EUTANASIA, REFERENDUM BOCCIATO

0
912
Membri dell'associazione ëíLuca Coscioniíí all'esterno del palazzo della Corte di Cassazione per depositare le firme per il referendum sullíeutanasia legale, Roma 8 ottobre 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia   promosso dai Radicali. La ragione della bocciatura: con l’eventuale approvazione del referendum dei Radicali, dice la Corte, “non sarebbe stata preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana […] con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Il referendum proponeva di abrogare una parte dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio di una persona consenziente: in questo modo sarebbe stata permessa l’eutanasia attiva, che avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire e che al momento è illegale in Italia. Era stata proprio la Corte Costituzionale ad avviare di fatto un dibattito pubblico sull’eutanasia e il suicidio assistito quando nel 2019 era intervenuta sulla morte di Fabiano Antoniani, noto anche come “DJ Fabo”, stabilendo che a determinate condizioni non è punibile una forma di eutanasia definita assistenza al suicidio, cioè quando una persona di fatto permette a un’altra di suicidarsi. La sentenza stabilì che in Italia si può aiutare una persona a morire senza rischiare di finire in carcere se quella persona ha una patologia irreversibile, se la patologia irreversibile le provoca sofferenze fisiche o anche solamente psicologiche per lei intollerabili, se la persona è pienamente capace di decidere liberamente e consapevolmente, e se è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. La Corte Costituzionale aveva di fatto spinto il Parlamento ad approvare una legge in merito: un testo base sul suicidio assistito era stato approvato nell’estate del 2021 dalla commissione Giustizia della Camera, ma da allora non ci sono stati altri sviluppi concreti. Qui il commento di Marco Cappato

Soddisfazione espressa invece, da Pro Vita & Famiglia che ha sostenuto e difeso le ragioni giuridiche contro il Referendum martedì mattina davanti alla Corte Costituzionale riunita.