LA PARALISI PERIFERICA DEL NERVO FACCIALE (DI BELL)

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TRATTAMENTO CONVENZIONALE E OMEOPATICO

vaccini
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Un’ interruzione del nervo facciale (VII paio dei nervi cranici) a livello del canale intrapetroso (forame stilo mastoideo) dell’osso temporale determina una paralisi periferica (detta di Bell o nuclare) o del nervo stesso.

L’eziologia è sconosciuta anche se si sospetta un’eziologia virale che provoca una flogosi del nervo facciale all’interno del canale osseo omonimo.

Qual è il quadro clinico? L’esordio è abbastanza improvviso con paralisi che viene raggiunta nell’arco di due-tre giorni, preceduta da un dolore retroauricolare o auricolare.

Si instaura una paralisi dei nervi mimici di una sola parte del viso. Ciò comporta l’assenza delle rughe a livello della fronte, la perdita di saliva all’angolo della bocca, la palpebra non si chiude, abbassamento dell’angolo buccale, impossibilità a gonfiare le gote ed a fischiare. Nel tentativo di chiudere la palpebra il bulbo oculare del lato paralizzato ruota verso l’alto. E’ questo il fenomeno di Bell, autore del nome dato alla paralisi periferica, in passato detto anche “a frigore”, da colpo di freddo secco.

Talvolta vi è anche difficoltà alla masticazione, ageusia unilaterale (perdita del gusto nel 2/3 anteriori della lingua  innervati dal facciale), persino iperacusia. Frequente una sensazione di “addormentamento” sia dell’emifaccia colpita sia della mucosa interna, e labiale omolaterale.

In alcuni pazienti si può verificare il fenomeno delle “lacrime di coccodrillo”, cioè lacrimazione durante la masticazione.

Qual è la prognosi? Le paralisi incomplete del facciale hanno una prognosi migliore e guariscono  generalmente in un paio di settimane, in taluni solo dopo pochi giorni. Nelle interruzioni complete ci vogliono, in assenza di terapia, anche uno-due mesi.

Con chi va fatta la diagnosi differenziale? La paralisi periferica di Bell deve essere differenziata da quella centrale (sopranucleare) che ha una prognosi molto più severa. Molte neoplasie che invadono l’osso temporale possono dare origine ad una paralisi del facciale (neurinomi dell’acustico, ossia dell’ VIII paio; altri tumori dell’angolo ponto-cerebellare; fratture della base cranica che comprimono il nervo facciale). L’esordio qui è però non acuto come nella forma di Bell è più insidioso con un decorso lentamente progressivo.

Inoltre possono essere coinvolti altri nervi cranici. Nella diagnosi differenziale cito anche, nelle altre forme centrali: la sclerosi multipla (area di demielinizzazione pertinenti il nervo); la sindrome di Ramsay – Hant (localizzazione dell’Herpes Zoster nel ganglio genicolato) con grave paralisi del facciale associata ad eruzione vescicolare a livello del condotto uditivo esterno, dell’orofaringe e di altre zone innervate dal nervo acustico (VIII); la sindrome di Guillame – Barrè (poliradiculopatia acuta, spesso grave e fulminante) in cui vi è una paralisi facciale non di una sola parte del viso ma bilaterale.

Quanto ci può essere di aiuto la semeiotica medica convenzionale in questa basilare diagnosi differenziale? Direi moltissimo. Nelle forme centrali i muscoli della fronte e orbicolari dell’occhio vengono interessati  in modo minore rispetto a quelli della metà inferiore del volto. Ciò perché i muscoli della parte superiore del volto sono innervati dai fasci corticocerebellari provenienti da entrambi gli emisferi cranici, mentre i muscoli della parte inferiore del volto sono innervati esclusivamente dalle fibre provenienti dall’emisfero controlaterale. Ciò significa, in termini pratici, che se il paziente riesce, dietro nostro invito, a corrugare la fronte la paralisi purtroppo è certamente centrale. Viceversa se la fronte non si corruga possiamo tirare un sospiro di sollievo perché si tratta di una paralisi periferica (di Bell).

La RM o la Tac sono necessarie nelle paralisi centrali per stabilire il tipo e la sede della neoplasia, della frattura, o di altra patologia cerebrale (es. sclerosi multipla).

Qual è la terapia convenzionale? Utilissimo il betametasone fiale i.m. (va ridotto gradualmente dopo la dose iniziale), se controindicato si ricorre ai Fans. Nei casi che si protraggono utile ?la fisioterapia (massoterapia, marconiterapia, elettroterapia). Solo di rado si ricorre alla terapia chirurgica (decompressione sul canale di Falloppio). Al fine di proteggere l’occhio (lagoftalmo, assenza di riflesso corneale,di ammiccamento e presenza di lacrimazione) è bene utilizzare occhiali scuri, lavande e colliri antibiotici.

Qual è l’approccio omeopatico nelle paralisi di Bell? Il medico omeopata deve essere perfettamente a conoscenza della semeiotica tradizionale – convenzionale.

Solo allora può personalizzare una cura omeopatica specifica basandosi su una anamnesi e semeiotica peculiare. La patologia è conseguente ad un colpo di freddo secco (Acontum, Causticum)? Oppure umido (Dulcamara)? Il paziente è terrorizzato, impaurito (Aconitum)? La sintomatologia è insorta da poco tempo (Aconitum)?Oppure la paresi o paralisi del facciale perdura già da due – tre giorni (Causticum)? E’ colpito il lato sinistro del viso (Aconitum) o quello destro (Causticum)? Quale rimedio è più utile per il recuepro della funzionalità del nervo (Hyericum)?

Qual è la posologia? Per quanto concerne Aconitum la diluizione va dalla 9 ch alla 30 ch in dose unica globuli, a seconda del coinvolgimento psichico e della tipologia sulfurica del paziente. Causticum, che è il rimedio leader della seconda fase della paralisi di Bell,personifica un paziente timoroso, lamentoso non terrorizzato.

Ha dolori nevralgici, tiranti, strappanti che compaiono in modo progressivo soprattutto a destra. La nevralgia si può accompagnare a vertigini, talora anche a ronzio auricolare e paresi o paralisi della lingua con conseguente difficoltà nel parlare e “morsicatura involontaria della lingua” . La posologia consigliata è di una dose unica alla 30 ch globuli il primo giorno, seguita da 5 granuli alla 9 ch per dieci giorni. Per quanto concerne l’Hypericum (frena lo sviluppo della paralisi e facilità il recupero delle funzionalità del nervo) è bene utilizzare dosi uniche ogni cinque giorni alla 30 ch globuli,

Aldo Ercoli