A Ladispoli e Cerveteri forze dell’ordine, comuni e famiglie lasciati al loro destino.
Anni di segnalazioni, proteste per episodi incresciosi in strada e all’interno dei locali pubblici, persino una raccolta firme promossa dai propri familiari. Alla fine, per Mauretto, è arrivata la sistemazione in una struttura adeguata alle sue condizioni. Nemmeno il tempo di rendersi conto dell’ufficialità di questa notizia tanto attesa, certificata dal comune di Ladispoli, che già c’era da affrontare un nuovo caso in città. Un altro uomo, che soffre di disturbi psichici, in giro armato di coltello e pronto a minacciare chiunque, persino degli adolescenti e dei passeggeri di un bus del trasporto pubblico. E solo grazie all’intervento provvidenziale di carabinieri e polizia è stato scongiurato il peggio con il cerveterano bloccato e trasportato nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia.
Non per fare necessariamente un paragone, che in sé per sé potrebbe non servire a nulla, ma queste due storie fanno emergere senza dubbio la carenza delle istituzioni nel fronteggiare questo tipo di problematiche. In sostanza, non ci sono strutture Rems, definite come residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
Come chiarito dalla giunta comunale, ne ce sarebbero due/tre in tutto il Lazio. Una miseria nel Centro Italia. E così i comuni si ritrovano inermi quando si verificano atti preoccupanti sul territorio, le forze dell’ordine sventano rischi per i cittadini correndo da una parte all’altra della città, i sanitari del 118 trasportano i pazienti in ospedale mentre i giudici nei tribunali adottano le disposizioni del ricovero per i soggetti fragili. Ma l’iter finisce qui perché le strutture non ci sono. Chi dovrebbe realizzarle? L’Asl? La Regione? Il Governo?
La gestione interna sarebbe di esclusiva competenza sanitaria, poiché legata ai dipartimenti di salute mentale delle aziende sanitarie locali di competenza. E il paradosso è che il Lazio è carente da questo punto di vista. Una pecca questa della politica regionale che lascia allo sbaraglio un po’ tutti quanti, anche i familiari che magari si battono per trovare una soluzione appropriata per non “pesare” sulla comunità. Per il 53enne ladispolano Mauretto è arrivato il ricovero addirittura in una struttura sanitaria di Ficarolo, in provincia di Rovigo, a quasi 500 chilometri di distanza.
«Ci è stato sempre risposto che i posti non c’erano in queste Rems – chiarisce Gabriele Fargnoli, assessore alle Politiche sociali di Ladispoli – che sono soltanto due nel Lazio. Una situazione che davvero deve far pensare. La vicenda di Mauro è un cerchio che si chiude al termine di un vortice burocratico che ha impegnato uffici e articolazioni pubbliche. Dopo mesi di tentativi resi vani dalla particolarità del caso e dai rifiuti di tutte le strutture interpellate, siamo riusciti a togliere dalla strada un uomo in un complicato stato di squilibrio psichico. Era in una lista d’attesa infinita nonostante le disposizioni di un giudice. È un tema che deve far riflettere».
E per l’uomo di Cerveteri non si conosce il futuro. Uscirà dall’ospedale? Quando? Tornerà a minacciare le persone in strada? Quante altre volte dovranno intervenire le forze dell’ordine? Un paradosso che il sindaco etrusco debba costantemente rassicurare come se un primo cittadino fosse dotato di super poteri e arrivare laddove si presenti una emergenza.
«Desidero innanzitutto tranquillizzarvi – è il recente comunicato di Elena Gubetti – riguardo alla situazione che nelle ultime ore ha suscitato preoccupazione. La persona in questione si trova attualmente ricoverata in una struttura adeguata, dove sta ricevendo tutta l’assistenza necessaria. Questa è la notizia più importante: non vi è alcun pericolo per la comunità. Confido nel senso di responsabilità di tutti e vi invito a fare riferimento solo alle comunicazioni ufficiali».
Nei giorni precedenti ne aveva fatto un altro. «La situazione è sotto attento monitoraggio delle forze dell’ordine, dell’Asl, del Comune e della Procura. Abbiamo già attivato tutte le misure necessarie per tutelare la comunità e stiamo operando con le forze dell’ordine per gestire al meglio la situazione. Vi invito a mantenere la calma, a segnalare tempestivamente qualsiasi episodio sospetto alle autorità competenti e a fidarvi del lavoro che stiamo svolgendo per la sicurezza di tutti».