RESTA UN’INCOGNITA VIA DI CERI. A CERVETERI TIENE BANCO LA QUESTIONE DEL DEGRADO E DELLA SICUREZZA STRADALE.
Fondi sicuri per rimettere in sesto la Settevene Palo Nuova, o almeno solo un tratto di due chilometri. Dubbi invece sulla riapertura di via di Ceri dopo la frana di qualche mese fa. Si discute a Cerveteri sul futuro delle sue arterie periferiche ma strategiche. Intanto la buona notizia arriva dalla provinciale più massacrata dal degrado. Tante polemiche nelle scorse settimane per le condizioni pessime del manto stradale.

Finalmente da Palazzo Valentini arriva la notizia tanto attesa del rifacimento delle parti più malandati. Una liberazione per automobilisti e pendolari costretti a tortuosi slalom per evitare le voragini enormi sull’asfalto rischiando di spaccare pneumatici e sospensioni.
«Quello che possiamo dire – anticipa Alessio Pascucci, consigliere metropolitano e consigliere comunale a Ladispoli – è lo stanziamento di fondi per riqualificare più di due chilometri di strada. Sappiamo che non è l’intero tratto stradale provinciale ma è un intervento importante in un punto assai critico che risolverà le problematiche relative alla parte più ammalorata tra i comuni di Cerveteri e Bracciano. È doveroso ringraziare la consigliera delegata alla Viabilità e Infrastrutture Manuela Chioccia perché ha mantenuto la promessa. Nelle prossime ore sapremo a quanto ammonta l’impegno di spesa complessivo per la nostra zona, dato che la gara ad evidenza pubblica riguarda tante altre azione di ristrutturazioni delle arterie nella nostra provincia».
Non avendo somme disponibili nel 2024 e all’inizio di quest’anno, Città Metropolitana si è limitata a posizionare i cartelli con i quali si può procedere solo a 30 chilometri orari nella maggior parte dei casi, persino su questa strada ad alto scorrimento dove le ambulanze del 118 fanno avanti e dietro con l’ospedale di Bracciano Padre Pio.
A fare pressioni era stato pure il consigliere di Fdi Luigino Bucchi. «Ringraziamo Città Metropolitana, meglio due chilometri e 200 metri che niente. Sarà comunque un intervento buono con bitume da 9 centimetri da quanto ci hanno detto i tecnici. I cantieri dovrebbero partire a maggio, tempo permettendo. Non si poteva più aspettare».
Ceri. Il 3 ottobre scorso in una notte di pioggia abbondante si verificò una frana che provocò la chiusura della strada nell’omonima frazione di dopo il sopralluogo decisivo dei vigili del fuoco di Cerenova e dei carabinieri.
In attesa di capire quale sarà l’Ente a mettere sul piatto svariati milioni per sistemare la rupe per una lunghezza di circa 300 metri, le istituzioni locale si muovono per cercare una contromisura temporanea di emergenza che in qualche modo non crei pericoli ulteriori per i cittadini. L’unica soluzione al momento sarebbe quella di posizionare delle reti di protezione e aprire solamente una corsia di marcia, quella lontana dalla roccia. Questa almeno la richiesta del consigliere Gianluca Paolacci.
«Siamo d’accordo nel prenderci l’impegno per la risoluzione della criticità – risponde il sindaco, Elena Gubetti – ma le condizioni di questo costone tufaceo sono critiche e a tal proposito avevamo chiesto dei fondi alla Regione per dissesto idrogeologico. È intervenuto un perito che ci ha fornito delle indicazioni ma comunque dobbiamo essere supportati per avviare un iter che possa portare alla riapertura della strada, almeno a senso unico alternato. È un tema che sta a cuore a tutti noi, via di Ceri è uno snodo fondamentale per gli automobilisti e per i mezzi di trasporto. Le difficoltà ci sono perché è un terreno privato, però vedremo se nei prossimi mesi si potranno collocare queste reti».