NEL CUORE DI RUNA C’È LA VERITÀ

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verità per Runa

A 18 ANNI STRONCATO DA UNA MIO-PERICARDITE FULMINANTE DOPO IL VACCINO PFIZER. IL TRIBUNALE ARCHIVIA E NEGA LA POSSIBILITÀ DI INDAGARE SULLE CAUSE.

LA MAMMA: “IO NON MI ARRENDO”.

Sembrava un giorno sereno quella mattina del 31 dicembre 2021. Per trascorrere le vacanze di Natale con i due fratelli e la mamma, Runa Cody, un ragazzo di 18 anni che studiava a Londra, era tornato a casa, a Manziana, un piccolo comune in provincia di Roma con vista sul Lago di Bracciano.

C’era aria di festa e di preparativi per la sera dell’ultimo dell’anno. “I ragazzi si erano alzati tardi e stavano facendo colazione insieme con un amico mentre io ero in giardino a parlare con un vicino. Poi l’allarme: “Vieni subito, Runa sta male”. Seguendo le istruzioni del 118, pratico un massaggio cardiaco. Arrivano i soccorsi. Tentano per oltre un’ora di rianimarlo. Ma niente: Runa è morto”. Così rievoca quei momenti drammatici la mamma di Runa, Doina Marchetti, una donna dagli occhi grandi e cristallini come il mare.

Runa Cody

Durante le manovre di soccorso, Doina domanda: “Che problema ha mio figlio?”. “Il cuore” le rispondono. “Il cuore?! – ripete Doina come folgorata da un’intuizione – Non è che per caso c’entra il vaccino? Perché mio figlio si è vaccinato”. Runa, infatti, aveva ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer il 6 novembre 2021. 

Il corpo del ragazzo, come di prassi, viene portato in ospedale lo stesso giorno, neanche il tempo per salutarlo. Doina riesce a raccogliere le forze per sporgere denuncia per omicidio colposo contro ignoti. A verbale viene messo che l’unica anomalia erano le due vaccinazioni fatte in Inghilterra. Iniziano le prime indagini autoptiche dalle quali risulta che tutti gli organi vitali erano sani. L’unico che si riteneva implicato nella morte era il cuore. Doina acconsente che venga asportato, nomina un perito di parte e fa partire la richiesta di indagini.

Passano i mesi, un’eternità per una madre, quando a giugno 2022, arriva il risultato della perizia: pericardite acuta con inizio di miocardite, per cause “naturali”. Nella perizia viene sottolineato il fatto che, pur essendo stato trovato nel sangue il vaccino Pfizer, il decesso era avvenuto dopo i 14 giorni stabiliti da Aifa per poter ipotizzare la correlazione. La Procura vorrebbe archiviare. Doina si oppone e chiede di proseguire le indagini allegando tutta la documentazione scientifica che all’epoca era disponibile, evidenziando che anche sulle pagine AIFA [1] [2] si segnalavano possibili correlazioni tra la vaccinazione con vaccini a mRna e l’insorgere di peri-miocarditi soprattutto per i maschi giovani. Passano altri 9 mesi, un’attesa estenuante, ma Doina spera. Spera che, alla luce dei tantissimi casi segnalati in tutto il mondo e degli studi che via via erano pubblicati in Germania, Francia e Svizzera, venisse consentita la prosecuzione delle indagini.

Runa Cody

Io non lo so se ho ragione, – afferma Doina – io sto mettendo a disposizione il cuore di mio figlio per trovare la verità. Potrebbe essere un virus, ma il virus va trovato. Potrebbe essere la spike prodotta dal vaccino, ma la spike va cercata”.

 

 

Il 23 marzo 2023 arriva la doccia fredda, il gip di Civitavecchia rigetta l’opposizione alla richiesta di archiviazione della denuncia per omicidio colposo contro ignoti.

Il caso va chiuso, dimenticato sotto il grande cumulo di silenzio e indifferenza sotto cui sono sepolti tanti altri danneggiati. Ma Doina non si dà per vinta: “Non mi ferma una sentenza. Con una pec ho chiesto che il cuore di mio figlio sia conservato per proseguire le indagini a mio carico. E non solo. Voglio rendere il caso internazionale, comincerò dall’Inghilterra dove Runa si è vaccinato. Però Runa è morto in Italia e lo Stato italiano deve tutelare un suo cittadino, non può voltarsi dall’altra parte”.

Questi i fatti raccolti dalla viva voce di una mamma. Come entro nella sua casa la mia attenzione cade sulla foto in bianco nero di lei che abbraccia i suoi tre figli ancora bambini. Doina, con estrema lucidità, ripercorre gli eventi. A un certo punto si ferma, prende delle carte e legge ad alta voce alcune righe della sentenza di archiviazione:

Giova poi sottolineare che al momento della somministrazione ed anche attualmente, la letteratura scientifica in materia era estremamente scarsa o assente, e che la situazione pandemica era di assoluta gravità. Sicché, non sarebbe neanche ipotizzabile la responsabilità di alcuno sul piano soggettivo”.

