Girando per Ladispoli oggi l’impressione è stata di passeggiare in una città diversa da quella raccontata sui social.
Dai racconti dei cittadini, ma anche nei post istituzionali ci si aspetterebbe di trovare caos, degrado e posti di blocco ovunque. Si percepisce leggendo i post un’atmosfera di guerriglia “Cittadini vs sceriffi”, che non si ritrova invece attraversandola.
Una domenica tranquilla, bambini in bicicletta, il lungomare animato di gente a passeggio, una spiaggia poco accogliente. Tra le macerie delle strutture in manutenzione, le spiagge libere poco pulite e i volti coperti dalle mascherine persino dei sportivi lo scenario non era da Covid-party come si descrive. Non c’erano raduni in piazza tantomeno adolescenti indisciplinati. Non uno spiegamento di FdO ad incupire gli animi bensì pace. Cittadini sani e liberi, attenti e rispettosi del prossimo che godono del tempo a disposizione praticando un pò di moto.
L’idea era quella di uscire ed essere controllata, messa in discussione da un agente di polizia municipale pronto a sanzionare. Nulla di più sbagliato. Mi viene in mente dunque che vivere la città attraverso i gruppi di Facebook forse non è l’idea migliore, uscire e vivere Ladispoli permette di trascorrere il tempo in maniera piacevole e semmai, trasferire un messaggio più conforme alla realtà a chi non può permettersi una passeggiata o un giro in bicicletta.
Mi viene in mente che la reclusione in casa ha prodotto più danni di quelli ipotizzati dagli psicologi. Smettere di avere paura, di spiare il prossimo, di descrivere scenari apocalittici, di cercare l’untore a cui attribuire la responsabilità se le spiagge torneranno chiuse, se la curva dei contagi risalirà e le attività non riapriranno. Sarebbe un inizio di normalità.
Il Governo decide a prescindere dal comportamento degli italiani, limita o concede seguendo una sua logica che con le azioni dei cittadini non ha nulla a che vedere. Il popolo non è il protagonista di questo film. Passeggiando per Ladispoli oggi, come nei giorni passati non c’era NESSUNO di cui vergognarsi, non si può dire la stessa cosa di alcuni angoli della città.
Tra le erbacce, il manto stradale dissestato, l’immondizia sull’arenile e le strutture fatiscenti non è un bel vedere, come non lo è mai stata la lunga fila di bottiglie di birra lasciate lungo il marciapiede o nei giardini. Pecche ci sono, gli incivili anche (da sempre) ma irresponsabili untori non si incontrano passeggiando per le vie. La stragrande maggioranza dei cittadini indossa la mascherina anche all’aperto, anche a distanza, in bicicletta, a piedi, persino soli in macchina.
di Barbara Pignataro