Regna pessimismo tra i cittadini. La Regione si defila
«L’emergenza deve essere risolta: il Comune di Cerveteri si attivi al più presto». Comitati, residenti e opposizione sono in forcing sulla giunta riguardo alla questione di via di Ceri. Il 3 ottobre scorso si verificò la frana e la conseguente chiusura della strada nell’omonima frazione di Cerveteri dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco e dei carabinieri. A distanza di 5 mesi restano solo le macerie nell’area con una situazione di immobilismo che sta penalizzando i cittadini.

Né la Regione Lazio, né il Comune hanno messo finora dei fondi nel piatto per poter procedere con la ristrutturazione della parete tufacea crollata improvvisamente dopo la pioggia abbondante caduta nella notte. Anzi, a dire il vero la Pisana difficilmente elargirà un contributo economico come confermato da Anna Lisa Belardinelli, ex consigliere comunale e attualmente impegnata con un incarico nella segreteria dell’assessorato regionale ai Lavori Pubblici Rinaldi. La Belardinelli per altro aveva svelato il rinvio della commissione urbanistica in Regione per l’assenza del comune. Chi governa a Cerveteri è chiamato ad affrontare un problema grande di questo territorio. Ci vuole un tavolo di confronto al più presto, passano i mesi e via di Ceri è chiusa e non si sa quando riaprirà. Il rischio è che gli interventi di restyling della rupe non partano nemmeno nel 2025 a questo punto.

Nel mese di novembre era avvenuto un sopralluogo del geologo incaricato dalla Sovrintendenza che ha confermato la gravità del dissesto perché 300 metri di roccia dovranno essere messi in sicurezza. La cifra stimata è superiore al milione di euro ma è probabile che si arrivi al doppio.
«C’è molta incertezza sul futuro di via di Ceri – parla Alessio Catoni, presidente del comitato cittadino Cerenova – e le altre strade limitrofe potrebbero pagare dazio per il passaggio dei mezzi pesanti, come avvenne anni fa dopo la chiusura della Settevene Palo Nuova sempre per via di una frana. Le periferie di Cerveteri purtroppo hanno una cosa in comune: l’incapacità della classe politica di intervenire tempestivamente».
Sono innumerevoli i disagi per la popolazione e per chi deve raggiungere l’antico Borgo di Ceri o anche i frantoi oleari della frazione etrusca. Percorsi alternativi pure per i turisti. Gli automobilisti sono costretti ad allungare il tragitto percorrendo via Fucecchio e via San Sebastiano che stanno diventando sempre più sconnesse e pericolose per il transito dei camion e degli autobus. E con eventuali acquazzoni il costone potrebbe subire ulteriori crolli. L’opposizione promette di riportare l’argomento in aula consiliare. Sempre in via di Ceri, ma procedendo verso la statale, a novembre del 2010 un pulmino scolastico con a bordo i bambini diretti nei vari plessi era stato sfiorato da un gigantesco macigno.