UNA GENERAZIONE INTRAPPOLATA TRA INNOVAZIONE E ISOLAMENTO.
La condizione dei giovani nel contesto contemporaneo è il risultato di un intreccio complesso tra progresso tecnologico, pressioni sociali e trasformazioni culturali.
Un recente articolo pubblicato su “The Atlantic” (“End the phone based childhood now”) ha sollevato una questione cruciale: l’impatto dell’uso precoce e intensivo degli smartphone sullo sviluppo personale e sociale delle nuove generazioni.
Questo tema ci invita a riflettere su come i dispositivi digitali, sebbene strumenti potenti, possano anche rappresentare una trappola per i giovani, ostacolandone la loro crescita.
Una generazione sempre connessa, ma isolata: numeri impietosi. La diffusione degli smartphone ha trasformato il modo in cui i giovani interagiscono con il mondo.
Oggi, molti bambini e adolescenti crescono in un ambiente in cui il telefono è una presenza costante, un’estensione di sé. Questo fenomeno ha conseguenze profonde: se da un lato la tecnologia offre opportunità di apprendimento e connessione globale, dall’altro isola i giovani dalle esperienze reali, impoverendo le loro relazioni interpersonali.
La dipendenza dagli schermi porta a una riduzione del tempo dedicato al gioco fisico, all’interazione faccia a faccia e al contatto con la natura. Questi elementi, fondamentali per uno sviluppo sano, vengono spesso sacrificati in favore di esperienze virtuali.
I membri della Generazione Z (nati nel e dopo il 1996) soffrono di ansia, depressione, autolesionismo e disturbi correlati a livelli più alti rispetto a qualsiasi altra generazione per cui abbiamo dati.
I numeri sui tassi di depressione e ansia, abbastanza stabili negli anni 2000, sono aumentati di oltre il 50% in molti studi dal 2010 al 2019. Il tasso di suicidio è aumentato del 48% per gli adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni.
Per le ragazze di età compresa tra 10 e 14 anni, è aumentato del 13%. La solitudine e la mancanza di amici tra gli adolescenti americani hanno iniziato a crescere intorno al 2012 e anche i risultati accademici sono diminuiti.
Cos’è successo nei primi anni del 2010 che ha alterato lo sviluppo degli adolescenti e peggiorato la loro salute mentale? Le teorie abbondano, ma nell’articolo preso in esame emerge che, sebbene la psicologia di fondo sia complessa, erano gli anni in cui gli adolescenti hanno sostituito i loro cellulari con gli smartphone e hanno trasferito gran parte della loro vita sociale online, in particolare su piattaforme di social media progettate per la viralità e la dipendenza.
Una volta che i giovani hanno iniziato a portare Internet nelle loro tasche, a loro disposizione giorno e notte, sono state alterate le loro esperienze quotidiane e i loro percorsi di sviluppo in generale.
Amicizia, appuntamenti, sessualità, esercizio fisico, sonno, studi, politica, dinamiche familiari, identità: tutto è stato influenzato.
La vita è cambiata rapidamente anche per i bambini più piccoli, quando hanno iniziato ad utilizzare gli smartphone anche a 2 – 3 anni di vita.
La quantità di tempo che gli adolescenti trascorrono dormendo è diminuita nei primi anni del 2010 e molti studi collegano la perdita di sonno direttamente all›uso di dispositivi prima di andare a letto, in particolare quando vengono usati per scorrere i social media.
Anche l’esercizio fisico è diminuito, così come la lettura di libri, in declino da decenni, messa da parte dalle alternative digitali, ma il declino, come tante altre cose, ha accelerato nei primi anni del 2010. Da parte nostra abbiamo voluto fare un piccolo sondaggio tra i bambini/ragazzini di una prima media calcolando tramite apposita app il tempo medio di utilizzo degli smartphone.
Il risultato è stato sconvolgente: la media è risultata di 4 ore giornaliere, con punte di 7 ore e addirittura di 10 ore per un singolo bambino. Anche se statisticamente non significativo, questo sondaggio è comunque allarmante.
Sarebbe interessante estenderlo ad un numero più ampio di partecipanti.
Il peso delle aspettative e delle comparazioni
La vita digitale dei giovani non si limita all’intrattenimento. I social media, con i loro standard di perfezione spesso irrealistici, alimentano un senso di inadeguatezza.
La continua esposizione a immagini di successo, felicità psicologica e bellezza ideale crea una pressione che può sfociare in disturbi di vario genere.
A tal proposito ricordiamo le parole di un vecchio saggio: “Il senso della vita non è la ricerca della perfezione, ma piuttosto l’abbandono del bisogno di perfezione”
Verso una soluzione: educazione e consapevolezza
L’articolo citato propone di “mettere fine all’infanzia basata sul telefono”.
Ma come possiamo realizzare questo obiettivo senza demonizzare la tecnologia? La chiave risiede nell’educazione: insegnare ai giovani (e soprattutto ai loro genitori) a utilizzare gli strumenti digitali in modo equilibrato e consapevole.
Le scuole, ad esempio, possono integrare programmi che promuovono il benessere digitale, mentre le famiglie possono adottare regole che limitano l’uso degli schermi, favorendo momenti di qualità lontano dai dispositivi.
Parallelamente, è fondamentale offrire ai giovani spazi sicuri per esprimersi, esplorare le proprie passioni e costruire relazioni sane.
Conclusione
La condizione dei giovani oggi è un paradosso: mai così connessi, mai così soli.
Per garantire loro un futuro equilibrato, dobbiamo riconoscere l’importanza di un approccio alla tecnologia che non neghi i suoi benefici, ma limiti i suoi rischi.
Solo così potremo restituire ai giovani il tempo, lo spazio e la libertà di cui hanno bisogno per crescere come individui sani, completi e realizzati.

“BEN DI BIO” – Prodotti biologici e articoli ecologici
Via Ancona, 170 – Ladispoli