In scena “L’Acqua e la Farina”, la storia dei fratelli Fabrizi

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fratelli fabrizi

A Teatro Garbatella un omaggio alla romanità. Un testo scritto da Antonio Nobili e Alessio Chiodini. 

Sabato 15 alle 21,00 e domenica 16 ottobre alle 18,00, al Teatro Garbatella Piazza G. Da Triora, 15 – Roma, debutta lo spettacolo teatrale L’Acqua e la Farina e per la prima volta va in scena la storia dei fratelli Fabrizi, Aldo e la ‘Sora’ Lella.

Il testo, inedito, scritto da Antonio Nobili con la collaborazione di Alessio Chiodini (con un intervento di Enrico Tamburini) che in doppio ruolo, gestisce il fil rouge dello spettacolo, Mary Ferrara nel ruolo della Sora Lella, Mauro Trabalza nel ruolo di sé stesso (nipote della Sora Lella), Luigi Nicholas Martini nel ruolo di Aldo Fabrizi, Enrico Tamburini nel suo ruolo di conduttore, Ilaria Mariotti nel ruolo di Teresa, la collaboratrice della trattoria. Lo spettacolo mette in luce il rapporto dei fratelli, in una visione intima ed inedita, sottolineando il contributo che hanno dato alla diffusione della “romanità” che, grazie a loro, è patrimonio conosciuto e apprezzato ovunque nel mondo.

In scena ci sarà il nipote della Sora Lella, Mauro Trabalza, per la prima volta in un ruolo teatrale. Mauro, appassionato di fotografia gestisce da quarant’anni con i fratelli, la famosa trattoria appartenuta alla nonna. Proprio da lui è partita l’idea di aprire le porte della celebre trattoria condividendo i ricordi di famiglia, da cui lo spettacolo trae ispirazione e sentimento. La scelta, non casuale, della produzione di esordire tra le mura storiche del teatro della Garbatella, sottolinea l’amore per la tradizione e lo spirito con cui lo spettacolo è stato scritto, pensato e amato da tutto il cast.

Mauro Trabalza genuino come la sua cucina, ha accettato di mettersi in gioco, per interpretare sé stesso, mettendo a frutto gli studi fatti da ragazzo alla scuola di cinematografia, ma soprattutto condividendo sentimenti e ricordi personali che rendono lo spettacolo, un vero e proprio viaggio. “Antonio è stato bravo a dipingere il mio personaggio, un ritratto di me stesso, bonaccione, ironico, legato alla tradizione che mi corrisponde appieno. Credo molto nelle radici nella famiglia, io ho avuto la fortuna di avere nonna che ci raccontava tutto. Ne ho fatto tesoro e quei ricordi, fanno parte di me. Qui la gente si fidanzava, si incontrava, faceva conversazione e il ristorante è pregno dell’energia di nonna e di papà. Tutti i ricordi che hanno delineato lo spettacolo sono tratti dal libro di mio padre, che è la storia della mia famiglia. Qui ancora oggi, aleggia lo spirito di nonna insieme al profumo dell’amatriciana. Mi sono commosso nel leggere il copione e sono davvero felice perché ho compagni di viaggio meravigliosi, noi famo tutto col core. Esce a ottobre Annamo Benecon la prefazione di Carlo Verdone, un libro con sessanta ricette doc. Scritto da Renato Trabalza lo chef, l’unico… io sono il cuoco naif!”.

L’Acqua e la Farina è uno spettacolo che farà dimenticare di essere a teatro, regalando l’illusione di essere seduti ad uno dei tavolini della storica trattoria, col suo via vai, dove la Sora Lella, una donna, una nonna amorevole e forte, nonostante le sue personali sofferenze, scandaglia in modo intimo ed emotivo, il rapporto col fratello, il marito e gli affetti più cari. Una sora Lella che torna sempre nella sua trattoria e che forse, non l’ha mai lasciata.

Lella“Vedi io e te siamo come l’acqua e la farina…”
Aldo: “L’acqua e la farina?”
Lella: “Si, du cose diverse, completamente diverse quanno stanno lontane, ma quanno stanno insieme…
Aldo“Danno vita ar pane…la cosa più bella del mondo