegatto Sanremo Social”.

Classe 1982, da oltre dieci anni sulla scena musicale, cinque partecipazioni al festival canoro sanremese, più di mezzo milione di fedelissimi follower – immaginate già il numero di dischi venduti- una biografia a da star, eppure la cantautrice romana non si comporta da diva.

Sorridente e comunicativa, l’abbiamo incontrata il 10 ottobre scorso all’Auditorium capitolino di via della Conciliazione, nel ruolo di madrina dell’evento musicale live “Play! Storie che cantano”, realizzato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Voltati. Guarda. Ascolta. Le donne con tumore al seno metastatico”, di cui è fervida testimonial. Per lei più di una semplice attività collaterale: tra una tappa e l’altra del Blues & Love Summer Tour ha, infatti, presieduto la giuria che ha ascoltato oltre duecento brani ispirati alle storie delle donne affette da questa pericolosa patologia. E, poi, selezionato i cinque artisti finalisti e infine il vincitore Cristiano Turrini, con “Guernica”, che si possono ascoltare su http://www.voltatiguardaascolta. it/play-storie-che-cantano

Del resto, Noemi è da sempre convinta della forza poetica delle canzoni per suscitare sentimenti e condividere valori sociali positivi.
In proposito, afferma: “Il lavoro di noi artisti è quello di centrare il punto, l’obiettivo e di arrivare a più persone possibili. La musica, da sempre, unisce”.


Noemi, che cosa può cambiare la musica in un contesto doloroso come quello delle storie delle donne ammalate allo stadio più avanzato di tumore al seno?

“La musica parla della vita e nella vita succede di tutto. Avvicinare una tematica come questa alla musica signi ca attirare l’attenzione delle persone. In questo caso mi sono resa conto che la musica avrebbe potuto raccontare le storie di queste coraggiosissime donne, e allo stesso tempo fortificarle. Credo che vedere le loro esperienze tradotte in musica le renderà orgogliose e darà loro la forza necessaria!”

È stato difficile scegliere il migliore tra i duecento artisti che hanno accolto l’invito di “Voltati. Guarda. Ascolta”?

“Tutti i giovani partecipanti al contest hanno saputo cogliere con grande intensità e passione tutte le sfumature emerse dai racconti delle pazienti (veicolati altresì attraverso il web, la radio, i canali social, gli eventi di piazza e il cortometraggio con Antonia Liskova e Francesco Montanari “La Notte Prima” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia). La giuria ha subito capito che i messaggi sarebbero arrivati e crediamo di aver scelto davvero il brano migliore anche se, devo confessare, tutti gli artisti erano incredibilmente bravi”.

Quanto a bravura, il suo nome è iscritto nel Guinness dei primati. Ci dice per quale motivo?

Per il maggior numero di concerti eseguiti in dodici ore.


Quando è accaduto?

Il 21 giugno, festa mondiale della Musica, nel 2017.

Quanti concerti erano?

Nove.

All’anagrafe lei si chiama Veronica Scopelliti. C’è una ragione particolare per cui ha scelto proprio Noemi come nome d’arte?


Mia madre avrebbe voluto chiamarmi così. Noemi signi ca “gioia”, “delizia”, però poi ha deciso mio padre.

Suo padre, ex chitarrista con una partecipazione al Festival di Castrocaro 1971, l’ha incoraggiata a coltivare la comune passione musicale?

Sì, mi ha fatto ascoltare dell’ottima musica.

La sua particolare timbrica vocale ha incuriosito alcuni autorevoli scienziati inglesi e canadesi, lo sa?

Sì, alle emozioni si cerca sempre di dare un perché. Ed eccomi qui…

Una canzone per le donne che sfidano il cancro.

Le parole di una bella canzone emozionano, si mandano giù a memoria, s’imprimono nella mente, restano…
Come queste: – “È solo un giorno come ogni giorno…Non si è mai pronti ad incontrare le proprie paure. La vita in uno stagno non riflette il cielo e quando accade fanc…alle mezze misure, accetto la sfida…”- che Cristiano Turrini canta in “Guernica”. E che la giuria del contest musicale “Play! Storie che cantano”, guidata da Noemi e da Peppe Vessicchio, ha incoronato vincitore.


Gli altri finalisti dell’evento- promosso da Pfizer, con il patrocinio di Fondazione AIOM e in collaborazione con Europa Donna Italia e Susan G. Komen Italia- sono Matteo Arpe, con “3,2,1, via”, Gloria Galassi con “pesoforma”, Luca Ricozzi con “Sorridi sempre”, Rebecca Pecoriello con “Il diritto di disobbedire”.


Si ascoltano liberamente su www.voltatiguardaascolta.it

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