Cosa significa sovranità alimentare

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Si punta a tutelare i prodotti italiani. Lollobrigida: “Difenderò le nostre specialità”. 

Il ministero delle Politiche agricole è stato ribattezzato Dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare. Denominazione ancora da formalizzare ma di cui si parla in questi giorni. Ma cosa vuole dire il termine sovranità alimentare? La definizione non è inedita: è la stessa dell’omologo ministero francese, guidato da Marc Fesneau, il termine sovranità alimentare risale al 1996, deriva da ‘Via Campesina’ una organizzazione internazionale di agricoltori, formata da 182 organizzazioni in 81 paesi. Associazione indirizzata verso un’agricoltura sostenibile, non basata sullo sfruttamento dei territori e delle persone e non dominata da grandi imprese multinazionali interessate unicamente ad utilizzare le risorse alimentari come mezzo per accrescere i propri profitti.

Sovranità alimentare come tutela del made in Italy o come risposta alle esigenze alimentari del popolo?

Potrebbe significare la tutela dei prodotti nazionali, regionali, locali? Un calcio alla globalizzazione ed il conseguente appiattimento di sapori e tipicità gastronomiche?
Nell’ottica del contrasto allo spreco di cibo e risorse energetiche anche un incentivo al km0 snobbato finora a favore di un mercato europeo e mondiale. La dichiarazione del neo ministro Lollobrigida riguardo al nuovo ministero della Sovranità alimentare fa ben sperare: “Non è inedito ce l’hanno anche in Francia e sono quelli che hanno difeso meglio i loro prodotti, quindi riteniamo sia completamente in linea con la vocazione che avremo anche noi, difendere i nostri prodotti”.

Forse un diverso modo di gestire le risorse alimentari. Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, il concetto di “sovranità alimentare è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici – spiega – è un concetto ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo, e pone la questione dell’uso delle risorse in un’ottica di bene comune, in antitesi a un utilizzo scellerato per il profitto di alcuni”. Ed è anche “un concetto quanto mai attuale oggi: non a caso Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo in grado di combattere lo spreco alimentare”.