FOCUS SULLA SPONDILITE ANCHILOPOIETICA

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A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Penso perché non sia una malattia molto comune (0,2% della popolazione generale) che la spondilite anchilosante sia poco conosciuta e spesso diagnosticata solo in fase più avanzata e più grave.

Di che cosa si tratta? Di una malattia infiammatoria cronica progressiva dello scheletro assiale caratterizzata da sacroilite, che è di solito bilaterale. Colpisce però anche le anche e le spalle mentre molto raramente vengono interessate le altre articolazioni degli arti.

A differenza dell’artrite reumatoide sono gli uomini adulti ad essere più colpiti.

Quali sono Le manifestazioni cliniche? Prevale il dolore lombare “infiammatorio” con rigidità che peggiora soprattutto di notte (tanto da costringere il paziente a muoversi o ad alzarsi) e ai primi movimenti del mattino per poi migliorare con il movimento. Questi sintomi iniziano in maniera subdola e durano più di tre mesi. Come detto l’anca è spesso colpita (dolore articolare periferico); talora vi è anche in dolore toracico di tipo pleurico da interessamento dello scheletro toracico e delle inserzioni muscolari. Peculiare è l’infiammazione dell’inserzione dei tendini e legamenti dell’osso articolare (“entesite”). Nel 25% dei pazienti viene colpito anche l’occhio (inveite). Più rare altri segni extrarticolari: cuore (aortite, insufficienza aortica) intestino (malattie infiammatorie), polmoni (fibrosi polmonare). Talvolta si riscontra anche febbre, diminuzione del peso, faticabilità.

Che cosa ci dice l’esame obiettivo? Faccio sempre eseguire il test di Shober (ridotta flessione anteriore della colonna vertebrale (a paziente piegato in due in avanti), poi ricerco la dolorabilità delle articolazioni colpite ed infine mi avvalgo di un comune centimetro per evidenziare una eventuale ridotta espansività del torace (nell’inspirazione profonda meno di 2,5 cm).

Le radiografie che cosa mi dicono? Col progredire della malattia la flogosi delle sacroiliache porta ad una graduale distruzione delle cartilagini, con un’erosione sub condrale, tanto che la radiografia ci dà un aspetto di “pseudoallargamento”. L’osso flogosato porta ad una sclerosi dei capi articolari e fusione dell’articolazione dovuta all’accrescimento osseo, alla calcificazioni e alla formazione di ponti ossei tra i capi articolari. Le vertebre appaiono “squadrate”. La graduale ossificazione dei legamenti perispinali, dell’anulus fibroso e la formazione di “sindesmofiti”, ci danno poi l’aspetto radiologico di colonna “a canna di bambù”.

Quali sono gli esami ematologici da richiedere? Nella maggior parte dei casi, trattandosi di una malattia infiammatoria la ves e pcr sono elevate. Vi può essere una lieve anemia. Negativi sono sia il Reuma test che gli anticorpi anti nucleo (ana). E’ invece positivo nella quasi totalità dei casi, l’HLA-B27, vale a dire l’antigene leucocitario umano (HLA). Quest’ esame è positivo nei soggetti con dolori lombari anche con esami radiologici normali (la TC identifica le alterazioni ossee più precocemente ma è molto più costosa).

La spondilite anchilosante, chiamata in Europa anche malattia di Marie – Strumpell o malattia di Bechterew, è riassumendo caratterizzata soprattutto da sacroilente o spondilite, dalla positività dell’HLA-B27 pari al 95%, dal decorso articolare cronico. I criteri di New york, oggi usati ovunque, sono oltre all’evidenza radiologica di sacro ileite, una storia clinica di dolore lombare infiammatorio, una limitazione motoria lombare ed un’espansione toracica ridotta. Non per voler andare controcorrente ma personalmente per me questi ultimi due criteri riguardano uno stato avanzato della patologia.

E’ importante invece scoprirla prima possibile al fine di instaurare un programma di riabilitazione fisica mirata a conservare sia la posizione corporea che la motilità. Come farmaci per alleviare il dolore, i fans sono efficaci nella maggior parte dei pazienti. Anche la sulfasalazina (2-3 gr die) può essere utile.