ROMA, CENTRO STORICO: ARCO DEGLI ACETARI

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arco degli acetari

RICORDO DI UNA ROMA IMMUTATA

Ci troviamo in pieno Centro storico di Roma (via del Pellegrino, 19) e proprio qui si nasconde un angolo della Capitale che non conosce traffico, caos, cartelli, insegne luminose, ma un tenero ricordo di come doveva essere la Città tra l’800 e i primissimi anni del ‘900; sembra infatti di non trovarsi a Roma, ma in uno degli incontaminati borghi circostanti. Stiamo parlando dell’Arco degli Acetari. Questo piccolo passaggio porta alla Corte degli Acetari, un cortile interno in cui il tempo sembra essersi fermato e ci svela una Roma segreta che non smette mai di sorprenderci.

Il borghetto di Arco degli Acetari si trova dietro Campo de’ Fiori, estraneo alla confusione della Città: si tratta di una pittoresca corte interna e il suo nome deriva dai commercianti di acqua acetosa (gli Acetosari, che proprio lì dovevano avere i loro depositi), una varietà di acqua con un leggero retrogusto di ferro e di aceto, la cui vendita era diffusa per le sue proprietà medicinali. Parliamo di un potente antinfiammatorio soprattutto riferendoci all’aceto di vino che, oltre ad essere ricco di sali minerali, era spesso utilizzato per la conservazione dei prodotti alimentari; per la vicinanza con il mercato, infatti, i venditori immagazzinavano quell’acqua per le loro attività quotidiane. Perfino Papa Paolo V Borghese (1550-1621), nel 1613, diede ordine all’architetto Giovanni Vasanzio (1550-1621), originario dei Paesi Bassi, di far costruire un’imponente fontana nel prestigioso quartiere dei Parioli: la Fontana dell’Acqua Acetosa (in via Enrico Elia), sulla quale venne fissata una lastra che recita in latino
PAULUS V PONT MAX ANNO SAL MDCXIII PONT SUI IX RENIBUS ET STOMACO SPLENI IECORIQUE MEDETUR MILLE MALI PRODEST ISTA SALUBRIS AQUA” (Paolo V Pontefice Massimo. Nell’anno di salvezza 1613, IX del suo Pontificato. Quest’acqua salubre cura i reni e lo stomaco, la milza e il fegato e giova a mille mali).

arco degli acetariOggi quella corte, di immenso valore storico, è occupata da casette con caratteristici balconi, riccamente adornati di fiori; questo piccolo angolo ancora conserva l’aspetto di un luogo del Tardo Medioevo, con le folcloristiche case romane. L’Arco degli Acetari è uno di quei punti a Roma che possiamo definire “nascosti”, “non visibili”, sia per i turisti, che per i romani stessi, ritenuti forse non interessanti; tuttavia, ci troviamo di fronte a una semplicità che rapisce. L’accogliente profumo dei panni appena stesi, freschi di bucato, aleggia nel cortile, misto all’odore delle pietanze fumanti che contribuisce a condurre il pensiero alla familiare e casalinga idea dei piatti pronti sulla tavola; i veri protagonisti sono i gatti ben nutriti, che riposano indisturbati dal soffocante caos cittadino sulle selle delle vecchie biciclette, come a volerle sorvegliare. Sono loro gli attenti custodi della Corte degli Acetari, assicurandosi che resti intatta l’immutabilità di questo pezzetto di Roma eterna.

Flavia De Michetti