Sono parole che fanno male. “Queste sono riflessioni personali di carattere morale, come dire che c’era una guerra in cui tutto è lecito e nessuno ha colpa. No, non tutto è lecito: dopo una guerra, è doveroso indagare sui crimini commessi” commenta Doina.

Da parte nostra, “giova” altresì sottolineare che la situazione già ad ottobre 2020 non era affatto di una gravità assoluta dal momento che il tasso medio di mortalità per infezione da covid era solo dello 0,26% [3]. Al momento della vaccinazione del ragazzo, il rischio di pericardite e miocardite post vaccino Covid 19 era più che noto. Ai primi di agosto 2021 era spuntato fuori un documento della FDA americana –Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee October 22, 2020 Meeting Presentation – risalente alla metà di ottobre del 2020 che mostrava un lungo elenco di possibili effetti collaterali dei vaccini a mRna tra cui compare “Miocardite/pericardite”.

Tra le motivazioni dell’archiviazione del caso, c’è la questione temporale: sarebbe trascorso troppo tempo tra il vaccino e il decesso. Ma gli studi mostrano il permanere di RNA e proteine vaccinali in una quota significativa di persone per settimane e mesi dopo l’inoculo, ragion per cui “escludere gli eventi avversi che insorgono dopo 14 giorni è un non-senso clinico e scientifico che va contro l’evidenza oggi disponibile” (cit. professor Marco Cosentino). Inoltre, secondo quanto emerso dai servizi giornalistici della trasmissione Fuori dal Coro, AIFA e Ministero della salute hanno compiuto una sistematica opera di occultamento e depistaggio sugli effetti avversi persino sui neonati in allattamento. La cosa incredibile è che a tutt’ora la pagina AIFA sulle miocarditi e pericarditi non è stata aggiornata ed è ferma al 3 dicembre 2021 [2], nonostante il gran numero di studi prodotti sull’argomento dopo quella data.

Già solo in considerazione di questi fatti, non è forse un dovere supremo quello di indagare sulle cause delle morte improvvisa di un ragazzo vaccinato da poco meno di due mesi e nel cui sangue, al momento del decesso, è stato trovato il vaccino Pfizer?

Ma chi era Runa, oltre ad essere un ragazzo sano e bello come il sole, a cui è stata strappata la vita?

Runa era un ragazzo riservato e al contempo dotato di senso dell’ironia – racconta Doina – Gli piaceva andare in palestra e stare in natura, ma soprattutto amava leggere, leggeva libri impegnativi di psicologia e storia. Era sempre informato su tutto, qualunque cosa gli domandavi, lui la sapeva. La cosa più sorprendente era la sua autonomia. A 16 anni aveva deciso di andare a Londra, per studiare in college. Non mi sono opposta al suo desiderio di indipendenza, non sarebbe stato giusto e avrei rovinato il nostro rapporto. Ci sentivamo quasi ogni giorno al cellulare, a volte per ore. Era in grado di sostenere lunghe conversazioni introspettive come un adulto, e questa sua esperienza all’estero gli aveva fatto apprezzare il mio ruolo di donna e madre”.

Molti genitori che hanno subito un trauma simile al tuo si sono chiusi in se stessi, tu invece hai scelto la strada più difficile, quella di agire per vie legali e raccontare al mondo quello che è capitato a Runa. Perché questa scelta?

Non è una scelta, è una necessità. Se si è testimoni di un possibile crimine bisogna agire per chiarire le circostanze di responsabilità, lo farei per chiunque e con Runa mi sento la responsabilità come madre e persona di fare chiarezza sulla sua morte improvvisa. E dietro agli occhi di Runa che si sono chiusi per sempre ci sono le storie poco ascoltate di altri coetanei anch’essi morti di malori improvvisi che non potranno guardare più al loro futuro. Manca una volontà sanitaria e statale di riconoscere la necessità di vigilanza attiva sulle vaccinazioni a mRNA. Io parlo portando Runa nel cuore ma le mie richieste vogliono dar voce a tutte le famiglie che a seguito della campagna vaccinale hanno perso i propri figli”.

Ciò che spinge Doina sulla strada della ricerca della verità è dunque un imperativo categorico che nasce dal cuore e come tale è insopprimibile. Doina non è sola, a sostenerla ci sono i figli e c’è una comunità di amici che si è stretta intorno a lei. C’è l’urlo di dolore dei danneggiati, quelli a cui ha dato voce il documentario di Paolo Cassina, Invisibili. C’è un’umanità intera che è stata violata nel corpo e nello spirito a cui è stato spacciato per vaccino “sicuro ed efficace” un profarmaco genico con effetti avversi occultati e minimizzati dalle Istituzioni che, invece di tutelare la salute dei cittadini, hanno preferito mettere a rischio la vita e la salute delle persone pur di non “uccidere il vaccino”.

[1] https://www.aifa.gov.it/-/vaccini-covid-19-aggiornamento-sulla-valutazione-in-corso-dei-casi-di-miocardite-e-pericardite;

[2] https://www.aifa.gov.it/-/aggiornamento-sul-rischio-di-miocardite-e-pericardite-con-vaccini-mrna#

[3] Infection fatality rate of COVID-19 inferred from seroprevalence data, John P.A. Ioannidis doi: https://doi.org/10.1101/2020.05.13.20101