‘LA PRIMA COSA BELLA’ DAL BRANCACCIO A CERVETERI

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Riceviamo e pubblichiamo:

La storica sala del Teatro Brancaccio di oltre 1500 posti, composta da platea e balconata, ha contenuto a malapena i partecipanti al primo grande raduno del Campo Progressista di Giuliano Pisapia.

Il marciapiede e l’elegante foyer, dotato di un doppio bar,era già zeppo di giovanotti e giovanotte trentenni, di uomini e donne un poco più brizzolati, che attendevano con ansia l’apertura degli ingressi.

Ben presto la platea si è riempita e sono cominciati ad arrivare i politici di professione:Speranza dalla barbetta di quattro cinque giorni  segno distintivo del fatto che lui non ha molto tempo, un ricomparso Giordano, Cuperlo con l’aria sempre più vicina all’Amleto dell’immenso Poeta, il sorridente ‘arzan Maurizio Landini che mi confessa una passione quasi fanciullesca per il gnocco fritto, Zingaretti con la sua  ombra un assessore regionale a me sconosciuto ma credo vendo- lista. Poi arriva la Boldrini, accompagnata da due cristoni circospetti e dallo sguardo di ghiaccio.

Accanto al palco  Gad Lerner raggiante con il quale scambiamo due chiacchiere su Adriano in viaggio da tempo nel lontano oriente ex sovietico.

Presenta, da par suo, Cirri, ideatore della nota trasmissione radiofonica Caterpillar.

All’arrivo di Pisapia, che attraversa il lungo corridoio salutando con affetto gli ospiti, ha iniziato a cantare “La prima cosa bella”  Malika Ajane.

Abituato all’esecuzione dei “ricchi e  poveri”, la cover della splendida cantante dà immediatamente il segnale di una parola, ripetuta continuamente all’assemblea: discontinuità col passato quello più recente. “Serve una netta e forte discontinuità con gli ultimi anni” sintetizza Pisapia ricevendo una standing ovation.

Sul palco si sono alternati giovani ragazzi e ragazze che hanno raccontato la loro esperienza “politica”: dalla bracciante di Mesagne, a diversi dottorati di ricerca, a giovanotti che sono riusciti con azionariato pubblico, non i soliti soldi di Pantalone come avviene a Cerveteri ed oltre, a riscattare un castello in provincia di Firenze rendendolo attivo anche dal punto di vista economico.

Una proposta vale molto di più di un urlo sguaiatoCerchiamo di valorizzare ciò che ci unisce  e discutiamo per trovare un punto di incontro. Si può e si deve ancora pensare che le differenze sono una ricchezza” è l’invito rivolto alla sinistra.

Abbiamo bisogno di Buona politica e soprattutto ci sta bisogno di avere “nuova speranza” mentre i muri tornano ad innalzarsi nel cuore dell’Europa,le differenze dividono ed aumentano le diseguaglianze. Questo genera la disperazione di cui approfittano i populisti di destra:da Salvini a Grillo. Per fermarli non basterà costruire un fronte politico “di sistema”che faccia argine.

Serve aprire una nuova stagione. Un nuovo centrosinistra che si assuma la responsabilità del governo,per includere e per ridistribuire ricchezza ed opportunità. Questa forza, non solo politica ma sociale e del cittadino,può nascere solo in netta discontinuità col presente. Non vogliamo essere un partitino ma un insieme di donne e uomini che vuole un cambio di passo,che non vuole vendere fumo o  sogni per imbonire gli elettori ma cose concrete:da subito. Siamo contro i professionisti della politica:siamo dell’idea che la politica debba essere volontariato attivo.

No al trionfalismo ma, men che meno, al disfattismo. Una alleanza aperta che deve vedere il meglio delle esperienze positive dei nostri territori. Persone con esperienze in partiti movimenti che sappiano prendere le distanze dai venditori di fumo,elargitori di sogni di cui non se ne può più.

Da qui l’idea di creare ovunque quelle che sono state definite Officine delle idee, su argomenti specifici con proposte di soluzioni reali.

Presto anche a Cerveteri, paese martoriato dalla mala-politica, nasceranno Officine.

 

 Angelo Alfani