La ciclabile di Ladispoli è sempre più nel mirino dei residenti.
La pista in fase di realizzazione non piace nemmeno a Palazzo Falcone. O meglio, alcuni tratti, che sono stati fatti smantellare dalla ditta che ha in carico il cantiere. Per i residenti che vivono in quella zona la ciclabile è indigesta perché sono stati rimossi posti per le auto per far posto alla pista. Uno scenario di caos immaginando il periodo estivo. Gli animi degli abitanti si sono nuovamente accesi. «Forse si sono accorti che la pavimentazione non è idonea al passaggio delle vetture – critica Vincenzo – in realtà non è nemmeno idonea all’acqua, poiché in alcuni punti, sul lungomare Marco Polo, si è già sgretolata ed è ancora chiusa».Il signor Nicola chiede chiarimenti. «Penso che sia opportuno quanto prima chiedere spiegazioni alla giunta comunale visto che i suddetti lavori sono realizzati con i soldi dei cittadini contribuenti ladispolani». Inizialmente si era pensato ad un tentativo di sabotaggio ad opera di qualche scalmanato e invece sarebbe stato proprio l’amministrazione comunale ad attivarsi con gli operai.
L’opposizione non si lascia sfuggire quanto accaduto e torna sull’argomento. «Questa volta la giunta del sindaco Grando – sferra l’attacco il Pd di Ladispoli – si è superata: un pezzo della pista ciclabile appena fatta è stata distrutta e rimossa dalla stessa ditta che l’aveva realizzata due settimane prima. È successo in piazza Odescalchi, con tanto di minacce al cittadino che stava riprendendo l’incredibile scena. Così ormai è malgovernata la nostra città: cifre da capogiro per una festa di basso livello a Capodanno, opere fatte e distrutte dalla stessa ditta dopo pochi giorni. Chi pagherà?».
In via Roma invece i residenti contestano il restringimento eccessivo della carreggiata mentre i proprietari dei garage avevano polemizzato perché la pista si trovava proprio nei punti di accesso delle saracinesche. Allo stato attuale non è chiaro come si sopperirà alla mancanza di centinaia e centinaia di parcheggi. L’assessore ai Lavori pubblici, Veronica De Santis, nelle scorse settimane aveva parlato di una sorta di piano B che però non è stato ancora svelato. L’idea è nata per valorizzare il litorale, grazie ad un finanziamento della Regione Lazio, consolidando il rapporto di Ladispoli con la costa grazie ad sistema integrato tra mobilità e fruizione naturalistica e culturale.
Il percorso di circa tre chilometri si snoderà dalla stazione ferroviaria fino a Torre Flavia, transitando per i giardini centrali di via Ancona (dove anche qui dei posti sono stati cancellati) e via Odescalchi in direzione del lungomare. Chi è in bici dovrà poi proseguire a piedi sul ponte pedonale sopra al fiume Vaccina per riprendere la marcia sul lungomare di via Marco Polo dove il tragitto avanza in via Tirrenia e via San Remo e definitivamente verso Torre Flavia. I lavori però sono ancora un rebus, contestati anche dagli operatori balneari, e il tracciato era stato costruito persino di fronte ai garage.