“MASCHERINE? UNA MISURA IRRAZIONALE”

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IN DUE ANNI NESSUNO STUDIO RANDOMIZZATO HA DIMOSTRATO L’EFFICACIA DELLE MASCHERINE A SCUOLA. DISTURBI PSICOLOGICI E DANNI COGNITIVI
SONO SOLO ALCUNI DEGLI EFFETTI COLLATERALI.

(Miriam Alborghetti)

Il primo maggio i nostri figli saranno liberati dalle mascherine a scuola oppure dovranno restare imbavagliati all’infinito, nonostante lo stesso Andrea Crisanti, professore di Microbiolologia, abbia ammesso che “dal punto di vista epidemiologico far tenere le mascherine in classe è una scelta inutile”?

E Crisanti non è il solo a pensarla così. “Io credo che le mascherine, così come sono state utilizzate fino ad adesso, rappresentino una misura irrazionale e, in larghissima parte, sbagliata” afferma il pediatra ospedaliero Maurizio Mattioli. E aggiunge: “Le mascherine Ffp1 non servono a proteggere dal contagio. Il loro scopo fondamentale è quello di evitare che una persona positiva possa contagiare gli altri. [..] Per questo motivo vengono da sempre indossate dai chirurghi per evitare di contaminare il campo operatorio e, per questa ragione, il loro uso indiscriminato e senza le regole necessarie per un loro corretto utilizzo, è servito soltanto a dare un falso senso di sicurezza a coloro che l’indossavano e che non sapevano di potere essere contagiati quasi alla stessa maniera di coloro che non le portavano”.

Per quanto riguarda le mascherine Ffp2, Mattioli spiega che “sono le uniche che possono evitare che ci si contagi in un ambiente nel quale è presente uno o più positivi. Ma, e qui casca l’asino, perché ciò avvenga, è necessario che il loro utilizzo segua delle regole ben precise: Indossarle dopo aver lavato le mani, mantenerle sul viso senza toccarle e, soprattutto senza toglierle e rimetterle in continuazione o anche solo abbassarle temporaneamente, rimpiazzarle con una nuova mascherina dopo averle tolte anche una sola volta e comunque dopo le 6-8 ore che rappresentano il tempo di utilizzo massimo rispetto al mantenimento dell’efficacia filtrante, disfarsene rapidamente e in sicurezza senza lasciarle in giro dopo averle usate”. E conclude: “Io vi confesso che non conosco persona che abbia rispettato queste regole e credo piuttosto che sia possibile che il loro utilizzo scorretto possa comportare un rischio anche maggiore di contagio rispetto al non indossarle affatto. Non parliamo poi del rispetto di queste regole per un bambino di 7-8-9 anni durante la sua permanenza di 5-6 ore a scuola.
Dunque io credo sia opportuno abolire l’obbligo di mascherina sia all’aperto che al chiuso salvo in situazioni molto particolari e che sia inoltre necessario istruire bene
coloro che intendono continuare ad indossarle per evitare che, a queste persone, arrechino più danni che benefici. E le scuole, per favore, lasciamole una buona volta in pace!”
Dello stesso parere è l’epidemiologa Sara Gandini, che così scrive: “In due anni nessuno
studio randomizzato ha dimostrato l’efficacia delle mascherine a scuola. Dopo due anni continuare con queste misure a danno dei giovani, senza avere chiare evidenze di efficacia, è totalmente inaccettabile”. Le mascherine non solo sono per lo più inutili, ma possono arrecare effetti negativi accertati alla salute.

Le conclusioni di una ricerca – Is a Mask That Covers the Mouth and Nose Free from Undesirable Side Effects in Everyday Use and Free of Potential Hazards? – che utilizza i risultati di 44 studi sperimentali e 65 pubblicazioni, dicono che “L’uso prolungato della maschera da parte del complesso della popolazione potrebbe portare a effetti e conseguenze patologiche rilevanti in molti campi medici”: aumento della resistenza respiratoria; aumento dell’anidride carbonica nel sangue; diminuzione della saturazione di ossigeno nel sangue; aumento della frequenza cardiaca; aumento della pressione sanguigna; diminuzione della capacità cardiopolmonare; aumento della frequenza respiratoria; mancanza di respiro e difficoltà respiratorie; cefalea; vertigini; ridotta concentrazione; ridotta capacità di pensare; acne, lesioni e irritazioni cutanee nonché “stress ossidativo con disfunzione endoteliale attraverso un aumento dei messaggeri infiammatori e infine l’arteriosclerosi dei vasi sanguigni.

In questi due anni, attraverso una campagna di disinformazione senza precedenti, si è costruita una narrazione secondo la quale il mascheramento urbi et orbi sia indispensabile per arginare i contagi. Ma fino ad oggi nessuna evidenza scientifica solida supporta tale narrazione. Per lo più indossare la mascherina è diventato un atto di sottomissione acritica al potere o, peggio, di fede e chi “crede” è impenetrabile a qualunque tipo di argomentazione che non sia conforme ai precetti della fede abbracciata. Purtroppo la religione della mascherina “come gesto consapevole, dettato da un obbligo o dal senso di responsabilità” continua ad essere alimentata dal mainstream persino in articoli che all’apparenza sembrano critici, denunciando che “danni causati dalla “troppa mascherina” sui più giovani non si limitano ai disagi psicologici, ma anche allo sviluppo emotivo”, come nel caso del pezzo pubblicato su La Repubblica di Arianna Di Cori e Valentina Lupia, Covid, i bambini e la mascherina: “È diventata come un ciuccio”.

Se non ci avessero proiettato in una Realtà Parallela in cui la menzogna assurge a Verità, se un adulto fosse davvero consapevole e non fosse stato ridotto a corpo “docile” dal terrorismo mediatico, eviterebbe di imbavagliarsi, a meno che non fosse un sanitario all’interno di un contesto clinico. E soprattutto non permetterebbe che fossero imbavagliati, educati al silenzio e al distanziamento i propri figli. Ma per i credenti non importa ciò che dicono gli studi scientifici. Non importa neanche che le Ffp2 non siano DPI idonei per i bambini e quindi che il loro utilizzo in queste fasce d’età non sia a norma. Il credente crede. Non discute. Al più odia ed etichetta chi discute come “infedele no mask”. La sua fede è come quella di Abramo: non vacilla neppure di fronte al sacrificio dei propri figli. Nè tanto meno di fronte ai pesanti tagli su scuola e sanità – congiunti ad investimenti mastodontici in armamenti – operati dallo stesso governo che sacrifica gli innocenti con la falsa retorica della salvaguardia della salute dei pori nonni.