La nuova fase virale del covid-19

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omicron

“Grazie alla idrossiclorochina, un  antibiotico macrolide  e al lavaggio nasofaringeo con soluzioni marine i malati si possono curare a domicilio ”.       

Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Il Covid-19 è un virus nuovo che, come sappiamo, si trasmette per via aerea con la tosse, lo starnuto, il parlare a breve senza mascherina, il cantare in coro oppure a voce alta con altre persone. Si può trasmettere anche tramite contatto con oggetti portando poi le mani in bocca o sugli occhi.
Le vie d’entrata nel corpo umano sono sia le alte vie respiratorie che la congiuntiva oculare. Dal luogo d’ingresso, a secondo della capacità del nostro sistema immunitario (ma anche della carica virale intesa come “quantum” infettante) si possono avere forme cliniche di vario grado di gravità. Ci sono casi asintomatici grazie alla perfetta sinergia dei nostri due sistemi immuni (innato e acquisito) che agiscono in perfetta sinergia.
Ciò si osserva nei bambini piccoli da 1 a 10-12 anni (casi sporadici sono generalmente dovuti a sottostanti patologie genetiche – ereditarie) e nell’etnia camita delle nere popolazioni subshariane. Soggetti giovani – adulti e anziani sani possono certamente infettarsi (risultare positivi al tampone faringeo) ma essere del tutto asintomatici. Qualora però il “quantum” infettante sia notevole (sale di rianimazione, case di riposo etc) il nostro duplice sistema immunitario non è in grado di contrastare il virus con conseguenti gravi forme cliniche.
Come sappiamo il Covid-19 provoca un’interstiziopatia polmonare, va cioè a “bruciare” quella porzione del polmone (interstizio) in cui gli alveoli incontrano e abbracciano i capillari sanguigni al fine dello scambio gassoso,O2, ossigeno (alveoli) e Co2, anidrite carbonica (capillari). Le polmoniti interstiziali, specie bilaterali, rappresentano i quadri clinici più gravi che, se non ben curate in ambiente ospedaliero con specifici farmaci (antivirali, eparina, cortisonici, peculiari antibiotici) possono provocare il decesso dei pazienti. Dopo l’impennata dei contagi e delle vittime che abbiamo registrato soprattutto nei mesi di marzo-aprile, grazie alla chiusura totale (lockdown), il virus ha avuto poche possibilità di circolare (fanno eccezione assembramenti vari, matrimoni, feste conviviali etc).
Una volta sceso di gran carriera il numero dei contagi con la bella stagione e le conseguenti vacanze il virus ha ripreso a circolare soprattutto nei più giovani (vedi discoteche etc) abbassando l’età media degli infetti, soprattutto asintomatici, fino ai 20 anni di età. I contagiati, essendo nella stragrande maggioranza giovani sani, non hanno presentato patologie preoccupanti.
Risultati però positivi al tampone e venendo posti in isolamento familiare hanno potuto infettare soggetti più fragili, adulti e anziani .
E’ per questo motivo che ora l’età media dei positivi è risalito a poco oltre i 40 anni.I casi clinici di noti personaggi pubblici che di recente si sono contagiati hanno verosimilmente contratto il virus dai figli o giovani.
Il sistema immunitario di un anziano con più malattie o di pazienti oncologici, cardiopatici, con insufficienza renale cronica, obesi – ipertesi – diabetici – dislipidemici (sindrome metabolica) è estremamente vulnerabile, non è in grado di opporsi validamente all’aggressione virale.
Contrariamente a quanto tutti (o quasi tutti) sostengono i bambini piccoli ( da 1 a 12 anni) pur potendo albergare il virus non si ammalano né trasmettono il virus ai nonni né ad altre persone.
A mio parere i banchi monoposto alle elementari, e alle medie, sono state una spesa inutile. Anche gli spostamenti con il pulmino per loro non avrebbe comportato problemi. Assolutamente non condivisibile e anche pericolosa (in caso malaugurato di terremoto per esempio) è stata la scelta dei banchi a rotelle. La regola del distanziamento fisico (erroneamente detto sociale) è invece giustificata per gli studenti liceali ed universitari.Oltre a detto distacco, l’uso della mascherina e l’igiene personale (lavaggio delle mani) rappresentano altri due caposaldi essenziali nelle profilassi antivirale.
Se manterranno queste necessarie precauzioni non credo che sarà necessario un secondo lockdown. Oggi conosciamo meglio il Covid-19 e non solo negli ospedali ma anche a livello territoriale (se adeguatamente preparato) siamo in grado di curarlo sin dalle fasi iniziali (rinofaringite, tosse secca stizzosa, febbre alta, ageusia, anosmia, talora anche lievi disturbi intestinali, astenia con dolori osteoarticolari non particolarmente intensi).
Grazie alla tanto vituperata idrossiclorochina (sia perché costa poco che per motivi politici) un buon antibiotico macrolide (consiglio l’azitromicina) e al lavaggio nasofaringeo con soluzioni marine i malati, sempre a mio parere, si possono curare a domicilio senza intasare gli ospedali.
Per fare ciò occorrerebbero tamponi nasofaringei da eseguire a casa da parte di medici esperti e, anche, coraggiosi. Resta un problema.
Chi ci vive nell’abitazione? E’ possibile isolare il soggetto positivo dal resto della famiglia e dai conoscenti? Ciò vale soprattutto ripeto per gli individui più fragili. Se mi sarà concesso tornerò sulla profilassi naturale per rinforzare il nostro sistema immunitario al fine di affrontare meglio la stagione invernale che ci attende.